Per fronteggiare i rincari del costo del gas, il distretto del vetro artistico va sostenuto con un’azione concertata fra aziende, amministratori locali e governo che ne migliori anche l’appeal per i nuovi player.
La speranza era che la tempesta perfetta fosse ormai un ricordo lontano. L’acqua alta del 2019 e poi il Covid, nel 2020, avevano sferrato una bordata micidiale al distretto del vetro artistico di Murano, un’economia già fragile di suo a causa della sua stessa specificità. Quello che è accaduto l’autunno scorso, però, è stato molto più di un fulmine a ciel sereno. “L’ultima mazzata al settore è arrivata dal rialzo abnorme dei costi dell’energia”, lamenta Luciano Gambaro, presidente del Consorzio Promovetro e titolare, insieme al Maestro Matteo Tagliapietra, della Gambaro & Tagliapietra. “Le nostre sono attività altamente energivore e il gas metano è una fondamentale materia prima: ogni anno l’intero comparto ne consuma 10 milioni di metri cubi, considerando che le fornaci devono restare accese 24 ore su 24. Fino a settembre 2021 il costo del gas era in media di 0,20 centesimi al metro cubo, con lievi oscillazioni che, in certi periodi, l’hanno portato fino a 0,40. Posto che l’anno termico va dal 1° ottobre al 30 settembre dell’anno successivo, nell’autunno 2021 i prezzi sono schizzati a 1 euro e 20 centesimi, che sono le cifre che abbiamo visto nelle bollette di dicembre: in pratica, un aumento del 600%. Per fortuna, abbiamo potuto contare sul supporto della Regione Veneto che si è fatta portavoce delle nostre istanze presso il governo. A novembre è arrivato in tempi record un ristoro di 3 milioni di euro ma, andando avanti di questo passo, saremo costretti a ricaricare i costi del gas sul prodotto finale”.
IL RITOCCO DEI PREZZI SUI PRODOTTI NON è LA SOLUZIONE
Qualcuno, per sopravvivere, lo sta già facendo: si parla di aumenti di prezzi che oscillano fra il 15 e il 30%, ma non è questa, secondo Gambaro, la strada da seguire. Soprattutto in una prospettiva a lungo termine e col rischio di far allontanare dall’isola clienti importanti, italiani e internazionali, che sanno di poter contare sui maestri vetrai per la realizzazione di pezzi unici o di elementi soffiati su misura, da assemblare poi in creazioni d’alta gamma. “Contro il caro energia al momento siamo disarmati e la soluzione non può essere il ritocco dei listini. Del resto, la nostra fragilità è un problema storico, di struttura e di visione, che non riguarda solo Murano e l’imprenditoria del vetro ma – qualora questo trend negativo continuasse con gli attuali ritmi – ricadrà purtroppo anche sull’immagine di Venezia, che vedrà diventare l’ultima attività produttiva cittadina ed eccellenza del made in Italy una sorta di appendice residuale, ricordo di antiche e gloriose tradizioni”.
Il Consorzio Promovetro, nato nel 1985 per la promozione e la salvaguardia del vetro di Murano e che annovera tra i suoi soci anche Confartigianato Venezia e Confindustria Venezia, dal 2020 sta conducendo un’indagine quantitativa e qualitativa sulle aziende che compongono il tessuto produttivo e commerciale dell’isola lagunare, tenendo come riferimento il biennio 2017-2018. Al momento, mentre si stanno raccogliendo i dati relativi agli effetti economici della pandemia, da questo studio emerge che nel 2018 su 172 aziende del comparto produttivo e commerciale muranese, il 37% era costituito da fornaci, il 50% da aziende di seconda lavorazione, quali ad esempio vetro a lume, vetro fusione, specchi, molatura e decorazione, e il restante 12% dalle sale di vendita. Su 1242 addetti complessivi del campione analizzato, sono 626 (pari al 50% del totale) gli addetti delle fornaci, 162 (pari al 13%) gli addetti delle aziende di seconda lavorazione e 454 (pari al 36%) quelli delle sale di vendita. Prendendo in considerazione i dati relativi alle sole fornaci e alle sale di vendita, emerge che tra il 2017 e il 2018 è aumentato del 4% il fatturato del comparto commerciale (da 64 a 66,5 milioni) ed è diminuito del 7,6% quello delle fornaci (da 72 a 66,5 milioni). Il medesimo trend si è registrato sugli utili, diminuiti del 400% per le fornaci e aumentati del 300% per le sale di vendita. A seguito dell’emergenza sanitaria, si prevede un crollo dei fatturati, sicuramente più significativo per le attività commerciali – le cosiddette sale di vendita – per via del loro stretto legame con il turismo, e per le realtà più piccole e meno strutturate, che hanno nelle sale e nei negozi il principale, se non unico, sbocco commerciale.
