Il Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri ha diffuso le stime sull’andamento del fatturato del settore dei Servizi di Ingegneria e Architettura (SIA). La previsione del Governo di una flessione del 13% degli investimenti nel 2020 indurrebbe un decremento del fatturato di oltre il 16% per ingegneri e architetti e del 19% per l’intero aggregato di professionisti dell’area tecnica, impegnati nel processo costruttivo (ingegneri, architetti, geologi, geometri, periti industriali).
In valori assoluti, per i soli ingegneri e architetti si tratterebbe di una riduzione del monte volume d’affari di almeno 1,2 miliardi rispetto a quanto registrato nel 2019, mentre per il comparto SIA allargato (comprensivo dei diversi professionisti tecnici) la perdita rispetto all’anno precedente sarebbe di oltre 1,8 miliardi di euro.
Per il 2021 è prevista, tuttavia, una ripresa. Se si confermassero le stime più accreditate di una crescita degli investimenti in costruzioni tra l’8% e il 10%, il fatturato degli ingegneri e architetti potrebbe registrare nell’anno un incremento del 10,7%, che per il comparto SIA allargato arriverebbe al 12,3 per cento.
In ogni caso, anche nel quadro prospettico più ottimistico, nel nuovo anno non si recupererebbero i livelli pre-crisi, anzi il Centro Studi CNI stima che il monte volume d’affari del comparto SIA si riposizionerebbe su quello di quattro anni fa. Nella migliore delle ipotesi, il volume d’affari dei soli ingegneri e architetti operanti nella libera professione si potrebbe attestare, nel 2021, a poco più di 7 miliardi di euro, mentre per il comparto SIA allargato si attesterebbe a 8,8 miliardi di euro.
Le stime elaborate sulla base di un modello di simulazione, con dati di contabilità nazionale, sono corroborate dai risultati di un’indagine condotta nel mese di ottobre 2020 dal Centro Studi CNI su un campione di oltre 12.500 ingegneri iscritti all’Albo professionale. L’indagine fotografa il senso di disorientamento e di difficoltà indotti dagli ultimi dodici mesi di crisi, ma anche la capacità di reazione di molti studi professionali di ingegneria, che hanno cercato di rafforzare il proprio legame con i clienti e che hanno sperimentato ambiti di intervento diversi da quelli di specializzazione. Non manca una quota apprezzabile, pari al 15%, di professionisti per i quali nel 2020, nonostante tutto, il fatturato è aumentato rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questa quota si scontra con il 66% di ingegneri che hanno dichiarato di avere registrato una flessione del fatturato.
Dall’indagine del Centro Studi CNI, tra le altre cose, emerge come alcuni strumenti attivati nel pieno della crisi per sostenere le attività dei professionisti, come il prestito a tasso zero proposto da Inarcassa e il prestito fino a 30mila euro garantito dal Fondo di Garanzia PMI, abbiano avuto una efficacia limitata. Hanno pesato sia il limitato livello di informazione dei professionisti su tali opportunità, che condizioni di accesso a tali strumenti piuttosto restrittive. Solo il 4% degli ingegneri intervistati ha fatto richiesta del prestito proposto da Inarcassa, mentre una ulteriore quota dell’8% non è riuscita ad accedervi per interruzione del servizio.
Infine, il sondaggio mette in evidenza come per più di un professionista su tre i nuovi Superbonus al 110% (ecobonus e sismabonus con detrazioni fiscali al 110%) possano rappresentare uno degli strumenti per ripartire di slancio nel 2021, recuperando gran parte di quanto perso nel 2020.
“Le possibilità di ripresa nel 2021 – ha affermato Armando Zambrano, presidente del CNI – si giocano sul filo del rasoio. Il settore dell’ingegneria potrà essere nel 2021 uno dei motori della ripresa solo a condizione che la classe politica comprenda che il Paese deve modernizzarsi realmente. Le stime di una crescita intorno al 10% delle attività professionali sono a nostro avviso già molto ottimistiche e dipenderanno dalla capacità delle misure varate dal Governo di innescare un vero ciclo espansivo degli investimenti e, in particolare, di quelli in costruzioni. I Superbonus al 110% giocheranno un ruolo determinante ma è evidente che tutto dipende dalla reale fruibilità di tali strumenti. Se tutto funzionerà al meglio, nel 2021 il comparto dei SIA attiverà quasi 9 miliardi di euro di fatturato per i professionisti, un valore comunque al di sotto di quanto registrato nel 2019″.
Il CNI, si apprende dalla nota, ha attivato una interlocuzione continua con il Governo sugli aspetti più tecnici dei nuovi incentivi alla crescita ed è in attesa di risposte.