Nato negli anni sessanta, il consorzio Atma è uno dei rari esempi di aggregazione nel settore delle camere, dell’arredobagno e delle cucine.
Tra Tra Pordenone e Treviso, in poco più di cinquanta chilometri di distanza tra le due città del Triveneto, ci sono una decina di stabilimenti produttivi e otto aziende per un totale di 900 dipendenti che fanno capo allo stesso gruppo. Non è una multinazionale, ma uno dei rari esempi di consorzio tra imprese del mondo dell’arredo. Il nome forse sfugge ai più. Si chiama Consorzio Atma ed è un progetto nato alla fine degli anni Sessanta, quando ancora erano lontani i concetti di delocalizzazione, concorrenza a del low price e dei grandi gruppi internazionali dell’arredamento. L’idea di mettere assieme stabilimenti produttivi, acquisto di materie prime e investimenti in ricerca e sviluppo è dei tre fratelli Polesello, Giovanni, Iginio e Flavio (oggi scomparso). Allora però il progetto era solo in nuce perché la prima azienda del gruppo ad essere fondata è la Maronese, marchio storico di camere, armadi e soggiorni. Negli anni settanta ecco che nascono le cucine a marchio Arrex, le varianti in muratura di Ar-tre e la galassia di aziende specializzate nell’arredobagno, Arbi, Compab e Arcom. Oggi il Consorzio Atma è un gruppo che fattura 165,5 milioni di euro (in crescita del 4% circa rispetto all’aggregato del 2016) suddivisi tra cucine, che pesano per il 48% del totale, arredobagno (40%) e camere-soggiorno-armadi (12%). Alla guida del Consorzio c’è Giovanni Polesello. Se il bagno è la realtà più dinamica in termini di crescita, quella più conosciuta in termini di brand e la più importante dal punto di vista del peso economico sui turnover del gruppo è quella legata alle cucine. Le prime cucine firmate Arrex nascono nel 1973. Allora il main business era legato alla versione classica in massello. Alla società Arrex-1 viene affiancata, a metà degli anni Ottanta, Ar-Due, dedicata alla realizzazione delle cucine moderne e, a metà degli anni Novanta da Ar-Tre specializzata nella produzione di quelle in muratura. È allora che inizia una ridifinizione del mondo delle cucine in seno al Consorzio Atma. Le prime due aziende, Arrex-1 e Ar-Due danno vita al marchio Arrex Le Cucine, mentre la terza società Ar-Tre resta indipedente (ma in seno al Consorzio). “Da allora i cambiamenti sono stati significativi”, racconta a Pambianco Design Elisa Polesello, seconda generazione della famiglia fondatrice e membro del consiglio d’amministrazione di Arrex-1. “Il classico si è ridotto, nonostante ci siano mercati esteri dove i modelli in massello, sono ancora piuttosto richiesti. Manteniamo una serie di laboratori artigianali che realizzano cucine di questo genere. Per il resto una parte della produzione si è rinnovata con lo sviluppo dei modelli moderni. Ar-Due resta un’azienda votata all’avanguardia mentre Arrex-1 unisce modernità e tradizione”.
Uno dei punti di forza del gruppo è il posizionamento. “Il nostro zoccolo duro è il mercato medio ma in listino abbiamo prodotti entry level come anche modelli di qualità a seconda della tipologia dei materiali. Questo ci consente di essere attrezzati anche per l’estero, dove generalmente la domanda è legata ad un segmento di modelli dal prezzo più importante. Per esempio in Russia e nei paesi arabi la richiesta preponderante è orientata sulle cucine in legno con dettagli preziosi”. Per il momento l’export ricopre una quota piuttosto limitata del fatturato. “Siamo al 23% rispetto al turnover totale, mentre il 77% è legato al mercato interno, gestito attraverso negozi di mobili indipendenti che trattano o esclusivamente cucine, o mobili d’arredo di tutte le tipologie. Stiamo sviluppando due mercati in particolare, Stati Uniti e Middle East”. Anche il contract è uno dei progetti in cantiere per Arrex. “Per il momento abbiamo preferito gestirlo internamente, per una questione di praticità. È più agevole e le procedure sono più snelle. In futuro, magari, prenderemo in considerazione l’ipotesi di una società unica a tutto il gruppo, come era in precedenza Atma International, che coordini tutto quello che rientra nel pacchetto contract”.
La strategia del gruppo è quella di garantire autonomia alle singola società negli ambiti principali del loro business, produttivi e commerciali ma consentire una sinergia su diversi ambiti. Si va dall’acquisto delle materie prime, all’organizzazione di eventi promozionali, dalle azioni di cross selling alla divisione ricerca e sviluppo. In comune, le aziende del gruppo hanno anche uno showroom di oltre 10mila metri quadrati riservato ai rivenditori che si trova a Brugnera, nel pordenonese. Con la nuova generazione in seno al Consorzio sono diversi i cambiamenti che stanno coinvolgendo il gruppo, a partire dall’organizzazione delle singole società che continueranno ad avere il proprio consiglio di amministrazione ma senza essere presieduta da un membro in particolare. “La mission futura del Gruppo Atma – sottolineano dal Consorzio – sarà quella di intensificare tutte le attività comuni finalizzate a una crescita continua ed equilibrata di tutte le aziende consorziate: ricerca e sviluppo tecnologici, monitoraggio continuo dei trends del mercato, azioni di acquisizione delle materie prime e dei semilavorati, crescita nel campo del contract residenziale e alberghiero, sia in Italia che all’estero”.
di Milena Bello