LE AZIENDE SI RIORGANIZZANO E DIVENTANO PIÙ AGILI E SPECIALIZZATE
Va poi considerato il fronte del lavoro, anche perché Murano è una delle aree veneziane che, insieme a Porto Marghera, ha maggiormente risentito della perdurante crisi economica, i cui primi segnali si sono registrati già alla fine degli anni Novanta. In realtà, “oggi più che di chiusure, si parla di ridimensionamento. Le aziende che fino a qualche tempo fa, già prima dell’emergenza sanitaria, potevano contare su 20-30 addetti, ora lavorano con 7-8 persone. Si registra di sicuro una netta contrazione della dimensione d’impresa anche se, per la verità, non credo che il futuro di Murano debba far leva sulla serialità e sulla quantità della produzione quanto piuttosto sull’esclusività e sulle tirature limitate. La nostra forza risiede anche nei laboratori piccoli ma super specializzati, capaci di soddisfare le richieste di committenti che lavorano soprattutto con il custom made, ma se le materie prime costano troppo, si rischia di non essere più competitivi: non si può vivere continuando a sperare nei ribassi”.
UN MARCHIO E UN EVENTO INTERNAZIONALE PER RILANCIARE IL VETRO ARTISTICO
Dal 2001 il Consorzio Promovetro gestisce e promuove a livello nazionale e internazionale il Marchio collettivo di origine Vetro Artistico® Murano, istituito dalla Regione del Veneto (che ne è proprietaria) nel 1994 e registrato presso l’Ufficio Europeo per l’Armonizzazione di Alicante, l’unica certificazione legale che garantisce in modo trasparente l’origine dei prodotti al consumatore finale. “L’utilizzo del marchio è regolato da un disciplinare rigoroso che ne consente l’applicazione solo su manufatti artistici in vetro prodotti nell’isola di Murano e realizzati con criteri che, anche se innovativi e moderni, rispettino pienamente la tradizione muranese per composizione del vetro e tecniche di lavorazione. Il marchio Vetro Artistico® Murano è quindi del tutto equiparabile a un marchio Dop che, a livello normativo, può essere utilizzato unicamente nel campo agroalimentare”. In effetti, l’altra piaga contro la quale gli operatori di Murano sono storicamente costretti a combattere è la contraffazione: “Nel tempo e tuttora siamo attaccati non solo dai vetri cinesi, ma anche da prodotti scadenti venduti a prezzi ridotti e spacciati per originali. In questo senso, il marchio Vetro Artistico® Murano è un strumento fondamentale perché è la sintesi della nostra storia e del nostro savoir faire e serve come base di partenza per formare nuovi acquirenti e per educarli alla conoscenza dei processi che stanno a monte di ogni singolo manufatto”.
TRASFORMARE MURANO IN UN INCUBATORE DI LAVORO E DI BELLEZZA
Quel che serve è un cambio di andatura, oltre che economica, culturale. Ed è con questo obiettivo che nel 2017 è stata avviata The Venice Glass Week (l’edizione 2022, la sesta, si terrà dal 17 al 25 settembre, ndr), l’iniziativa promossa dal Consorzio insieme al Comune di Venezia, la Fondazione Musei Civici di Venezia, la Fondazione Giorgio Cini e l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti che fa sfilare in Laguna il meglio del vetro artistico italiano e internazionale. Con decine di mostre, incontri e workshop distribuiti su Venezia, Murano e Mestre e un carnet di appuntamenti digitali correlati, The Venice Glass Week è l’unico festival internazionale pensato per celebrare e far conoscere l’arte del “fare vetro”. Gambaro, che pure è fra i promotori della kermesse, guarda oltre la dimensione dell’evento annuale: “The Venice Glass Week – spiega – è una vetrina di enorme valore e molti fra i tanti stranieri che arrivano sull’isola s’innamorano a tal punto che vorrebbero restare a studiare e a lavorare da noi. Fino a vent’anni fa un posto a Murano era una garanzia per il futuro: si imparava un mestiere e gli stipendi erano buoni, per cui si poteva decidere di vivere qui, di creare una famiglia, di aprire un’attività. Sotto il profilo creativo, oggi il distretto del vetro esercita ancora la sua capacità d’attrazione ma bisogna renderlo più appetibile sul piano pratico, riducendo le barriere all’ingresso e agevolando la formazione nelle fabbriche e nel laboratori. Murano si salverà se saremo capaci di creare progetti residenziali e occasioni di vita sull’isola: siamo a breve distanza da Venezia e dalla terraferma, ma affinché Murano diventi un incubatore di bellezza e di processi, servono infrastrutture, servizi, elasticità. Il nostro vetro si salverà se smetteremo di ripetere che Venezia significa turismo e basta e che a Murano si fanno solo lampadari e vasetti: apriamo i forni agli artisti, ai designer, agli architetti, agli stilisti, che ci riconoscono un know e delle abilità uniche, come dimostra la crescita della domanda del vetro destinato al settore della moda”. Non è un caso allora, se fra i temi della Venice Glass Week 2021 sono stati scelti i “Toys”, declinati con 14 opere ispirate al mondo dei giocattoli (inclusa una sedia da gaming), “per far capire anche ai ragazzi che il vetro è un materiale che si usa, ha una sua resistenza, e non è fatto solo per essere guardato da lontano”. E che anche la fragilità, se ben utilizzata, può diventare un punto di forza.