Oggi è ancora possibile parlare di futuro, di sviluppo, di obiettivi in italia? – a pochi giorni dai saloni 2014, evento chiave a livello globale, il mondo dell’arredo si interroga – e il comparto da sempre fiore all’occhiello del made in italy non garantisce risposte rassicuranti
È pronto ad aprire le porte il Salone del Mobile 2014 che quest’anno dovrà confrontarsi ancora con un settore in situazione critica, soprattutto sul mercato interno, con consumi sempre in picchiata del 7,1% (fonte centro studi Cosmit-FederlegnoArredo). Così, dopo un 2012 definito anno nero per la filiera del LegnoArredo, nel 2013 il macrosistema è rimasto nel tunnel registrando un calo di fatturato del 3,2 per cento. Con numerose aziende che hanno chiuso i battenti (2.400) e gli addetti che hanno perso l’impiego (6.800). E per l’anno in corso, la previsione è ancora di una serie di segni negativi: l’unico dato destinato a crescere è quello riferibile all’export.
La manifestazione, dunque, assume un ruolo chiave per cercare nuove rotte di sviluppo. Anche perché si può giocare la visibilità internazionale di una vetrina unica al mondo. “Proprio in quest’ottica, il Salone del Mobile – spiega Claudio Luti, presidente di Cosmit, ente organizzatore della fiera – ha anche lo scopo di internazionalizzare le piccole e medie imprese. All’estero dobbiamo capitalizzare i nostri sforzi nell’innovazione dei prodotti con la distribuzione, il marketing e la comunicazione. Tutti abbiamo chiaro che per sopravvivere in futuro dovremo creare brand internazionali con i quali andare alla conquista dei mercati stranieri”. Le esportazioni, infatti, nel 2013 hanno proseguito il trend positivo degli ultimi tre anni (+2,4%), e nel 2014 è attesa un’ulteriore crescita del 3,4%, al traino dei mercati extraeuropei come Stati Uniti, Russia e Far East. Ci sono poi Paesi con forti potenzialità di consumo di mobili di arredo di alto di gamma, come Brasile e India, dove il vincolo sono oggi gli altissimi dazi doganali che inevitabilmente frenano i consumi di mobili europei e quindi lo sviluppo di una distribuzione stabile e qualificata.
BONUS (?) MOBILI
E se è vero che l’export sarà il futuro per la crescita del settore, non bisogna però trascurare la necessità di smuovere il mercato interno. Non si stanca di ripeterlo il presidente di FederlegnoArredo Roberto Snaidero. Una ventata di positività si respirerà, quindi, tra gli stand grazie all’entrata in vigore in Italia del Bonus mobili, tanto richiesto dal settore, e che ha portato nel giro di pochi mesi già qualche risultato. “Grazie a questo provvedimento del Governo Letta – commenta Snaidero -, partito a settembre 2013, sono stati recuperati circa 340 milioni di euro di fatturato, nonostante l’incentivo sia subordinato alla ristrutturazione edilizia, inoltre sono stati preservati 3.801 posti di lavoro e salvate 1.005 imprese. Pensiamo però anche ad altri progetti come l’Iva agevolata all’8% per le giovani coppie che arredano la prima casa”. La situazione sarebbe stata peggiore se il Governo non fosse intervenuto con gli incentivi fiscali. Grazie a questi interventi di sostegno si ridurrà il calo dei consumi che si attesterà a un -3,7% nel 2014.
“La competitività si misurerà sempre più a livello globale – spiega Giorgio Busnelli presidente di B&B Italia – e per mettere le aziende in grado di competere serve una ‘rivoluzione’ a più livelli, dalla politica, alla legislazione, alla pressione fiscale, affinché le imprese continuino a operare in Italia avviando un circolo virtuoso di investimenti e di occupazione. I provvedimenti dovrebbero essere indirizzati al supporto agli investimenti, in particolare nella ricerca, per creare occupazione e ‘valore’ all’interno dell’azienda, e rivolgersi alla riduzione della tassazione sul lavoro. L’arredamento è un bene durevole e quindi il suo consumo riprende solo se c’è un ‘sentiment’ positivo per il futuro, situazione che non c’è in questo momento in Italia”.
GOVERNO O AUTO-AIUTO?
Non tutti, però, condividono il clima di entusiasmo introdotto dagli incentivi. “Gli interventi esecutivi – dice Carlo Giorgetti, titolare dell’omonima azienda – che andrebbero intrapresi per favorire le aziende e la ripresa sono ben altri dal bonus mobili. È lo Stato che deve prendere provvedimenti in prima persona, tagliando, per esempio, i costi inutili, snellendo la burocrazia o intervenendo in materia fiscale”. Anche dal mondo dell’architettura arrivano critiche: “Noi abbiamo uno studio in Cina, uno a Parigi e uno a Roma – raccontano Massimiliano e Doriana Fuksas – ma ne abbiamo avuti altri in diverse città europee, e oggettivamente l’Italia si distingue per la sua burocrazia inefficace che blocca e ritarda notevolmente i tempi dei progetti architettonici. Nel nostro Paese è difficile trovare i responsabili cui rivolgersi per pianificare i lavori. All’estero invece hai un referente con il quale rapportarti dall’inizio alla fine di un progetto”. C’è poi chi consiglia di non affidarsi semplicemente al Governo, ma incita gli imprenditori ad avere più iniziativa. “Non credo – taglia corto Piero Gandini, presidente di Flos – che il destino delle aziende dipenda da ciò che decidono i Governi. La differenza la fai se hai il coraggio di investire, di innovare e di misurarti con la realtà competitiva che ti circonda. Questa è l’avventura imprenditoriale. È anche vero che il settore dell’illuminazione risente meno della crisi rispetto ad altri settori grazie alla rivoluzione tecnologica in corso, al passaggio dall’elettricità all’elettronica, a nuove fonti, al risparmio energetico ormai classificato come obbligatorio”.
