Debuto positivo per Italian Design Brands a Piazza Affari. Il titolo ha aperto a 11,3 euro (dai 10,88 del collocamento) per toccare gli 11,4 come massimo infraday e terminare la sua prima seduta a 11,2 euro (+2,94%). Il polo dell’arredo, che ha in portafoglio Gervasoni, Meridiani, Saba Italia, Gamma Arredamenti International, Davide Groppi, Flexalighting e Axolight, Cenacchi International, Modar e Cubo Design, sbarca dunque su Euronext Milan: si tratta della sesta ammissione in Borsa a Milano dall’inizio dell’anno. “Siamo partiti otto anni fa, progettando tutte le cose che poi sono successe. L’unica slittata, come tempi, è stata proprio la quotazione, che era prevista nel 2020, ma poi gli eventi mondiali e sanitari ci hanno costretto a posticiparla ad oggi. Ora abbiamo mantenuto anche l’ultima delle promesse e raggiunti gli obiettivi che ci eravamo prefissati per la ‘fase uno’ del progetto Italian Design Brands. Ora apriamo la ‘fase due’ e dunque un periodo lungo, nel quale porteremo avanti quello che abbiamo fatto negli anni precedenti e dunque fare crescere le aziende in portafoglio e farne entrare di nuove”, spiega a margine della cerimonia Giorgio Gobbi, Managing Director di Italian Design Brands. Prosegue dunque il processo di aggregazione di eccellenze italiane: “lo porteremo avanti – assicura – anche nei prossimi anni. Anzi, grazie alla quotazione e ai capitali che arriveranno in queste ore potremo anche farlo più velocemente”.
“Siamo nati come piattaforma – ricorda Gobbi – per aggregare eccellenze del design e dell’artigianalità. Da un lato, facciamo crescere le aziende che acquistiamo e dall’altra allarghiamo il perimetro”. Rispetto al numero di aziende che potranno eventualmente fare ingresso in Idb, Gobbi chiarisce che “non c’è un limite: stiamo evolvendo la nostra organizzazione anche in base all’aumentare del numero di aziende. Oggi sono organizzate in quattro aree strategiche di affari. Aumentandone la numerosità, possiamo creare delle business unit strutturate. Dunque, non c’è un limite in termini di numero, ma una necessità di evolvere l’organizzazione centrale in modo tale da accogliere sempre più aziende”.
Nella ‘fase uno’ “abbiamo guardato solo ad aziende italiane, perché dovevamo guardare alla ‘company culture’, dovevamo creare da zero una cultura aziendale. I primi otto anni sono stati dedicati solo ad aziende italiane per costruire lo zoccolo duro del gruppo. Nella ’fase due’ post Ipo, possiamo guardare anche ad alcune eccellenze del design e anche dell’artigianalità che sono fuori dall’Italia”. E almeno una delle acquisizioni previste avverrà “entro l’anno”, anticipa il Managing Director.
Ora, con la quotazione, assicura Gobbi, “nessuna ossessione circa l’andamento del titolo: il nostro è un progetto a lungo termine che, con l’ingresso del nuovo azionista di maggioranza Tip (Tamburi Investment Partners) e con la quotazione, lo è ancora di più”. Soddisfazione da parte del management anche rispetto alla qualità degli investitori che hanno aderito all’offerta: “la nostra – ricorda Gobbi – era rivolta ai professionali, sia in Italia sia all’estero: da fondi di investimento, a family offices, a private banking. Molto ben bilanciata anche a livello internazionale perché dovremmo avere un terzo di investitori non italiani tra svizzeri, inglesi, americani. La domanda è stata per altro due volte la richiesta per aumento di capitale, un altro buon segnale”.
Grande soddisfazione anche da parte del Presidente e CEO Sasso: “ci state dando grande fiducia e non vogliamo deludervi, dice dal palco allestito a Palazzo Mezzanotte per la cerimonia di avvio della quotazione delle azioni, assicurando che “faremo di tutto per rispettare i valori e il dna delle famiglie fondanti”. Sasso ha voluto anche ricordare le società colpite dall’alluvione di queste ore che si è abbattuta in Emilia Romagna, in particolare Modar e Cenacchi. “Due nostre aziende sono state colpite dall’alluvione, saremo loro molto vicini, con tutto il supporto necessario”.