Non basta pensare a materiali considerati ‘sostenibili’. Studiare il ciclo di vita di un prodotto è fondamentale. Rilegno e Corepla sono due consorzi che tutelano e garantiscono il riciclo di legno e plastica.
di Valentina Dalla Costa
Quando si parla di ciclo di vita, si intende un insieme composto da fasi differenti che caratterizzano l’evoluzione di un prodotto nel tempo, la cui durata è indiscutibilmente determinata dall’andamento delle vendite e della risposta del mercato. Queste fasi iniziano con lo sviluppo del prodotto, la sua introduzione sul mercato, la crescita e poi il declino. Analizzato il processo da un punto di vista differente, ovvero della sostenibilità, non solo i risultati e le performance di vendita sono importanti.
LCA: studio del ciclo di vita del prodotto
Per progettare secondo logiche riferite all’Ecodesign, è necessario analizzare l’LCA, ovvero il Life Cycle Assesment, altrimenti detta valutazione del ciclo di vita di tutte le fasi di produzione di un prodotto o di un servizio, le quali hanno – nessuna esclusa – un impatto ambientale dato.
Durante lo studio dell’LCA vengono analizzati i flussi di materiale in ingresso e uscita, l’energia e le emissioni delle fasi di prodotto. Per minimizzare l’impatto di ogni fase del ciclo di vita del prodotto, si parte dalla scelta delle materie prime per passare ai processi di realizzazione e finiture, fino alla scelta degli imballaggi e le soluzioni per migliorare e ottimizzare la logistica riducendo gli impatti sul trasporto. Alcune strategie possono aiutare a migliorare le caratteristiche di ecosostenibilità: selezione di materiali a basso impatto ambientale e rinnovabili con riduzione/sostituzione di materie pericolose, tossiche o altre incompatibili con l’ambiente, sia nel prodotto sia nel consumo relativo; riduzione dell’uso dei materiali e sostituzione con materiali riciclati ove possibile; ottimizzazione delle tecniche di produzione; ottimizzazione dei sistemi di distribuzione; riduzione e semplificazione degli imballaggi; comunicazione pubblicitaria a basso impatto; comunicazione trasparente verso il consumatore delle prestazioni ambientali del prodotto e del corretto uso e smaltimento; riduzione dell’impatto durante l’uso; ottimizzazione della durata di vita con possibilità di: riparare o di effettuare una manutenzione dei prodotti (durabilità); potenziare l’uso di un prodotto attraverso un disegno classico; considerazione di eventuali esigenze future (longevità); ampliare le funzioni (multifunzionalità o modularità dei prodotti); ottimizzazione dei sistemi di fine vita(semplicità di smontaggio; materiali di scarsa complessità; utilizzo di materiali riciclati e riciclabili; recupero dei componenti mediante remanufacturing (fabbricazione con materiali riciclati) nell’ambito di un ciclo chiuso e applicazioni secondarie) – fonte “Atlante dell’ecoinnovazione. Metodi, strumenti ed esperienze per l’innovazione, la competitività ambientale d’impresa e lo sviluppo sostenibile” di Serenella Sala e Valentina Castellani.
Rilegno, un esempio virtuoso
Un’attività, quella del riciclo del legno, che il Consorzio Rilegno svolge con successo fin dal 1997, quando tutto ebbe origine in seguito all’entrata in vigore del Decreto Ronchi, attuato per risolvere i problemi legati al ciclo di vita degli imballaggi in legno. “Quattro sono le priorità per Rilegno come la legge stessa stabilisce – racconta a Pambianco Design Nicola Semeraro, Presidente Rilegno – Prevenire, recuperare, riutilizzare e riciclare. Questi quattro punti rappresentano le linee guida che il Consorzio persegue nel suo approccio rivolto alla realizzazione concreta dell’economia circolare così da consentire un infinito ritorno in vita del materiale”.
Oltre 23 anni di storia hanno reso Rilegno un caso virtuoso unico nel panorama internazionale. 2000 imprese, 400 piattaforme di raccolta legno in tutta Italia, 16 aziende di riciclo, 4545 Comuni. Per comprendere l’importanza delle sue attività, basta osservare i numeri: i risultati del 2019 parlano di 1.967.000 tonnellate raccolte e riciclate e oltre 60 milioni di pallet rigenerati e reimmessi al consumo. “La quantità di legno riciclato ogni anno è tale che basterebbe a riempire il Colosseo per oltre 30 volte. Un trend in forte crescita e che ha segnato negli ultimi anni un aumento costante tanto da raggiungere una percentuale del 63% nel riciclo degli imballaggi in legno, ben oltre il target fissato dall’Unione Europea per il 2030”.
