Il manifatturiero italiano dovrebbe vedere nel biennio 2021-22 un rimbalzo importante, anzi “più intenso di quello osservato in altre fasi cicliche”. Lo definisce così il rapporto ‘Analisi sui settori industriali’ presentato da Intesa SanPaolo con Prometeia, che anticipa anche i numeri di questo rimbalzo: +8,4% nel 2021 e un +5,3% nel 2022 a prezzi costanti, che assieme alla spinta dei prezzi porterà il fatturato a superare la soglia dei 1.000 miliardi di euro, oltre 70 miliardi in più del 2019. Il rapporto parla poi di “effetto traino sul fatturato manifatturiero lungo l’intero orizzonte al 2025 (+2,6% in media d’anno nel 2023-25, a prezzi costanti)”. Il manifatturiero italiano recupererà i livelli pre-Covid nel 2021 a prezzi correnti e a inizio 2022 a prezzi costanti.
Un’ottima notizia per tutto il manifatturiero che sarà toccato in modo generalizzato dalla ripresa della domanda. Per il ciclo edilizio, nel quinquennio 2021-25, il sostegno delle costruzioni sarà visibile sui Prodotti e materiali da costruzione (+4.2% in media d’anno nel 2021-25) e sui Mobili (+4%), sommandosi, nel caso di questi ultimi, a un contributo determinante del canale estero e dei consumi interni legati al comfort domestico, che potranno divenire un trend strutturale anche post pandemia, agevolati dagli incentivi legati alle ristrutturazioni edilizie. Gli Elettrodomestici, invece, in recupero nel periodo di crisi, torneranno a registrare tassi di crescita più moderati lungo l’orizzonte di previsione (+1.9%).
Tornando ai dati generali, a prezzi costanti il recupero 2021 sarà ancora parziale (-1,7%), fatta eccezione per alcuni settori meno intaccati dalla crisi (farmaceutica, alimentare e bevande) o in recupero più intenso della media (prodotti e materiali da costruzione, elettrodomestici). Per fare un paragone, nel 2020 il manifatturiero ha registrato con un calo inferiore alle attese (-9,3% la flessione del fatturato a prezzi costanti, meno impattante rispetto a quella cosiddetta Grande Crisi Finanziaria del 2009 quando fu pari al -16 per cento). In base agli indicatori economici, il sentiero di risalita degli ordini sarà più intenso nella seconda parte dell’anno: “a partire dal terzo trimestre potranno dispiegarsi con maggior forza gli effetti della campagna vaccinale, favorendo la normalizzazione dell’attività interna e mondiale”, si legge. Contribuiranno al recupero l’accelerazione della ripresa interna e un ritrovato dinamismo degli scambi mondiali.
Secondo il rapporto, nel 2020 le esportazioni italiane (-8,8% a prezzi costanti nel 2020) hanno registrato una migliore capacità di tenuta nel confronto con Germania (-9,1%) e Francia (-16 per cento). Nel 2021 Asia e Stati Uniti stanno guidando il recupero e paesi europei in ritardo sul ciclo economico e con una intensità della ripresa meno vigorosa. Oltre all’export l’altro elemento chiave per la ripresa saranno gli investimenti ed in particolare i fondi Next Generation EU e il loro impiego attraverso le linee guida dettate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che contribuiranno anche a ridurre il gap dell’Italia sul fronte digitale.
A livello finanziario, la ripresa dell’attività industriale, i provvedimenti a sostegno della liquidità e la maggiore solidità patrimoniale raggiunta negli ultimi anni dovrebbero aver calmierato l’impatto della crisi sui bilanci aziendali 2020. Il calo stimato per i margini e la redditività potrà essere gradualmente riassorbito nell’orizzonte al 2025, consentendo alle imprese di disporre delle risorse finanziarie necessarie a sostenere gli intensi piani di investimento previsti.