Semplificazione dell’iter per l’affidamento dei lavori, con la soglia per i subappalti portata al 50% e alleggerimento burocratico per il Superbonus al 110%: il decreto Recovery punta ad accelerare l’attuazione dei progetti collegati al Pnrr.
Con qualche criticità ancora da mettere a fuoco e risolvere, il decreto Recovery, o Semplificazioni, è approdato in Gazzetta Ufficiale e risponde, tra l’altro, alle richieste del settore delle costruzioni per migliorare le misure messe in campo dal Governo per contrastare gli effetti della pandemia e successivamente aggiornati alla luce dei dati. Che, rispetto alle ultime tre settimane di maggio, evidenziano un incremento del 28,4% delle attività, stando alla congiuntura flash rilanciata da Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili. Al 3 giugno risultavano 18.560 gli interventi messi in campo tra quelli legati al Superbonus per un ammontare corrispondente di quasi 2,5 miliardi di euro.
PROCEDURE COMPLESSE, CONDOMINI A RILENTO
La maggior parte degli interventi riguarda edifici unifamiliari e unità immobiliari indipendenti, mentre la quota dei condomini risulta piuttosto ridotta (il 10,1%). “L’evoluzione dei dati mostra, comunque, una dinamica di crescita per tale tipologia, ferma restando la maggiore complessità procedurale che rende più difficoltosa la partenza dei lavori rispetto agli interventi che insistono su singole unità indipendenti o su edifici unifamiliari. In termini di importi, gli edifici condominiali rappresentano il 40% dell’importo complessivo. Si tratta, ovviamente, di lavori con taglio medio importante (oltre 500mila euro), se raffrontato agli interventi sulle singole abitazioni. Rispetto alla distribuzione regionale, le prime posizioni sono occupate da Lombardia, Veneto e Lazio seguiti, a breve distanza, dall’Emilia-Romagna. Ance rileva anche le buone performance di quattro regioni del Sud: Sicilia, Puglia, Campania e Calabria, tutte entro la decima posizione. Anche Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, evidenzia il balzo del 46% dell’indice delle costruzioni nel 2021. Un segnale “positivo” che arriva in particolare “grazie ai progressi della campagna vaccinale con una forte iniezione di fiducia dopo la pesante battura d’arresto subita con l’emergenza Covid”. Il dato (Istat) fa riferimento all’indice di produzione nelle costruzioni in relazione sia ai nuovi manufatti, sia alla manutenzione di quelli esistenti nei primi quattro mesi del 2021. A proposito di famiglie, è anche Nomisma ad anticipare nel 14esimo Rapporto sulla Finanza Immobiliare che “il 30,6% delle famiglie (quasi 8 milioni) dichiara di voler effettuare interventi di ristrutturazione dell’abitazione principale o di altre abitazioni possedute” nel corso dei prossimi 12 mesi. Al di là delle intenzioni, però, la reale capacità reddituale porta ad alleggerire le stime a 3,5 milioni che, in termini percentuali, rappresentano il 13,4%.
RINCARO MATERIE PRIME, È ALLARME
Ma su tutte le buone intenzioni e gli interventi legislativi incombe il grande tema del rincaro delle materie prime che sta suscitando grandissima preoccupazione tra gli operatori del settore. E’ il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in occasione del question time alla Camera, a lanciare l’allarme circa il fatto che l’aumento dei prezzi delle materie potrebbe avere “ripercussioni sui cantieri in corso, ma anche sui progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e sull’efficacia del Superbonus 110%”. Per questo chiede un intervento “a livello europeo, anche in relazione delle diverse cause alla base dell’aumento dei prezzi: fenomeni speculativi tali da contrastare; carenza di offerta che richiede una immediata incentivazione della produzione a livello europeo; politica dei dazi”. La stessa Ance mette in guardia dal rischio che le imprese edili non possano sopravvivere e che il Superbonus possa diventare inefficace.
PROROGA SUPERBONUS 110% IN PROSSIMA LEGGE BILANCIO
Un tema che va affrontato con urgenza, mentre al Governo l’associazione chiede una proroga del Superbonus al 2023, perché “sia pienamente efficace” e per evitare che si possano bloccare “nuove iniziative” laddove “non si potrà garantire in alcun modo la conclusione degli interventi”. L’Esecutivo risponde con una proroga al 2023 che arriverà con la prossima Legge di Bilancio e che riguarderà condomìni, persone fisiche proprietarie di edifici plurifamiliari fino a 4 unità immobiliari e case popolari. Queste categorie potranno contare su tempi più lunghi per realizzare gli interventi di efficientamento energetico e i lavori antisismici. Una risposta importante ancorché parziale, laddove gli operatori chiedono che la misura possa riguardare “tutti” gli edifici. Più critico l’accoglimento dell’intervento relativo alla semplificazione della procedura di affidamento dei lavori che va nella direzione di una progressiva liberalizzazione In particolare il dl 77/2021 prevede che fino al 31 ottobre dell’anno in corso, il tetto del subappalto venga elevato al 50% (fino ad ora era in vigore il limite al 40%), mentre restano vietate l’integrale cessione del contratto di appalto e l’affidamento a terzi della integrale esecuzione delle prestazioni Dal 1 novembre inizierà la liberalizzazione totale.
GUARDIA ALTA SU DEREGULATION
Le stazioni appaltanti dovranno motivare le prestazioni e le lavorazioni che dovranno essere eseguite dall’aggiudicatario. Fino al 30 giugno 2023, sarà consentito l’affidamento diretto per i lavori di importo inferiore a 150mila euro e per i servizi di ingegneria e architettura e le attività di progettazione di importo inferiore a 139mila euro (fino ad oggi la soglia è stata fissata a 75mila euro). Rispetto a questo intervento gli operatori economici mettono in guardia dal rischio che una eccessiva deregulation possa di nuovo proporre schemi del passato aprendo la strada alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
di Maria Elena Molteni