Siamo nati 25 anni fa, dopo aver lavorato come terzisti nella lavorazione del cuoio, quando abbiamo deciso di evolverci creando una nostra azienda”, è appassionato il CEO Claudio Feltrin quando ricorda i primi passi di Arper. “In Italia, in quegli anni, il settore dell’arredamento era saturo, con brand già molto noti che si dividevano il mercato. Abbiamo quindi deciso di proporci subito all’estero, partendo dai Paesi più vicini come Germania, Francia, Svizzera, seguiti dal Belgio, tramite importatori. Ci siamo poi spinti verso Hong Kong, realtà dagli ampi margini di crescita e gli USA. Ero io a disegnare i prodotti, funzionali e di target alto. Gli anni 90 hanno visto il nostro consolidamento a livello internazionale e il raggiungimento del massimo risultato possibile (10 miliardi di lire) per il nostro prodotto di nicchia: le sedie in cuoio.” Era il momento di cambiare.
Nel 2000 l’azienda si è aperta a prodotti di ‘design’ e ha rinnovato marchio, target e mercati di riferimento. “Il cambiamento – prosegue l’imprenditore – si è rivelato la scelta giusta portando il fatturato dai 5 milioni di euro del 2000 a i 54 milioni del 2013, con un Ebitda del 20%, consolidando i risultati del 2012.” In questo cambiamento Arper è stata affiancata dai designer Lievore Altherr Molina dello Studio Lam che ha firmato gran parte della produzione successiva e da altri designer internazionali quali Jean-Marie Massaud, Simon Pengelly, Ichiro Iwasaki, James Irvine, Antti Kotilainen e Rodolfo Dordoni.
“Abbiamo poi sentito che l’azienda – commenta Feltrin – fino ad allora famigliare, doveva strutturarsi in modo manageriale. Sul fronte distributivo, siamo passati da importatori a distributori e rappresentanti e, dal 2010, siamo presenti direttamente sui mercati di riferimento attraverso i nostri showroom.” L’ultimo, aperto a Dubai lo scorso febbraio, ha portato il totale a quota 11, altri sono presenti a Milano, Dubai, New York, Chicago, Centro e Nord Europa e Londra. Quest’ultimo, di 600 metri quadri, funge da showroom ambasciatore del brand a livello internazionale e si trova nel quartiere di Clerkenwell.
“La presenza nelle principali città del mondo – spiega l’AD – è essenziale per il nuovo corso di Arper, che privilegia come target gli studi di architettura e non più solo il residenziale. Il contract rappresenta un mercato dinamico e interessante, ha quindi un ruolo prioritario nel nostro business. Solo per citarne alcune, abbiamo realizzato forniture per il Doha International Airport, la Qatar University Library e l’headquarter di Unicredit a Milano. Il nostro obiettivo era portare il calore della casa nell’ambito contract.” Per avere successo nel contract servono filiali o showroom in loco, per garantire il servizio pre e post vendita, irrinunciabile nel capitolato d’appalto. “Negli USA, ad esempio, abbiamo una consociata, Arper USA situata a Manhattan comprensiva di showroom, una sede logistica nel New Jersey e uno showroom a Chicago.”
“Per il 2014 – conclude Feltrin – il nostro fatturato si manterrà in linea con quello del 2013, segnando una lieve crescita del 3-5%, e porteremo avanti con coerenza la nostra strategia.”