La Fondazione Vittoriano Bitossi inaugura, nella sua sede di Montelupo Fiorentino, il nuovo spazio espositivo dell’archivio: racconto della storia e della contemporaneità della manifattura che quest’anno celebra il primo centenario. L’Archivio Museo Bitossi è il risultato della musealizzazione dell’archivio industriale di Bitossi, eccellenza ceramica fiorentina.
Il museo, progettato dall’architetto Luca Cipelletti, fondatore di AR.CH.IT, copre una superficie di oltre 1.500 metri quadrati ricavati all’interno dello spazio produttivo e conserva i locali nella loro struttura originaria, lasciandone evidente la memoria di architettura industriale che organizza il progetto espositivo secondo un principio di stratificazione.
Protagonista dell’allestimento è l’archivio storico nella sua interezza – costituito dal fondo ceramico di circa settemila pezzi, una selezione di modelli e forme in gesso, strumenti da lavoro, un corpus di fotografie e documenti cartacei – qui inteso come una sorgente per la libera fruizione di professionisti e pubblico, quale strumento didattico e di consultazione, ma anche d’ispirazione e testimonianza. “L’Archivio Museo Bitossi rappresenta l’identità aziendale, è custode e divulgatore di memoria, depositario della cultura industriale; a lui è affidato il compito di raccontare la storia e la trasformazione dal passato ad oggi, guardando sempre al futuro”, racconta Ginevra Bocini, quarta generazione della famiglia Bitossi.
La mise-en-scène, frutto di una specifica regia museografica e curatoriale, allinea su scaffalature in abete progettate ‘sight specific’, un’eterogenea e colorata galleria del repertorio produttivo che appare come una massa in movimento; ordinata per cronologia e tipologia, si declina su diversi piani di fruizione: dalle quinte compatte e affollate dirada verso lo spettatore e si fa più riflessiva nelle isole centrali concepite quali momenti installativi d’eccezione, dedicati a gruppi di ceramiche di particolare interesse per la loro unicità o dimensione, come nel caso della collezione Rimini colorata dello storico direttore creativo di Bitossi, Aldo Londi, dei Totem di Ettore Sottsass o dell’opera Il dormiente con il coccodrillo di Mimmo Paladino.
La raccolta è accompagnata dal ricco archivio cartaceo di disegni, quaderni di lavoro e altri documenti relativi alla progettazione e alla commercializzazione che vanno a formare una quadreria, in un denso gioco di rimandi tra materiali e informazioni. L’ultimo scaffale rimane vuoto; un posto da riempire con il risultato di nuove collaborazioni, tra cui prove tecniche e prototipi.
Ad accogliere l’ultima collezione Bitossi a catalogo, una project room dedicata, che attualmente ospita la serie di ceramiche firmate dal francese Pierre Marie.
Il percorso – che sfocia infine nello showroom aziendale – si sviluppa come un’esperienza immersiva in uno spazio strutturato ma permeabile e adatto a cambiare nel tempo, attraversando decenni di storia del marchio che ha fatto delle collaborazioni con le voci più interessanti del design di ogni epoca un’occasione di evoluzione e la tessitura stessa della propria identità: Ettore Sottsass, Nathalie Du Pasquier, George J. Sowden, Marco Zanini, Christoph Radl, Michele De Lucchi, Karim Rashid, Arik Levy, Fabio Novembre; fino alle ultime generazioni, come Max Lamb, Formafantasma, Dimorestudio, Benjamin Hubert, Quincoces-Dragò, Bethan Laura Wood e Pierre Marie.