Duka fattura 80 milioni di euro producendo soltanto box doccia. Ora punta a realizzare il primo stabilimento specializzato in chiave 4.0. Obiettivo: ottenere una produzione custom-made automatizzata. La figura chiave dell’installatore.
“Il nostro sogno è avere la miglior produzione d’Europa di cabine doccia. Con questo investimento, pensiamo di poterci riuscire”. Gloria Riva, marketing manager di Duka, vede crescere giorno dopo giorno la nuova fabbrica. I lavori sono iniziati a marzo 2017 e dovrebbero essere ultimati a settembre, dopo 18 mesi di cantiere. L’investimento è importante e se la struttura prende corpo abbastanza in fretta, la vera sfida è legata alla dotazione di macchinari in grado di concretizzare il primo stabilimento di box doccia in chiave industria 4.0. Le informazioni e i dati saranno trasmessi da un impianto all’altro, semplificando nella complessità un ciclo produttivo mirato ad automatizzare una produzione customizzata e a fornire un servizio sempre più qualificato. “La chiave per affrontare il mercato – sottolinea Riva – è indubbiamente questa: assicurare un prodotto in tempi rapidi, realizzando i desideri del cliente finale e garantendo un after sale efficace e al tempo stesso sicuro. Per farlo, dobbiamo essere vicini ai nostri mercati di destinazione ed è per questo motivo che lo sviluppo commerciale di Duka privilegia i Paesi europei”. Il primo mercato di destinazione è la Germania, che precede per importanza l’Italia e a seguire compaiono Austria, Svizzera, Belgio, Olanda. Nel 2016 la società ha ottenuto ricavi per 79 milioni di euro e punta a chiudere il 2017 a quota 80 milioni: non è poco, per una realtà che produce soltanto cabine doccia. “La specializzazione è il nostro punto di forza. Ormai siamo rimasti in pochi a seguire esclusivamente questo tipo di prodotto in maniera industriale, perché i competitor di un tempo hanno esteso l’offerta a tutto l’ambiente bagno, compresi i mobili. Negli anni, siamo riusciti a far passare un messaggio: poiché facciamo soltanto cabine doccia, riusciamo a farle molto bene”. I canali di riferimento di Duka dal punto di vista distributivo sono quelli dei rivenditori e degli installatori. Il contract ha acquisito più importanza ma se l’azienda da un lato dialoga con gli architetti per comunicare le novità di prodotto, dall’altro si appoggia ai rivenditori per la gestione delle operazioni legate alla progettazione. “Per noi – sottolinea Riva – è particolarmente importante la figura dell’installatore, a cui il nostro mondo non sempre attribuisce la giusta importanza. Se un marchio offre continuità di soluzioni, novità di prodotto e non crea problemi di servizio, perché mai un installatore dovrebbe essere tentato di cambiarlo?”.
Quanto alle novità, le ultime presentate da Duka nell’ambito shower sono legate all’arricchimento della collezione natura 4000, realizzata per la prima volta nel 2016 e aggiornata all’ultimo Cersaie. Le tendenze a livello di cabina doccia sono legate all’introduzione di prodotti trasversali, caratterizzati da una maggiore flessibilità nella componentistica, con forti attenzioni all’ergonomia e adatti all’utilizzo di tutti i clienti finali, senza distinzioni di età. Si alleggeriscono i telai, le finiture metalliche cromate e satinate prendono il posto dei colori, c’è un ritorno del nero per assecondare l’idea di total look della casa portata avanti dagli architetti e che spesso dà forma a un total black. Intanto si abbassano i livelli dei piani e conquista spazio l’idea del filo pavimento. Duka segue una tendenza di mercato, derivante dalla sostituzione delle vasche da bagno con spazi doccia ampi, spesso risolti con pareti di vetro aperte, le cosiddette soluzioni walk-in. Lo ha fatto alla sua maniera, cercando un valore aggiunto e l’innovazione, e puntando a una soluzione più definita, arricchita da cerniere e lastre ricurve che consentono al vetro, nella sua purezza, di essere stabile e sicuro nonostante la totale assenza di bracci e sostegni.