Grazie all’acciaio, gli edifici di ultima generazione, assemblati in officina prima di essere ‘posati’ in loco, godono di svariati vantaggi progettuali ma anche economici. Inclusa la durata, che va dai 50 anni in su.
L’edilizia moderna deve tenere conto di alcuni importanti aspetti oltre al costo diretto di costruzione e l’industrializzazione del processo costruttivo. Ciò che contraddistingue la realizzazione di un’opera in acciaio è un modo efficace per modernizzare come si costruisce, poiché aumenta efficienza e qualità del manufatto. Diventa fondamentale incentivare il passaggio dai metodi costruttivi on-site a quelli off-site, che è quello delle costruzioni in carpenteria metallica, dove le attività critiche costruttive sono svolte in un ambiente protetto – che è quello dell’officina – per poi procedere con il solo assemblaggio in loco. I vantaggi parlano di riduzione delle tempistiche di cantiere, di un più rapido ritorno dell’investimento e di efficienza con ricadute in termini di sostenibilità e maggiore flessibilità nell’utilizzo degli spazi. Inoltre, la costruzione off-site garantisce certezza di costi, tempi e qualità non raggiungibili nelle tradizionali condizioni on-site.
Grazie all’efficienza delle costruzioni in carpenteria metallica, centinaia di progetti testimoniano la diminuzione della cantieristica, con conseguenze positive sull’ottimizzazione dei processi e sulla riduzione dei tempi per tutta la filiera. I vantaggi sono notevoli anche in termini di impatto sulla comunità in cui viene costruito l’edificio, evitando completamente in certi casi i disagi per la popolazione come l’interruzione del traffico o i cambiamenti della viabilità. L’acciaio è inoltre tracciato lungo tutto il processo costruttivo, attraverso norme nazionali ed europee: questo porta evidenti vantaggi dal punto di vista della garanzia della qualità del materiale e dell’opera. Infine, grazie ai sistemi protettivi, alla verniciatura e alla zincatura a caldo, l’acciaio garantisce una vita utile alle opere che può superare i cinquant’anni e in alcuni casi anche il secolo.
Con il BIM si snellisce l’intero processo costruttivo, dal progetto al collaudo
Il BIM (Building Information Modelling) rappresenta un elemento chiave nell’applicazione della digitalizzazione nel mondo delle costruzioni: l’evoluzione verso un nuovo modo di lavorare che coinvolge l’intera filiera edile. Questo metodo collaborativo consente di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase dalla progettazione architettonica a quella strutturale, da quella impiantistica a quella energetica e gestionale, dagli acquisti alla produzione, dal collaudo fino alla manutenzione, e i prodotti in acciaio sono perfettamente integrati all’interno dei software più comunemente utilizzati in questo campo. Attraverso sistemi tecnologici innovativi e la digitalizzazione del processo, gli elementi costruttivi sono realizzati in un luogo diverso da quello del cantiere. Nel luogo dove sorgerà l’edificio si provvederà solamente all’assemblaggio delle varie componenti. Tutti i soggetti sono aggiornati su tutto in tempo reale e, grazie a queste tecnologie viene ricreato off-site quanto potrebbe succedere on-site, evitando gli eventuali costi per le risoluzioni in cantiere. La redazione degli “as build” diventa molto semplice e gli interventi di manutenzione, anche straordinaria, sulla parte realizzata in officina possono essere eseguiti con maggior precisione. Gli ambienti interni di questi edifici possono essere organizzati in modo flessibile con conseguenze positive non solo sulla gestione dell’utilizzo degli spazi, ma anche sull’organizzazione di importanti attività come il monitoraggio dell’edificio e la manutenzione degli stessi nel tempo. La ricchezza delle soluzioni tecnologiche a disposizione dei professionisti che operano nel settore edile è un enorme patrimonio al quale attingere. Anche e soprattutto quando si costruisce in acciaio.
La sede BNP PARIBAS a Roma, simile alla prua di una nave
Considerata punto di svolta per il rinnovamento del quartiere di Roma Tiburtina, la nuova sede BNP PARIBAS vede la luce con l’intervento dello studio di architettura Atelier(s) Alfonso Femia, che prevede una trasformazione concreta delle esigenze funzionali, coinvolgendo una riqualificazione urbana, della viabilità e del potenziamento dei servizi. La sua particolare planimetria, con silhouette longilinea, è dovuta alla forma allungata e stretta della superficie su cui è stata realizzata, e si sviluppa su 12 piani fuori terra. Simile alla prua di una nave, la facciata sud dell’edificio presenta una rastremazione in pianta e in alzato. Carattere generatore dell’edificio è quello che i progettisti definiscono il principio del “Giano Bifronte”: le facciate lunghe devono avere la medesima importanza. Le strutture di elevazione, a partire dalla quota del piano d’ingresso, sono contraddistinte da schemi tridimensionali molto complessi articolati da elementi in carpenteria metallica, in acciaio di classe S355J0. Il progetto conta circa 75 mila mq di superficie totale, per 3000 tonnellate circa di acciaio strutturale, ed è stato ottimizzato per garantire un risparmio economico derivante dalla razionalizzazione delle quantità di materiale impiegato: non dovendo applicare la gerarchia delle resistenze al nodo trave-colonna, è stato possibile prevedere dei collegamenti più snelli ed economici.
