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A Orgatec cadono le barriere

A Orgatec cadono le barriere

by Redazione
13 Novembre 2018

Ufficio aperto uguale a stand aperti. Alla fiera tedesca, sempre più leader di settore, va in scena non solo il cambiamento estetico, ma anche la contaminazione tra office e home interiors. Un’opportunità per il design italiano?

Due anni fa, a Orgatec, il tema dominante fu la trasformazione dell’ufficio da spazio fisso a sede “in motion”, per una generazione di lavoratori sempre più connessi e in viaggio, con tutte le necessità tecnologiche del caso. L’edizione 2018 della fiera tedesca legata al mondo office è andata oltre e ha sancito, di fatto, il superamento dei concetti tradizionali d’arredo per avvicinarsi a quelli del living: meno postazioni, più meeting point; meno isolamento, più lavoro di squadra. Il prodotto-icona dell’ultimo salone di Colonia non è più la scrivania, è l’imbottito flessibile e adattabile alle necessità del team working. Al tempo stesso, se nel 2016 si prospettava la fine dell’ufficio come punto di aggregazione, ora ha riacquistato centralità in modalità open, esattamente come si sono improvvisamente aperti gli stand delle aziende espositrici, aperti come i loro uffici.

ITALIANI IN FIERA
L’ufficio è un grande affare e Orgatec appare sempre più come il luogo dove si decidono e si espongono i trend in atto. Il salone biennale di Koelnmesse ha vinto la sfida rispetto ai competitor, Milano compresa, e la sua leadership è testimoniata dalle cifre – 753 espositori, per il 75% esteri, e 63mila visitatori (+15% rispetto al 2016) provenienti da 142 Paesi del mondo – e anche dal livello dei partecipanti, dai big d’oltreoceano ai leader nordeuropei per arrivare alle aziende italiane specializzate e ad alto contenuto di design: Colonia è il luogo dove esporre le novità di prodotto. La crescita è riconosciuta da Claudio Feltrin, presidente di Assarredo ed espositore in fiera con Arper, che afferma: “Da Orgatec occorre prendere qualche spunto e lo faremo in fretta, perché il trend evidenziato dalla fiera deve essere occasione di riflessione per Workplace3.0”. La fretta è necessaria per rafforzare Milano, in scena il prossimo anno, in attesa della successiva edizione di Colonia, che si terrà alla fine di ottobre 2020. Sono tanti i nuovi espositori accordi a Orgatec e molti di questi erano italiani. Un esempio? Very Wood, azienda che rappresenta una diversificazione di business per Gervasoni (gruppo Idb-Italian Design Brands): nove anni fa, appena acquisita, fatturava 1 milione di euro e oggi è arrivata a 6,5 milioni. “La crescita è il frutto della fortunata combinazione di tre elementi: un CEO di grande esperienza nel contract come Sergio Bertossi, un’azienda-gioiello a livello produttivo nel legno massello da sedia e infine l’aver trovato molti designer bravi e disponibili a lavorare per un’azienda poco conosciuta. C’è ancora tanto da fare, ma i risultati li vediamo”, spiega Giovanni Gervasoni. Il suo ingresso a Orgatec è legato al potenziamento dell’offerta contract mirata al mondo corporate, con prodotti casual, colorati e vivaci. “Il business di Very Wood è 100% contract, per due terzi horeca e per un terzo navale. Ora, in aggiunta al corporate, vorremmo fare breccia anche nelle forniture di sedute di qualità per strutture ospedaliere”. Dieffebi è tornata a Orgatec dopo sei anni di assenza. “Rispetto a Milano, Colonia ha un respiro più internazionale per il mondo ufficio – afferma Alberto De Zan, presidente dell’azienda trevigiana specializzata negli arredi in metallo – e le attuali tendenze legate allo smart working costituiscono un’opportunità per il cambiamento dell’impostazione e quindi dell’arredo. Questo trend darà lavoro a molte aziende”. Tra i nuovi prodotti, mirati alla creazione di ambienti modulabili e flessibili, spicca T-Share, tavolo di condivisione e luogo attorno al quale nascono idee e si stabiliscono relazioni. “Il mobile da contenimento è stato il punto di partenza e l’evoluzione in atto ci sta portando a essere creatori di un layout d’ufficio completo, dal tradizionale al coworking”.

