In un sistema che si muove guardando al post pandemia, mi è capitato di osservare ultimamente le decine di showroom che, negli ultimi anni, i brand del design hanno aperto nel centro di Milano e mi sono interrogato su quanto siano adeguati a cavalcare i trend di questo immediato futuro. Un futuro che va verso un rapporto molto più diretto con il consumatore finale, con la conseguente necessità di avere più punti vendita sparsi per il mondo. Un futuro in cui l’experience del cliente nel punto vendita dovrà essere sempre più emozionale e impeccabile nel servizio da parte dell’azienda. Un futuro infine, in cui emergerà, in parallelo, anche l’esigenza di avere una rete di punti vendita sostenibili economicamente.
Alla luce di queste considerazioni, forse il modello dei grandi showroom (spesso deserti), all’interno dei quali esporre un gran numero di prodotti dell’azienda, potrebbe non essere più una formula adatta ad affrontare queste sfide. Forse occorre immaginare spazi più contenuti, allestiti in modo innovativo, con un forte supporto della tecnologia e con al centro il rapporto interpersonale venditore/consulente e cliente.
Il sistema del design è ancora molto ancorato alla sua cultura industriale e gli spazi di vendita, in tale visione, restano l’occasione per una ‘esposizione’ al mercato di ciò che viene realizzato in azienda. Sono concettualmente, una finestra sulla fabbrica. Fino oggi questi spazi hanno avuto due problemi: il primo riguarda la cultura del personale, anch’esso abituato a pensare nell’ottica del produttore, mentre, per contro, oggi un addetto deve essere sintonizzato con le esigenze e le emozioni del consumatore; il secondo riguarda la funzionalità del punto vendita. Non è un caso che questo continui a essere indicato come ‘esposizione’, mentre, è proprio sul concetto di ‘esperienza emotiva’ e sul servizio che va a giocarsi la competizione. Una esperienza che oggi può e deve essere garantita più dalle opportunità visive della tecnologia, che non dai grandi spazi fisici. Questa riduzione delle dimensioni e lo spostamento dell’esperienza verso digitale e emozioni sono passaggi indispensabili per sostenere economicamente l’ampliamento della rete di distribuzione diretta nei principali mercati del mondo. Un cambio di passo che non è più rimandabile.