Come una seconda gamba, un secondo motore dell’aereo, la piattaforma digitale che il Salone del Mobile presenterà a breve agirà a supporto e in stretta interazione con la manifestazione fisica.
Se ne avvertiva da tempo il bisogno, ma la pandemia, ancora una volta, e soprattutto l’incertezza che ha ruotato intorno alla possibilità di fare o non fare una manifestazione nel corso del mese di settembre, ha impresso una forte accelerazione alla sua realizzazione. La piattaforma digitale del Salone del Mobile di Milano, ancora in fase di implementazione ma quasi pronta al debutto – in quella che evidentemente sarà la sua prima release – arriva in “un momento delicato e complesso. Soprattutto perché lo scenario che abbiamo di fronte oggi non è quello che lo scorso autunno avevamo previsto” evidenzia Maria Porro, presidente di Assarredo, l’associazione interna a FederlegnoArredo, che raccoglie i produttori di mobili, imbottiti, cucine e complementi, e che in questi mesi ha lavorato a stretto contatto con le aziende per mettere a fuoco i “punti critici, i nodi da sciogliere” da condividere con l’organizzazione del Salone, “per affrontarlo nel modo più corretto”.
SI PARTE DALLA CHECK LIST, COME PRIMA DEL VOLO
Una sorta di “check list che guarda sia agli aspetti logistici e organizzativi, sia all’apertura del Salone e ai relativi protocolli di sicurezza”. “Da qualche parte dobbiamo ricominciare e, dovendo scegliere da dove, sarebbe bello se il punto di ripartenza fosse il salone. E’ auspicabile per tutti che lo sia” chiosa Porro. “Poi le aziende devono continuare a fare il loro lavoro: creare cose belle e proporle al mercato. Ma la mancanza del Salone si sente e si farà sentire. Quello che abbiamo fatto come associazione è stato raccogliere e fare da cinghia di trasmissione, da momento di contatto costruttivo”. Ad oggi, alcuni dei punti sono ancora irrisolti, evidenzia il presidente di Assarredo, che fa appello da una parte alle grandi aziende e alla “propensione a mettersi in gioco e correre anche dei rischi e” contemporaneamente al Salone che “ha il dovere morale di tutelare le piccole aziende”. Perché l’obiettivo, in fondo, è uguale per tutti: “qualunque sarà il momento di ripartenza, dovrà avere una forza incredibile”.
DIGITALE OPPORTUNITA’ PER I PICCOLI
In questo senso, il digitale può essere una risposta. “Noi lo aspettiamo come l’acqua nel deserto” assicura Porro, spiegando che “rappresenta anche una grande opportunità per i piccoli e per chi non ha showroom in città”. Ma a che punto è la realizzazione della piattaforma? “Siamo in una fase di onboarding di tante aziende, per arrivare, nell’arco di un mese, ad avere caricate tutte coloro che hanno scelto di aderire alla manifestazione di settembre”. Attualmente (fine marzo, ndr) “sono 150 le aziende che hanno iniziato a caricare i contenuti e seguirà un onboarding incrementale”. L’obiettivo è arrivare, entro un mese, a 1500 aziende in piattaforma. La quale “non è pensata solo per presentare prodotti, ma per offrire servizi. Non esiste al momento qualcosa di simile al mondo” tiene a sottolineare il presidente di Assarredo. “La sua anima sarà B2B e B2C. Sarà un grande media interattivo, come un ‘cinque assi’”, spiega Porro con un paragone perfettamente in tema col settore. Un robot, dunque, che ha la possibilità di lavorare contemporaneamente su più assi, e, dunque, le aziende di design, la community, la fiera… tutti gli attori del sistema. E ognuno potrà comunicare con gli altri. L’intera piattaforma verrà aperta e rilasciata a step successivi. Quello che verrà proposto per settembre, indipendentemente dalla fisionomia che avrà la manifestazione fisica, sarà uno “strumento di visibilità, dove promuovere eventi virtuali, attiva tutto l’anno”.
UNA FIERA TUTTO L’ANNO
E proprio questa è la chiave di lettura principale dell’intero progetto: la possibilità di tenere alta l’attenzione per l’intero corso dell’anno”, senza nulla togliere, anzi supportando l’evento fisico, che continuerà ad avere cadenza annuale, così conservando una “ciclicità essenziale” alle dinamiche della produzione e distribuzione. Per altro, fa notare Porro, “esistono altre fiere e altri momenti internazionali” successivi al salone, ma “l’onda parte dall’appuntamento di Milano”. Il Salone del futuro dovrà anche “tornare all’essenziale”, ritrovare una sua “sobrietà”, evidenzia Porro. “Della qualità bisogna fare esperienza, non la si può comprendere attraverso uno schermo. Serve una rappresentazione corale, avere la possibilità di toccare con mano. E poi, soltanto così noi aziende riusciamo a posizionarci dove vogliamo rispetto agli altri e alla città”. E il ruolo della città di Milano che tanto ha dato e tanto ha ricevuto dal Salone? “La relazione con quello che sta fuori dal Salone per Assarredo è fondamentale, perché riempie di vita tutto. E’ il mix delle due cose che è importante”. Ma, avverte Porro, “il ruolo fondamentale della città, adesso, è sciogliere il nodo dei trasporti, della logistica e dell’ospitalità. La città di Milano, se vuole darci una mano, è su questo che si deve concentrare”. Anche perché, a ben vedere, tra tutti i costi che un’azienda deve sostenere, quello dello stand in fiera “non è la voce principale”. Incidono moltissimo anche, appunto, la logistica e l’ospitalità. “Penso che sia importante – conclude Porro – che così come le aziende stanno facendo un grande sforzo, anche gli alberghi e tutte le strutture ricettive devono iniziare a giocare in squadra con noi”. Insomma, come per tutte le fasi di cambiamento, il passaggio al post covid e, indipendentemente, la transizione verso il Salone del domani non sarà un on/off, richiederà tempo, riflessione, possibilità di mettere in campo i passi giusti, perché diventino strutturali.