Sul palcoscenico della trentaseiesima edizione di Cersaie, tra le molte aziende e moltissime novità di prodotto, si è presentato anche lo Stato americano del Tennessee che ospita, ad oggi, ben cinque impianti industriali di marchi italiani per la produzione di lastre ceramiche.
Quello che è accaduto, grazie agli investimenti delle aziende quali Florim, Del Conca, Panaria Group (con la controllata Floride Tile), Atlas Concorde (con Landmark Ceramics), Iris Ceramiche Group (con Stonepeak Ceramics che a breve amplierà l’impianto per dare lavoro ad altre 160 persone) è la riproposizione del distretto produttivo italiano in chiave statunitense.
Marazzi non viene annoverato nell’elenco poiché, precorrendo i tempi, arrivò negli Usa negli anni Ottanta per poi diventare americana con l’acquisizione, nel 2012, da parte di Mohawk Industries.
“Molti sono gli elementi in comune ai due territori, quello italiano e quello americano”, ci ha confermato Virginia Crowley, Director of Business Development Italy del Tennessee Department of Economic Development, che ha un ufficio proprio a Bologna “La disponibilità di materia prima (argilla, che proviene da tre grandi cave, e feldspati, questi ultimi arrivano anche dalla Turchia in due porti dedicati), l’abbondanza di acqua, la facilità di insediamento e la forte domanda di beni per l’edilizia”. Fattori che hanno spinto i grandi player emiliani, leader nel panorama mondiale, a insediarsi direttamente negli Stati Uniti, primo mercato di riferimento fuori dall’Ue, per sfruttare la crescita del settore costruzioni, svincolandosi dal tasso di cambio euro-dollaro e dai costi di trasporto.
Molti sono anche i fornitori italiani che nel medesimo territorio supportano gli impianti di produzione, producendo colori, smalti, collanti e sistemi impiantistici.
“Importanti marchi come Sacmi, System Group, BMR, LB, Silvestrini, Martinelli Stampi, Rainbow, Hydrodesign, Torrecid, GMM e Colorobbia, sono alcune delle aziende già note nel Sassuolese che, nel Tennessee, hanno aperto sedi commerciali e service”, ci conferma Virginia Crowley.
Durante la fiera Cersaie, il dipartimento per lo sviluppo economico dello Stato americano ha incontrato quaranta aziende italiane presentando le opportunità e le facilitazioni – burocrazia snella, nessun onere di urbanizzazione, sgravi fiscali e detassazione della formazione – delle quali possono beneficiare gli imprenditori del nostro Paese se decideranno di affrontare il mercato d’oltreoceano. Informazioni che sono comunque sempre disponibili presso l’info point bolognese del Volunteer State.