Il mercato italiano delle aste di arte moderna e contemporanea ha chiuso il 2020 con fatturati in calo del 31% rispetto al 2019: nel primo semestre la flessione media è stata del 52% mentre nel secondo è stata registrata un’iniziale ripresa con un calo dell’1 per cento. A pesare sulle performance la riprogrammazione delle aste a seguito della pandemia. Danni limitati grazie agli investimenti in digitale fatti in precedenza e alla ridotta competitività di gallerie e fiere d’arte obbligate alla chiusura o alla sospensione.
Secondo quanto riporta il sito specializzato Collezione da Tiffany, il fatturato complessivo delle 93 aste di arte moderna e contemporanea che le 19 case monitorate hanno battuto durante il 2020 ammonta a 82.503.996 euro. Risultato che dipende dal crollo verticale del valore dell’aggiudicazione media, passata dai 10.460 euro del 2019 ai 5.216 del 2020.
Questo, si legge sul sito, “a fronte di un numero di lotti messi in asta superiore a quello dell’anno precedente (+27%) e di un tasso di vendita in linea con quello normalmente riscontrato nelle aste italiane di questo settore (68%). A dimostrazione di come nei momenti di forte incertezza la qualità delle opere immesse sul mercato tenda a calare, anche se non sono mancati, durante l’anno, lotti di assoluto pregio”.