Cento anni di storia attraverso più di centocinquanta capolavori disegnati da grandi Maestri italiani e internazionali saranno esposti per la prima volta in Cina, in occasione del 110º anniversario di Tsinghua University, l’istituzione governativa più importante e attiva della Repubblica Popolare Cinese.
La mostra intitolata ‘Design Utopia‘, curata dal designer italiano Alessandro Guerriero e dal designer, curatore, scrittore e accademico cinese Su Dan, vedrà esposta la collezione Biagetti, un documento storico e didattico unico nel suo genere, ideato e realizzato a Ravenna nel 1988, grazie a Raffaello Biagetti, Giovanni Klaus Koenig, Giuseppe Chigiotti e Filippo Alison. Obiettivo: raccontare a tutti la nascita e l’evoluzione di uno tra i più importanti fenomeni culturali e sociali del secolo scorso: il design. “I progetti utopici nascono quando si dilata smisuratamente il campo tra presente e futuro. Altro è infatti abitare la salvezza, altro la speranza, altro il progresso, altro l’Utopia – commenta Guerriero -. Quest’ultimo è il luogo delle problematiche vaste, estese, lontane. È il luogo dove il progetto solitario, unitario, controllato, re-inventa continuamente il progetto superficiale, indifferente, ambiguo nell’ipotesi che l’uomo oggi è una somma di individualità in accordo ma anche in contrapposizione tra loro. Design Utopia è il luogo dove si ri-disegnerà continuamente l’immagine del mondo, dove i grandi opposti naturale-artificiale, design-arte si scambieranno ruoli e valori ma dove artigianato, informatica, materiali e metodi nuovi potranno far rivivere continuamente la nostra vocazione poetica”.
Il progetto è promosso da Musei Italiani, un’organizzazione fondata da Federico Bonadeo, grazie alla collaborazione con Tsinghua University Art Museum e al supporto dell’Ambasciata Italiana in Cina.
La collezione racconta attraverso 158 opere la storia dell’arredo dal 1880 al 1980, un percorso cronologico che dall’inizio della rivoluzione industriale arriva fino agli anni 80 e si conclude con la Poltrona di Proust di Alessandro Mendini, realizzata proprio insieme ad Alessandro Guerriero, allora fondatore di Atelier Alchimia.
Presenti contributi eccezionali già parte della storia del design: dall’Art Nouveau, che vede autori come Charles R. Mackintosh, Antoni Gaudì, Thonet, per proseguire con la grande Scuola Viennese del primo Novecento, Josef Hoffmann, il Bauhaus, Gerrit Thomas Rietveld fino a Frank Lloyd Wright. Gli anni 50 sono rappresentati da progettisti scandinavi, italiani e americani tra cui Alvar Aalto, Charles and Ray Eames, Carlo Mollino, Carlo Scarpa, Luigi Caccia Dominioni e Gio Ponti. L’Italia degli anni 60 dà vita all’industrializzazione a regime del design e al cosiddetto stile italiano dei fratelli Castiglioni, Gae Aulenti, Alessandro Mendini ed Ettore Sottsass, passando per le espressioni più controverse e irriverenti, tipiche del design radicale, fino ad arrivare alle esperienze dirompenti di Atelier Alchimia e Memphis che concludono questo brano di storia che ancora oggi così tanto affascina.
La storia ha inizio a Ravenna nel 1988 dove nasce il ‘Museo Dell’Arredo Contemporaneo‘ fondato da Raffaello Biagetti con l’idea di rappresentare i momenti cruciali dell’evoluzione del prodotto industriale italiano ed internazionale, evidenziandone le sfumature e i contrasti attraverso le diverse esperienze che hanno generato e consolidato l’idea del Design nel contemporaneo. È un progetto estremamente innovativo per l’epoca e dal forte carattere didattico, in grado di guidare lo spettatore attraverso un viaggio immaginario nell’evoluzione della creatività applicata all’oggetto che viene prodotto a livello industriale in una sorta di equilibrio magico tra forma e funzione, tra tecnologia e nuove forme espressive.