Dopo aver sedotto il Paese con il suo arredo di qualità, il made in Italy passa il testimone agli architetti, chiamati a immaginare palazzi avanguardisti dal gusto occidentale.
Che il design italiano piacesse molto all’ex Unione Sovietica è evidente dall’importanza delle esportazioni di arredo italiano nel Paese. Nel 2013, infatti, secondo i dati di Ita-Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), l’Italia ha esportato in Russia arredi e materiali riconducibili alla filiera abitare per 589 milioni di euro. Nonostante il calo dell’export (-9,8%), a fronte di una contrazione generale dei valori, l’Italia ha mantenuto comunque le proprie posizioni confermandosi come secondo fornitore di mobili e articoli per l’illuminazione, dopo la Cina, con una quota del 9,9%, mentre per i materiali ceramici si attesta al quarto posto.
Ora si sta delineando un ampliamento della richiesta di made in Italy nell’architettura. Il savoir-faire progettuale degli architetti italiani sta affascinando i russi a tal punto da affidare a loro l’ideazione di costruzioni rappresentative nel Paese, al fine di modernizzare lo skyline in un’ottica avanguardista e occidentale.
Che Gum di Bosco di Ciliegi, il più caratteristico centro commerciale moscovita, sia stato ristrutturato dall’architetto italiano Michele De Lucchi la dice lunga sulla reputazione dei professionisti del design del nostro Paese e sul plus artistico che offrono.
Da allora è stata un’escalation di interventi firmati dal tricolore, ad ampio spettro. Dalla periferia al centro, il tocco del ‘made in’ punta a rivalutare e impreziosire il territorio, arrichendolo di cultura del progetto e coinvolgendo pezzi grossi dell’edilizia locale.
Alexey Dobashin, CEO di Krost, una delle maggiori società russe di costruzioni, ha voluto al suo fianco l’architetto milanese Dante Oscar Benini, allievo di Scarpa e Niemeyer, per il progetto ‘Living Art’, che trasformerà un parco residenziale di grattacieli in costruzione alla periferia di Mosca in un luogo perfetto per vivere, lavorare e interagire. Il progetto italiano ha sbaragliato tutti i concorrenti, tra i quali lo studio inglese Hopkins e l’olandese Mecanoo. Il complesso residenziale, composto da 4 grattacieli di 45 piani alti 160 metri e uno da 33 piani alto 110 metri, distribuiti in un comprensorio di dieci ettari, sono affrescati da un altro italiano, il pittore milanese Mario Arlati. Nasce così ‘l’opera d’arte abitabile più grande del mondo’, come la definisce Dobashin, che verrà terminata nel 2016.
L’area dell’ex aeroporto di Mosca, invece, vedrà sorgere un meraviglioso parco che porterà la firma dello studio italiano Land Milano, vincitore del concorso internazionale Khodynka Park – Moscow. L’intervento di riqualificazione sarà gestito dal team guidato da Andreas Kipar con i progettisti Mario Cucinella, Leftloft e l’artista Thomas Schönauer. Come spiega Nikolay Sobolev, direttore esecutivo del concorso e Consigliere del Presidente della Inteco, “la giuria era interessata all’accessibilità del parco, alla sua convenienza per i residenti, all’elaborazione della pianificazione dei trasporti e alla concezione del parco come spazio vivibile sia in estate che d’inverno. Inoltre, era importante la luminosità delle soluzoni visive ed il loro modo di riflettere il concept di progetto. I colleghi italiani hanno pensato alla priorità della costruzione del parco, che dovrebbe essere impiantato vicino alla nuova stazione della metropolitana”. “Lo studio Land propone di riempire il parco con elementi architettonico-artistici in analogia con il Centro Nazionale per le Arti Contemporanee, Ncca, che si trova nelle vicinanze. Secondo gli architetti, i residenti del quartiere potranno piantare qui i loro alberi e questo lavoro sarà fatto con il cuore, presentandosi come una soluzione vincente”, ha riferito Sergei Kuznetsov, fondatore del moscovita Studio Speech, sul portale del Governo di Mosca. La morfologia e l’andamento dei percorsi dell’intero parco sono progettati secondo un disegno dalle linee fluide, in cui le diverse attività ed attrezzature sono inserite nel loro peculiare contesto. La struttura del parco, in particolare, è ispirata alle “trame delle nervature delle foglie, geometrie frattali, e ricchi elementi decorativi dalla tradizione moscovita”, spiegano i progettisti.
Il progetto del parco di Khodynka ristabilisce le connessioni con gli edifici residenziali del contesto urbano, divenendo il centro naturale di un rinnovato quartiere, verso il quale si articolano i tracciati minori, in un sistema d’interazione tra la natura e la città.
Tra i progetti fiore all’occhiello del design italiano in Russia rientra quello del Moscow Polytechnic Museum and Educational Centre, frutto delle menti delle archistar Massimiliano e Doriana Fuksas e di Studio Speech, con realizzazione prevista entro il 2017.
“E’ uno dei mei progetti preferiti – commenta Massimiliano Fuksas – ed è una vittoria italiana, il museo sarà una pietra miliare e rifletterà l’immagine di una nuova generazione”.
di Paola Cassola