Le attenzioni degli investitori nell’hotellerie sono rivolte alle strutture più autentiche, lontane dal concept ormai superato del lusso fine a se stesso. E questo trend premia l’Italia, con la rivisitazione in chiave contemporanea del design applicato alle dimore storiche
L’ultimo report del World Tourism Barometer di Unwto (Organizzazione Mondiale del Turismo) parla chiaro: dopo il picco del 2017, che fu un anno molto positivo per il turismo mondiale con un +6,7% rispetto al 2016 (il più alto tasso di incremento negli ultimi sette anni), il business ha continuato a crescere registrando +4% nel primo trimestre del 2019. Puntando i riflettori sulla più grande area turistica del mondo ovvero l’Europa, la crescita è perfettamente allineata (+ 4%). Secondo Christie & Co, una delle società di consulenza leader nella compravendita immobiliare nel settore, l’Europa presenta eccellenti opportunità d’investimento, come dimostra ad esempio l’operato di Marriott International Group, primo gruppo alberghiero al mondo, che soltanto nel 2018 in Europa ha aperto 582 nuove proprietà avviandone 233. Lo scenario favorevole è confermato dalle previsioni del Wttc (World Travel and Tourism Council): nei prossimi dieci anni, la crescita prevista in Europa avverrà con un ritmo medio del +2,3% annuo. I principali concorrenti europei, l’Asia e la zona del Pacifico, non preoccupano troppo: Christie & Co continua infatti a registrare i maggiori investimenti in Europa che saranno, secondo l’agenzia, opportunità di riposizionamento per gli operatori e anche per gli investitori.
IL CASO LEADING HOTELS
Quello che si presenta nel turismo, dunque, è un trend positivo nel panorama internazionale con tempi particolarmente rapidi nella sua evoluzione e con l’emergere di nuove tendenze sociali e di approcci al viaggio altrettanto inediti, che finiscono per determinare un cambiamento complessivo dell’offerta, dagli hotel ai trasporti fino alla ristorazione. “Negli ultimi anni il settore dell’ospitalità è sicuramente cambiato, è un tipo d’industria che deve adattarsi ai tempi”, ha dichiarato a Pambianco Design Ida Johansson, direttore generale Europa di The Leading Hotels of the World, brand sotto il quale sono raggruppate alcune delle più prestigiose dimore mondiali dell’hotellerie. “Il turismo si sta consolidando come fonte di reddito importante, se non cruciale, per destinazioni specifiche e per il prodotto interno lordo delle nazioni connesse”. Una visione, quella di LHW, che si accosta al trend generale sebbene, per sua stessa struttura, la società sia diversa da altri gruppi alberghieri. Le oltre 400 proprietà che costituiscono una delle più ampie collezioni internazionali di alberghi di lusso sono del tutto indipendenti, e hanno anticipato l’attuale inclinazione della domanda turistica per soluzioni più ricercate e personalizzate. “I membri LHW – continua Johansson – sono molto orgogliosi di rimanere indipendenti da qualsiasi forma di catena alberghiera, perché questo consente loro di offrire un servizio senza pari che solo una gestione personalizzata può fare”. La lungimiranza di questo format viene premiata dai numeri: l’anno scorso i suoi membri hanno generato un fatturato complessivo equivalente a un miliardo di dollari con l’ingresso di oltre 50 nuovi indirizzi, ai quali quest’anno se ne aggiungeranno altri 30: tra questi compaiono Bless Hotel Ibiza, Hotel Des Indes in Olanda e Katikies Garden a Santorini.
