Architect@Work ha fatto tappa a Milano confermando la propria capacità d’attrazione fondata sulla specializzazione nel canale contract. Una fiera mirata, che richiama architetti e progettisti. E le aziende, impegnate nello spostamento dal wholesale al progetto, apprezzano…
Organizzare una nuova fiera del design, a Milano, città del Salone del Mobile? Se a qualcuno fosse venuta in mente una simile idea, qualche anno fa, lo avrebbero preso per pazzo. Nel caso di Architect@Work, siamo di fronte a qualcosa di diverso da una fiera normale e da una manifestazione fatta a Milano, per quanto entrambi gli aspetti fossero effettivamente presenti in occasione della tappa andata in scena il 14-15 novembre a Mico. Parliamo di tappa perché il format ideato dalla società belga Kortrijk Xpo è itinerante e quest’anno, in Italia, ha toccato prima Roma e poi Milano, in attesa di essere portato nel 2019 anche a Torino. Al di là dell’essere una manifestazione globetrotter, Architect@Work funziona per la formula originale ed esclusiva (vedi box) e soprattutto perché intercetta una necessità delle aziende espositrici: intercettare il business della progettazione. Il format è focalizzato, perché si rivolge ad architetti e progettisti, e il mercato lo sta premiando. Inoltre, gli organizzatori hanno dato un tema all’edizione 2018, “Luce e architettura”, creando a supporto del “normale” dialogo tra cliente ed espositore tutta una serie di eventi, dagli speech alle esposizioni d’arte.
ESIGENZA DI MERCATO
La capacità di attrazione della mostra e del canale contract emerge chiaramente dalle parole degli espositori presenti a Mico. “È la nostra prima edizione” afferma Gianfranco Marabese di Antonangeli Illuminazione, azienda di Paderno Dugnano (Milano) specializzata in soluzioni che non si limitano al progetto formale e all’applicazione delle tecnologie, ma interagiscono con le materie e con i processi di lavorazione. “Lo scorso anno mi era stata segnalata, l’avevo visitata e dopo un paio d’ore mi ero già deciso: bisognava partecipare. Di Architect@Work mi piacciono il clima che si respira, la pari dignità tra aziende, il fatto che ogni espositore debba portare il prodotto ritenuto più innovativo e interessante”. Antonangeli ha esposto Archetto Space, ultima evoluzione della collezione Archetto lanciata sei anni fa dando forma a una serie di prodotti integrabili e brevettati per creare spazi di luce con l’applicazione su tensostrutture. Quanto al contract, per l’azienda milanese l’inserimento in questo canale rappresenta un’esigenza di mercato. “Il retail – continua Marabese – è oggetto di un profondo cambiamento e di una selezione. Di conseguenza, chi resta nel mercato tende a scegliere i marchi più conosciuti perché sono richiesti dal cliente finale. Entrare a contatto con i progettisti, proponendo loro delle soluzioni di luce customizzate, ci ha aiutato a trovare uno spazio in un mercato dove si apre un capitolo nuovo. Oggi vale circa il 30% del business e arriveremo a percentuali superiori, attraverso una produzione sempre più dedicata”. Antonangeli ha una quota export del 60% e chiuderà il 2018 in linea con l’anno precedente. Tra i progetti consegnati in passato spicca l’ordine di illuminazione totale della sede di Linux. Erco, brand di riferimento nella realizzazione di finestre e portefinestre, aveva partecipato all’edizione romana di Architect@Work ed è tornato a esporre a Milano. “Oltre ad essere importante, la manifestazione si è rivelata intelligente e impegnativa dal punto di vista economico”, afferma Antonio Corengia, titolare dell’azienda di Casnate (Como), che propone soluzioni ideate dall’art director Giuseppe Bavuso. “Diamo forma concreta a soluzioni di design caratterizzate da grandi superfici vetrate, purezza di stile, finiture di lusso. Cerchiamo di anticipare le tendenze dell’architettura, anziché rincorrerle. Con le idee di Bavuso, abbiamo portato uno stile nuovo e pensiamo di avere un bel futuro davanti”. Le previsioni a fine anno sono di circa 8 milioni di ricavi, in crescita di oltre il 10% sul 2017. Il contract incide per il 40% sul giro d’affari complessivo e l’azienda opera prevalentemente in Italia. “Per il 2019 confidiamo in un clima generale più sereno, che spinga a rinnovare e innovare”, sottolinea Corengia.
SOLO NOVITÀ
Danilo Rossetti, fondatore e AD di Caleido, conferma gli apprezzamenti per il format di Architect@Work dove l’azienda bresciana specializzata in radiatori di design ha esposto per la seconda volta. “Ci piace il fatto che venga imposta la presentazione delle sole novità, e piace anche ai clienti della fiera”, afferma Rossetti. Il contract attualmente rappresenta una quota marginale del business di Caleido, che però ha già all’attivo diversi progetti prestigiosi tra cui il restyling dell’Hotel Gallia di Milano, curato dallo studio Marco Piva, con oltre 200 radiatori forniti. E sempre dall’architetto Piva, che ha firmato un calorifero prodotto da Caleido (Book, vincitore dell’IF design award a Monaco), è stata inserita in altri interventi in corso tra Roma e alcune città estere. “Stiamo investendo sul contract – afferma Rossetti – perché abbiamo le competenze per gestirlo, sappiamo intercettarne le esigenze e siamo un’azienda flessibile. Questo canale ci interessa perché consente di fare volumi e di dare anche maggior visibilità al nostro marchio, realizzando progetti importanti. Inoltre, abbiamo a disposizione un’ampia gamma di prodotti, partendo da radiatori entry level per arrivare a quelli fascia alta, dalla versione idraulica a quelle elettrica e mista, di differenti dimensioni, senza limiti di potenza e nel rispetto delle norme di ecodesign”. Caleido prevede un fatturato in lieve crescita rispetto ai 6 milioni di euro del 2017, ottenuto per il 60% all’estero e per il 40% in Italia. Agape, brand di riferimento nell’ambiente bagno, ha esposto ad Architect@Work la linea Immersion (design Neri&Hu), ideata per portare il design di ispirazione orientale negli spazi ridotti delle case contemporanee. Il contract oggi assicura il 10% del giro d’affari, “ma diventerà sempre più importante – afferma Gian Marco Pagano, global commercial director dell’azienda mantovana – perché stiamo studiando prodotti particolarmente interessanti per questo canale che abbiamo approcciato secondo il livello qualitativo di Agape, stando lontani dai grandi volumi per evitare le guerre di prezzo, in linea con una visione di nicchia che caratterizza la nostra azienda”. Tra le commesse realizzate da Agape, compare il luxury hotel Sereno, sul lago di Como, progettato da Patricia Urquiola.