La ricerca condotta dal Politecnico di Milano dal titolo “Il sistema circolare della filiera legno per una nuova economia”, ha evidenziato che la filiera basata sulle attività di recupero, riutilizzo e di riciclo del legno post-consumo in Italia, diversamente da quanto accade in altri Paesi, dove il legno post consumo viene prevalentemente bruciato per produrre energia, ha consentito di rigenerare e quindi riutilizzare quasi il 30% degli imballaggi recuperati e di riciclare la parte restante, consentendo di produrre pannelli per l’arredo senza bisogno di consumare legno vergine. Complessivamente, l’impatto economico sulla produzione nazionale delle attività della filiera del recupero del legno post consumo è stimabile in circa 2 miliardi di euro, con 10.000 posti di lavoro in Italia. Il mercato oggi parla chiaro: le aziende con una certa visione guardano al mercato con sguardo necessariamente sostenibile, perchè il consumatore è sempre più attento all’uomo e al pianeta. “Sostenibile vuol dire un’economia che ha una visione ampia che tiene conto dell’impatto sull’ambiente e sull’uomo. Quindi l’attenzione alla sostenibilità non è più un’opzione, è un senso unico. Il cambiamento climatico, i disastri ambientali, eventi tragici come la pandemia ci chiamano a una forte responsabilità e chi non se la assume non potrà più procedere nel mondo del futuro”. Il punto forte dell’economia circolare messa a punto da Rilegno è il fatto di essere sistemica, di coinvolgere settori diversi in un equilibrio necessario perché il sistema funzioni, “sistema che in poco più di 23 anni ha creato una vera e propria nuova economia che ha prodotto risultati importanti sia in termini ambientali (2 milioni di tonnellate di CO2 risparmiate ogni anno), sia sociali con la capacità di creare sviluppo e occupazione. Il nostro rapporto con le aziende del settore arredo è stretto, o per meglio dire facciamo parte dello stesso sistema circolare e Rilegno funge da equilibrio. Per dare un termine di paragone concreto: oggi il 95% del legno riciclato diventa pannello di qualità che viene utilizzato dalle aziende che producono prodotti d’arredo”.
Il pannello truciolare italiano, che costituisce ancora la base per i prodotti di arredamento, è infatti realizzato con tecniche che permettono di utilizzare una percentuale di legno riciclato superiore alla media europea. Le aziende riciclatrici, tra cui Fantoni, il Gruppo Frati, Kastamonu, Saib, il Gruppo Mauro Saviola, continuano in questo modo a contribuire a trasformare materiali scartati in una materia prima d’eccellenza per lo sviluppo del made in Italy d’arredo, mantenendo la leadership mondiale nelle tecnologie per la trasformazione e il riciclo del legno.
Corepla, le logiche di riciclo della plastica
Il Consorzio si occupa della gestione dei rifiuti che arrivano dalla raccolta differenziata di imballaggi in plastica, per poi avviare il materiale al recupero. “Il nostro lavoro – spiega Antonio Protopapa, direttore Ricerca & Sviluppo Corepla – è quello di garantire l’effettivo recupero dei materiali, ovvero il riciclo di imballaggi trasformati in materia prima, oppure trasformati per recupero di energia”. Gli imballaggi menzionati vanno dalla bottiglia d’acqua minerale fino a flaconi, vaschette. “Dal loro riciclo si ottiene una fibra sintetica, il poliestere, molto utilizzato nel settore tessile e moda”. Parlando di progettazione e ‘good design’, il Consorzio forma i produttori di imballaggio, direzionandoli verso linee guida precise per poter progettare contenitori che possano essere riciclati, una volta trasformati in rifiuto. “Sembra banale, ma fino a pochi anni fa era fantascienza. Oggi la situazione è migliorata, tutti i grandi marchi sono coinvolti nel ciclo di vita dei loro prodotti”. Tra le aziende del settore design e arredo, una collaborazione interessante quella con Fratelli Guzzini. “La sinergia con loro ha dato frutti interessanti: una linea realizzata partendo da plastica riciclata. Corepla ha collaborato aiutando a scegliere i materiali giusti, ed è nata Circle, linea di prodotti che vengono dal riciclaggio di bottiglie d’acqua in PET e flaconi in PP, che altrimenti sarebbero destinati alla discarica. Altra iniziativa è ‘Corepla – call for Ideas’: “tre anni fa abbiamo lanciato una call per avere nuove idee su come avviare al riciclo alcuni nostri materiali. Nel 2019 abbiamo premiato l’idea di Anaktite, materiale ottenuto da riciclo di PPT che unisce due esigenze: recuperare gli scarti prodotti dal riciclo del vetro, la cosiddetta sabbia di vetro, che non può essere riutilizzata nelle vetrerie a causa della granulometria troppo ridotta, e impiegare la polvere di PET riciclato che esalta le caratteristiche del composito grazie alle sue prestazioni chimico-fisiche.
Il risultato è un materiale al 100% sostenibile e nuovamente riciclabile, in grado di replicare – sia esteticamente che dal punto di vista tecnico – le pietre naturali e i compositi di ultima generazione. Grazie alla sua versatilità in termini di forma, colore e rilievo, unita alla termoplasticità del PET, può essere utilizzato nel settore dei rivestimenti interni ed esterni, nelle pavimentazioni, nei top per cucine e in applicazioni alternative ai laminati per arredo”.