QUALE CRISI? SIAMO IL LUSSO!
E se il Salone aprirà, come sempre, le porte al pubblico, non significa che il design sia sempre per tutti. Molte realtà dell’arredo di lusso e super lusso vivono ‘oltre la soglia di ricchezza’, e si rivolgono ad un target di consumatori al di sopra di ogni crisi. “Per quanto ci riguarda – riprende Giorgetti – il settore dell’arredamento sta tenendo, con buone prospettive future soprattutto per quanto riguarda i Paesi esteri”. “Il bonus mobili – rincara l’arch. Gianni Tanini, AD di Devon&Devon – è ininfluente per le aziende che producono alto di gamma. Per la fascia media e medio bassa e soprattutto nel settore delle cucine può essere interessante. Sono anni difficili, ma dato il nostro target di fascia alta non abbiamo risentito molto della crisi. Il 2013 è stato l’anno più difficile, ma il bilancio ha registrato comunque un piccolo segno positivo. Dal 2008 siamo cresciuti del 10-15%, mentre nel periodo pre-crisi in 5 o 6 anni saremmo cresciuti del 30-40%”.
COME CAMBIA IL GUSTO IN TEMPI DI CRISI
I tempi di crisi influiscono anche sulle linee di tendenza. Sarà interessante osservarne i riflessi passeggiando nei padiglioni fieristici e sbirciando tra gli eventi del Fuorisalone. In base alle anticipazioni, i prodotti tornano a focalizzarsi su funzionalità e qualità dei materiali, che garantiscano una convenienza economica. Senza dimenticare la fattura e il design made in Italy.
Il cambiamento più significativo, segnalato dagli imprenditori, è relativo al modo in cui i consumatori (e quindi la domanda) si fanno condizionare. Nella fase di acquisto interviene un aspetto ‘sociale’, la conferma e gratificazione dai propri ‘peers’ che il prodotto comprato sia quello ‘giusto’. Sono i fattori che oggi fanno la differenza, insieme all’accesso alle informazioni. Quello che un tempo era il passaparola, oggi si è amplificato grazie ai social network che permettono di condividere esperienze e confrontarsi su più canali. Questo è il vero cambiamento degli ultimi anni nell’approccio dei consumatori.
EXPO 2015, LA VIA DEL RESTYLING
La design week che coinvolgerà l’intera città di Milano farà da apripista a Expo 2015. Una boccata d’ossigeno al settore potrebbe arrivare dal restyling di hotel in vista dell’esposizione internazionale. L’opportunità è stata affrontata nel Convegno ‘Verso Expo 2015: design italiano e industria alberghiera’, tenutosi a Milano alla presenza dei vertici di Federalberghi, FederlegnoArredo e UniCredit. Proprio il colosso bancario, infatti, ha siglato con Confindustria Alberghi un accordo per la ristrutturazione delle strutture esistenti, che prevede lo stanziamento di un plafond complessivo di 300 milioni di euro. I finanziamenti, che possono avere una durata di 22 anni, verranno studiati sulla base delle esigenze degli operatori del turismo per ampliare, costruire, acquistare, ammodernare strutture alberghiere, attrezzature e arredamenti. “È indispensabile – commenta Snaidero – modernizzare le strutture ricettive. In tal senso, i positivi risultati ottenuti a fine 2013 con il Bonus mobili ci fanno credere che una misura similare applicata alla riqualificazione delle strutture ricettive rappresenterebbe uno straordinario volano all’economia”. Snaidero pensa alla detrazione Irpef del 50% – già ottenuta per i nuovi arredi delle case sottoposte a ristrutturazione – anche per le strutture ricettive.
C’è chi, come B&B, ha creduto nel business legato all’hotellerie già all’inizio degli anni 80 creando una specifica Divisione Contract. “Non è un’attività in cui si può improvvisare – sostiene l’azienda – perché richiede una competenza specifica di servizio e di prodotto e un’organizzazione ad hoc. Le commesse sono oggi piuttosto articolate, la concorrenza accesa e il know-how sempre più una variabile strategica”.
Quello del restyling di hotel è un business potenziale che, secondo una recente ricerca Cosmit-FederlegnoArredo, si aggirerebbe attorno al miliardo di euro, di cui 100 milioni solo in Lombardia. A oggi oltre il 50% delle aziende che operano nel contract alberghiero (fornitura completa di arredo commerciale fatto su misura per il cliente) è lombardo e realizza oltre il 60% dei ricavi complessivi.
di Paola Cassola