Il Campus Innovazione, nuova sede universitaria del capoluogo lombardo
Gestito da In Domus Milano, assieme ad altre residenze quali il Campus Certosa e Campus Monneret, la residenza universitaria della Bicocca è promossa da InvestiRE SGR spa e rientra tra gli investimenti del Sistema Integrato dei Fondi di housing sociale, il cui investitore di riferimento è il Fondo Investimenti per l’Abitare (FIA) gestito da CDP Investimenti SGR spa. Su progetto di Goring and Straja Studio, Giacomo Sicuro, Costanza Gammieri e D&D srl, conta 15 piani fuori terra e due interrati, per un totale di 449 posti letto, una palestra all’ultimo piano e svariati spazi comuni.
Dal confronto con le architetture circostanti, definite dal celeberrimo masterplan di Vittorio Gregotti, nasce un volume monolitico, dove l’abbinamento di vetro e acciaio contribuisce a garantire leggerezza e pulizia formale. La struttura portante dell’edificio è costituita da colonne e travi in acciaio, per un peso complessivo di circa 500 tonnellate in qualità S355J0. Le colonne sono composte da elementi a doppio T saldati con dimensioni a progetto e con teste rettificate, per garantire planarità dei giunti verticali testa a testa. Anche le travi piolate che costituiscono gli appoggi dei solai, di tipo ‘slim floor’, sono composte da elementi saldati. La luce naturale valorizza gli ambienti grazie alle grandi vetrate, e il patio ha reso possibile una maggior illuminazione degli spazi in condivisione.
Il Business District Symbiosis, volano di sviluppo per la zona Sud di Milano
Il nuovo business district adiacente a Scalo Porta Romana, nella zona Sud di Milano, è un progetto di sviluppo con un forte carattere innovativo sia nel disegno degli spazi pubblici e privati sia nelle scelte tecnologiche e sostenibili dei nuovi edifici. Due sono i volumi coinvolti, che portano la firma dello Studio ACPV, Antonio Citterio Patricia Viel: un involucro trasparente più alto, di otto piani, e uno più basso, di tre, pensato per essere spazio polifunzionale. Qui l’utilizzo dell’acciaio è stato strategico per ottenere il restringimento dell’impronta dell’edificio a piano terra, realizzato grazie a una struttura di trasferimento dei carichi inserita in corrispondenza del livello primo e secondo, costituita da un sistema di travi in acciaio in grado di ripartire le sollecitazioni provenienti dai pilastri dei piani superiori sui muri dei vani scala e sulle colonne in acciaio al piano terra; tra queste spiccano due elementi con forma a “V”, realizzati con piatti saldati di spessore massimo di 60 mm, disposti perpendicolarmente l’un l’altro. Le grandi travi principali in acciaio a copertura del piano terra raggiungono un’altezza di 2100 mm e sono state realizzate in più tronconi bilanciando dimensioni di prefabbricazione, trasporto e installazione, con assemblaggio finale in cantiere. Per accogliere la luce presente tra le due travi parete centrali, sono state inserite 13 travi in acciaio saldato.
L’utilizzo della carpenteria metallica, introdotta in corso d’opera, ha consentito non solo di contrarre i tempi di realizzazione e, contemporaneamente, di rispondere alle necessità del progetto sia dal punto di vista architettonico, liberando totalmente l’attacco a terra in un’ottica di permeabilità e sinergia con lo spazio pubblico, sia dal punto di vista strutturale, permettendo di coprire le grandi luci previste a progetto con il minimo ingombro.
Hubertus Alpin Panorama Hotel, il resort altoatesino con la spa “capovolta”
All’Hubertus Alpin Panorama Hotel, adagiato sul pendio di Sorafurcia, sopra Valdaora (Bolzano), l’avveniristica area benessere è organizzata su due piani ed è situata sul lato sud-est della facciata del complesso, dove una piattaforma a sbalzo, posta a 15 metri rispetto al livello del terreno e sorretta da due pilastri in acciaio rivestiti in tronchi di larice, si stacca dal corpo principale attraverso una passerella sospesa. Elemento di sorpresa è quello inferiore, dove l’orizzonte subisce una rotazione di 180° e le ‘capanne’ sembrano ancorate a testa in giù. La struttura su cui insiste il “villaggio capovolto”, ideato da noa network of architecture con Lukas Rungger, fondatore di noa e architetto a capo del progetto, ha una superficie totale di 140 mq e, nei suoi due livelli, ospita in alto una doppia vasca idromassaggio, due docce panoramiche e uno spogliatoio e, in basso, un’area wellness con due saune, un altro idromassaggio e una ice room. Attraverso l’utilizzo di strutture in carpenteria metallica e moderni metodi di calcolo tridimensionale, è stato possibile realizzare l’ampliamento assecondando i requisiti architettonici; la piattaforma è supportata da due pilastri d’acciaio in tubolari circolari, che si agganciano alle travi composte saldate principali, mentre una serie di travi perpendicolari alle principali costituisce l’impalcato.