La possibile decisione dell’Esecutivo di prolungare il periodo di lockdown per le attività produttive metterebbe a serio rischio la tenuta del comparto arredo-design. Quello che concretamente potrebbe verificarsi è una “tragedia industriale ed economica, che falcidierebbe sul campo migliaia di imprese e cancellerebbe centinaia di migliaia di posti di lavoro”. La denuncia arriva da B&B Italia, Bisazza, Boffi, Cappellini, Cassina, Flexform, Giorgetti, Molteni Group, Poltrona Frau, le più importanti firme del design italiano, che avevano chiesto al Governo di concedere, con tutte le misure di sicurezza possibili, di riaprire il 14 aprile. Così probabilmente non sarà. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sta mettendo a punto il nuovo Dpcm che indicherà il 3 maggio quale nuova data ultima per il periodo di stop.
Il settore Arredo e Design costituisce uno dei 3 settori strategici della produzione italiana, con 20mila imprese attive e 130mila addetti e sviluppa 23 miliardi di euro di fatturato con un export che supera il 60 per cento. L’intera filiera conta 75mila imprese attive con 315mila addetti per un fatturato di 43 miliardi di euro. Già il primo mese di necessaria chiusura “ha comportato l’impossibilità per le nostre aziende di rispettare commesse siglate ed onorare termini di consegna delle merci previste negli ordini e nei progetti” sottolinea Dario Rinero, CEO di Lifestyle Design. Un ritardo che si sarebbe potuto recuperare riaprendo il 14 aprile. Ora, invece, una nuova data “mette a dura prova la tenuta del sistema industriale”.
“Molti nostri competitori, ad esempio in Germania e Scandinavia, continuano infatti ad operare regolarmente in queste settimane. Sollecitati da grandi developers o clienti internazionali garantiscono produzione e tempi di consegna certi accaparrandosi commesse ed ordini altrimenti nostri” denuncia Rinero. “I loro prodotti prenderanno prima il nostro posto in progetti indifferibili nel tempo, poi magari anche nei negozi multimarca nel mondo. Migliaia di ordini verrebbero persi o cancellati. La ripresa, quando avverrà, sarà caratterizzata da un monte ordini (backlog) molto basso e da una situazione finanziaria gravemente deteriorata”. Per molte aziende del settore “ciò significherà non riuscire più a ripartire. Potremmo perdere il 20-30% del nostro patrimonio industriale ed assistere a gravissimi danni della filiera di sistema. Tutto ciò si tradurrà inesorabilmente nella perdita di decine di migliaia di posti di lavoro” conclude il CEO di Lifestyle Design, con la conseguenza, chiosa, che “potremmo impiegare 20-30 anni a recuperare ciò che potremmo perdere in poche settimane”.