LO SCENARIO ITALIANO
Secondo l’ultimo report di EY (Ernst & Young) anche in Italia, il 2019 sembra essere l’anno degli hotel. Nel 2018 il mercato degli investimenti alberghieri aveva segnato un rallentamento a 1,3 miliardi di euro, -20% rispetto al record di 1,6 miliardi registrato nel 2017, pur con un volume degli investimenti attestato ben al di sopra dei livelli registrati prima del 2016. Nell’analisi non va dimenticato che il 2017 era stato caratterizzato da una forte accelerazione a seguito dell’acquisizione del Boscolo Group da parte del fondo inglese di investimento Värde Partners. Secondo EY, il 2019 presenta già prospettive molto positive, in considerazione delle operazioni già definite, tra le quali spicca quella del Belmond Group (presente in cinque località turistiche italiane: Venezia, Firenze, Portofino, Ravello e Taormina) da parte di Lvmh, e di quelle in fase di elaborazione. Messe assieme, tutte queste operazioni dovrebbero far salire il totale degli investimenti oltre i 2 miliardi di euro, con un balzo annuo previsto superiore al 50 percento. Le testimonianze della presenza di investitori importanti su suolo italiano sono diverse e una di queste riguarda Radisson Hotel Group, uno dei più grandi gruppi alberghieri del mondo con 7 marchi distintivi e oltre 1.400 hotel in esercizio e in fase di sviluppo. Dopo aver aggiunto a inizio anno un nuovo indirizzo tutto italiano alla Radisson Collection, Palazzo Montemartini a Roma, il gruppo ha recentemente annunciato la firma per ottenere due nuove proprietà destinate a far parte della stessa collezione a Milano. Si tratta del Palazzo Touring Club, che entrerà in attività a partire dalla metà del 2020, e della collaborazione con Allianz per la riqualificazione della ex sede Allianz in Santa Sofia, con apertura prevista nel 2022. “Il primo trimestre del 2019 ha mostrato una crescita di fatturato omogeneo del 3,8%”, ha dichiarato Federico J. González, presidente e CEO del gruppo. “Supportati dal nostro nuovo azionista di maggioranza, Jin Jiang International Holdings Co. Ltd. (secondo gruppo alberghiero al mondo dopo Marriott, ndr), stiamo perseguendo il nostro piano di crescita quinquennale ‘Destination 2022’ avviato nel 2017”. Le parole del presidente trovano conferma in quelle del vice presidente esecutivo e COO Chema Basterrechea, che ha raccontato a Pambianco Design: “In Italia è in corso un miglioramento dell’offerta ed è in atto un processo di rinnovamento del patrimonio esistente più che un aumento di nuove aperture. In Italia ci sono tantissimi hotel, ma la maggior parte delle proprietà immobiliari viene gestita dagli operatori stessi, caratteristica che spesso determina un’offerta e un servizio poco professionali. Noi vogliamo cambiare questa situazione”.
ANTICO E CONTEMPORANEO
In un’ottica di rigenerazione dell’esistente, va a inserirsi anche il recente debutto toscano di Como Hotels and Resorts, gruppo alberghiero di Christina Ong di base a Singapore. L’apertura di Como Castello Del Nero, una tenuta storica a Tavarnelle val di Pesa con un castello del XII° secolo e 300 ettari di proprietà, è la prima iniziativa avviata dal gruppo nell’Europa continentale e rappresenta un passo importante per la compagnia, che punta su una nuova visione contemporanea del viaggio di lusso, sull’impegno verso il benessere e sull’integrazione della struttura con la location dove è situata. Chris Orlikowski, direttore della comunicazione di Como Hotel, sottolinea che: “Negli ultimi 10 anni il settore dell’ospitalità è stato guidato dalla ricerca delle experiences, e in questo momento è interessante vedere i grandi gruppi che acquistano marchi più piccoli per poter offrire esperienze davvero autentiche. I viaggi sono cambiati, nel senso che i viaggiatori cercano più unicità che lusso superfluo e questo aiuta l’Europa. Per noi l’Italia è un mercato importante, così come la Svizzera, perché è molto reattivo e soprattutto è capace di apprezzare la nostra offerta”. Senza necessariamente pretendere di essere il più grande brand di lifestyle, l’obiettivo di Como è puntare alla qualità delle location scelte e la struttura situata in Toscana sembra avere le giuste caratteristiche per offrire il tipo di esperienza richiesta, grazie alla presenza e alla storia del suo castello e alla fusione dell’antico con il design contemporaneo di Paola Navone, in una generale atmosfera di lusso olistico.