Alessi ha festeggiato, in occasione della Design Week, con una mostra-allestimento negli spazi della Galleria Manzoni, i suoi 100 anni ripercorrendo alcune delle tappe più significative attraverso prodotti iconici e presentando una novità firmata Virgil Abloh: il primo set di posate del designer per il brand, presentato nel contesto dell’installazione Occasional Objects, la serie, firmata dallo Studio Temp. Si tratta di un set di posate, made in Italy in acciaio inox, che comprende cucchiaio, coltello, forchetta forati per alleggerirne il peso e trasformarli in posate “da passeggio” e un moschettone per tenerli tutti e tre uniti. L’installazione è fruibile tramite realtà aumentata grazie al green screen che la rende dinamica.
“Ho trovato che Virgil aveva un modo completamente diverso di guardare le cose – afferma Alberto Alessi -. Così, quando ha guardato il nostro mondo, ricordo che la prima referenza che mi ha mostrato era una chiave, molto lontana dal nostro concetto di buon design. Era quasi brutalista. L’ho trovato molto interessante, in quanto per noi era un nuovo approccio. Ahimè, abbiamo avuto pochissimo tempo per fare la nostra collaborazione con Virgilio, ma sono così felice di averla fatta”.
L’evento che ripercorre il centenario, dal titolo 100 – 001, si è sviluppato all’interno di dodici spazi degli ex negozi, suddivisi per epoche storiche e relativi prodotti. Il progetto di questa parte ha visto la firma di Amdl Circle, lo studio creativo multidisciplinare fondato dal maestro Michele De Lucchi. I temi ispiratori sono stati Industrial Craftsmanship, Art, Paradox, Beyond, Hybridisation, Research Lab, Irony, Borderline, Poetry, Thingness, Transgression, Futurespective, ognuno rappresentato da una limited edition della durata di un mese, esposta nelle diverse teche.
“La mostra del centenario è una sintesi importante della nostra avventura. Mentre la mostra parallela del nostro nuovo progetto e il nuovo progetto stesso, testimoniano l’impegno di Alessi a rimanere rilevante per questa e per le generazioni future. Perché, se devo essere del tutto onesto, il passato mi interessa solo nella misura in cui può informare ciò che faremo domani”, commenta Alberto Alessi.