A fronte di una situazione complessa, dettata dallo stallo iniziale, dall’aumento della domanda e dai listini impazziti, il comparto regge e le aziende affrontano la situazione registrando un aumento rispetto ai due anni precedenti.
I numeri sono molto buoni, anche se fare un confronto con il 2020 è forse inopportuno, poiché il primo semestre dell’anno scorso è stato inficiato dai rallentamenti causati dalla pandemia. Elia Vismara, presidente Assobagno espone criticità, previsioni e strategie per far fronte a problemi ormai noti a tutti quali distribuzione, reperimento delle materie prime e ricaduta di tali problematiche sul mercato.
Export meglio che in Germania, Francia e Regno Unito
“Se prendiamo il 2019 come ultimo anno di riferimento, riscontriamo un aumento medio che oscilla tra il 10 e il 15%, a seconda che si consideri mercato italiano o export. Questo – commenta – è il vero dato incoraggiante. Alcune nostre aziende hanno una spiccata vocazione all’export, mentre altre rappresentano una solida massa critica sul mercato nazionale. La bilancia commerciale, ad ogni modo, ci dà in netto vantaggio per l’export rispetto a Germania, Francia e Regno Unito: dato che leggo come un’importante capacità tutta italiana di esportare qualità e valore aggiunto, mentre le scelte di importazione da Paesi come Cina o Bulgaria vengono guidate da logiche di prezzo inferiore per la componentistica. Sarà poi interessante rileggere questi dati alla luce delle difficoltà di reperibilità e conseguente importazione di materie prime”. Per poter risolvere problematiche legate a questo aspetto, viene automatico pensare ad un reshoring strategico, che però avrà tempi lunghi, come conferma Vismara. “Nel breve e medio periodo continueremo ad avere questi importatori preferenziali, anche se alcune aziende, a seconda della componentistica necessaria, stanno iniziando a reperirla anche su territorio nazionale. Se si hanno rapporti consolidati costruiti nel tempo, si riescono a chiudere accordi strategici, rispetto a situazioni in cui si ricercano condizioni in cui il driver decisionale è il prezzo”. Nodo cruciale sta nella produzione: i rallentamenti sono dovuti alle difficoltà di approvvigionamento, il magazzino viene svuotato e pur di garantire continuità si cede a un rincaro delle materie prime che “rispetto al pozzo delle quotazioni dello scorso anno – continua – vede un aumento in percentuale elevatissimo, parliamo del 70, 80 o 120% su certi materiali, pur considerando le quotazioni minime raggiunte l’anno scorso”. Difficoltà dovute ai costi a parte, il vero problema è comunque dettato dalla reperibilità. “Chi ha chiuso contratti con prezzi aggressivi mesi fa, ora sta avendo difficoltà nel rispettarli; buona parte delle aziende ha fatto aumenti di listino in corsa, poiché la politica di prezzi attuata a gennaio 2021 ad oggi non è più sostenibile”. Un volano dato dalle agevolazioni e i vari bonus, e da un aumento della domanda finale (“che rispetto al 2019 cresce del 10, 15%, dato importante ma non altissimo”, commenta sempre Vismara), che ha subito un’impennata anche dopo un periodo di incertezza e di blocco generale delle operazioni immobiliari e dei cantieri nello scorso anno. “Nel 2020 molte aziende sono andate a diminuire le quantità presenti a magazzino – spiega – per abbassare il rischio finanziario. Quando tutto è ripartito, si è innescato il circolo vizioso: si ha poca materia prima, allo stesso tempo la si vuole reperire anche a costo maggiorato. Questo effetto ha amplificato il problema, anche per colpa della speculazione fatta in queste operazioni”. Ci si aspetta un assesto entro fine anno, nei mesi autunnali si andrà verso una calmierazione dei prezzi.
Gli appuntamenti fieristici
La decisione di un posizionamento del Salone del Mobile a settembre ha da sempre rappresentato una criticità per il settore del bagno. “Con Cersaie a tre settimane di distanza, per giunta. Quel che è certo – aggiunge Vismara – è che il settore sta lavorando da anni sulla comunicazione per fare in modo che l’appuntamento fieristico venga vissuto da retail e distrubuzione come una fiera di settore vera e propria, e non solo un momento in cui le aziende espongono prototipi o mostrano installazioni scenografiche. Cersaie invece parte da presupposti del tutto differenti: gli spazi sono tutti occupati. Ciò che salta all’occhio, per entrambe le manifestazioni, è la gran voglia di incontrarsi di persona, dopo un anno e mezzo in cui nessuno ha potuto toccare con mano i prodotti, e, lato aziende, di far vedere le collezioni dal vivo”. Il mondo succedaneo del digitale ancora una volta si è dimostrato ottimo alleato, ma non sostituto di momenti d’incontro come le manifestazioni fieristiche. “Il phigital è la giusta dimensione, il mondo fisico serve ed è necessario”.
Durata e qualità per una filiera sostenibile
La parola “sostenibilità” è forse una “delle parole più usate in ogni Consiglio di Presidenza e assemblea. Oggi, mi sento di poter dire che siamo a un piccolo punto di svolta. Fino a qualche tempo fa, era solo una tematica legata al marketing, oggi invece è un effettivo tema di sviluppo. Stiamo gestendo insieme a Federlegno un’operazione di ricerca sulla situazione attuale delle aziende partecipanti ad Assobagno per capire lo stato dell’arte attuale. Dai primi dati abbiamo rilevato projet leader che stanno lavorando in termini di compatibilità ambientale, c’è poi una nuvola di aziende più piccole che hanno mosso qualche passo iniziale verso questa direzione”. Assobagno ha da tempo messo in atto politiche per poter aiutare le sue aziende in questo senso, pensando anche alla sostenibilità legata ai processi. Inoltre, si insiste sulla durevolezza dei prodotti, che non necessiteranno di una sostituzione se si garantisce un’alta qualità. “Fare ciò, significa agire a livello di progetto e customer service – conclude il presidente di Assobagno – cercando di impattare sull’ambiente il meno possibile”.