RAPPRESENTANZA ADDIO
L’evoluzione dell’ufficio secondo la visione di Giulio Cappellini? “Oggi non parlerei più di ufficio… Lo definirei un luogo ad altro traffico”, afferma l’architetto e designer, indicando le novità portate in fiera dall’azienda che porta il suo cognome e appartiene a Poltrona Frau Group. “Cambiano da un lato i materiali, i colori e le texture, dall’altro le modalità di utilizzo degli spazi. La parola chiave è flessibilità: gli spazi si aprono, ma al tempo stesso occorre progettare soluzioni modulabili per garantire la privacy. All’estremo si arriva ad eliminare le sale riunioni per sostituirle con sedute componibili. Di base, è saltato il concetto di ufficio di rappresentanza perché sta cambiando il modo di incontrarsi e di gestire una riunione”. Un esempio arriva da Oslo, dove Cappellini ha gestito per conto di una corporation finlandese un progetto di office che ha messo al centro la ristorazione. “Così a pranzo o a cena la famiglia può raggiungere il lavoratore per trascorrere più tempo assieme”, precisa. Dall’ufficio, i cambiamenti saranno destinati – e in parte già lo hanno fatto – a entrare nell’ambito degli spazi pubblici, dalle aree lounge degli aeroporti all’hotellerie e alla ristorazione, ancor più con l’affermazione professionale dei millennials e della generazione Z.

T-Share di Dieffebi, tavolo di condivisione modulabile

STAR BENE AL LAVORO
“L’ufficio è diventato un ambiente più umano”, afferma Claudio Feltrin di Arper, che nei suoi nuovi prodotti ha cercato di far emergere una visione più “ludica” dei luoghi professionali. Evidenziando due aspetti. Primo: la tecnologia è necessaria ma non va più esibita, diventa soft tech. Secondo: poiché le ricerche di mercato hanno evidenziato che uno spazio classico da ufficio resta inutilizzato per il 70% del tempo, occorre rivederne l’impostazione al fine di ottenere il massimo rendimento da un investimento immobiliare ingente. “Lavoriamo in un altro sistema, fondato sulla mobilità, e dobbiamo creare oggetti adatti a questa trasformazione”, conclude Feltrin. Beat Zaugg, amministratore unico di Alias (Scott Group), avverte la responsabilità, da produttore di soluzioni d’arredo per ufficio, di far star bene le persone nei luoghi di lavoro. “Ed è dal loro benessere che dipendono i risultati delle aziende dove operano. Per questo ci sforziamo di creare nuovi prodotti”. Le novità esposte a Orgatec, precisa il brand manager Andrea Sanguineti, sono tutte pronte in consegna e confermano l’impostazione storica dell’azienda, quella di sviluppare progetti per l’ufficio e il contract che hanno trovato una naturale applicazione anche nell’home design. Alias chiuderà l’anno tra i 12 e 13 milioni di ricavi, per il 65% generati dal contract e per l’80% dall’export. “Stiamo avviando collaborazioni sinergiche con le altre realtà del gruppo Scott – afferma Sanguineti – creando dei punti di contatto con gli architetti attraverso uffici e spazi condivisi. Il concetto di showroom tradizionale per noi è in parte superato”. Pedrali intanto intravede a fine anno una crescita a doppia cifra e pone l’obiettivo di fatturato a 92 milioni. L’azienda bergamasca continua a investire nella parte produttiva, dove il prossimo intervento riguarderà lo stabilimento di Manzano (Udine) dedicato alla produzione del legno, e potenzia la parte ufficio con cinque novità presentate a Orgatec: “È sintomatico del fatto che vogliamo crescere in quest’ambito. Di quanto? Lo decideranno gli architetti e i nostri clienti”, commenta il CEO Giuseppe Pedrali, intravedendo nell’abbattimento della barriera tra office e home interiors un’opportunità per il made in Italy. “Storicamente negli uffici dominava la parte tecnica, con grandi numeri e tendenza cheap, ma ora l’inserimento delle tendenze casa può cambiare lo scenario e noi pensiamo di aver interpretato il trend con i prodotti adatti”.

di Andrea Guolo

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