112mila presenze all’ultima edizione della fiera internazionale della ceramica e dell’arredo bagno. Cambia il target che visita i padiglioni di BolognaFiere, con l’aumento degli architetti sempre più attenti ai materiali da rivestimento
I mercati stanno cambiando, le aziende si devono adeguare e la fiera di riferimento della ceramica in parte lo ha già fatto. L’ultima edizione di Cersaie (Bologna, 24-28 settembre) ha evidenziato un passo in avanti della manifestazione, da luogo riservato agli incontri delle imprese di settore con distributori e installatori, target tradizionale della mostra organizzata da Confindustria Ceramica tramite la controllata Edi.Cer, a luogo di primario interesse per il mondo della progettazione. Un canale, quest’ultimo, al quale la manifestazione si è rivolta con un ampio programma di eventi culturali e tecnici, in parte gestiti all’interno del quartiere fieristico e in parte nel centro storico del capoluogo emiliano con l’inserimento nel programma della Bologna Design Week.
BOLOGNAFIERE INVESTE
I cinque giorni di Cersaie si sono conclusi con un leggero incremento (+0,4%) di ingressi rispetto al 2017, grazie alla maggiore affluenza di visitatori internazionali (+1,6%), che hanno superato le 54mila presenze, mentre gli italiani sono stati poco più di 58mila, in lieve flessione (-0,6%). In tutto, Cersaie ha superato le 112mila presenze. La superficie, già esaurita sei mesi prima dell’inizio della fiera, ha raggiunto i 161mila metri quadrati, con un incremento di 5mila metri reso possibile dalla nuova costruzione dei padiglioni 28-29-30, arricchiti in termini di spazio e funzionalità; BolognaFiere sta portando avanti un piano di ristrutturazione dell’intero quartiere fieristico, destinato a continuare nei prossimi anni per assecondare le esigenze di espositori e visitatori. Gli espositori di Cersaie 2018 sono stati 840 e oltre un terzo, pari a 314 aziende, arrivavano dall’estero. Il comparto più rappresentativo è quello delle piastrelle di ceramica con 452 imprese, seguito dall’arredobagno che, con 181 espositori, ha consolidato la sua importanza nello scenario della manifestazione. “I contenuti della fiera e il format sono competitivi e in grado di catalizzare un pubblico sempre più vasto, anche a livello internazionale, di buyer e professionisti del mondo delle costruzioni e della progettazione. E il rinnovato quartiere fieristico, che secondo il nuovo masterplan a partire dal 2020 sarà più ampio e meglio progettato nella funzionalità dei percorsi, ci aiuterà rendere Cersaie ancor più attraente ed interessante”, conferma Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica.
ARCHITETTI IN EVIDENZA
La lectio magistralis del premio Pritzker Richard Rogers ha fatto il pienone, con 1.800 partecipanti accorsi all’Europa Auditorium; la lezione ha rappresentato il momento di punta di Costruire Abitare Pensare, il programma culturale che si svolge alla Galleria dell’Architettura in tutti i suoi eventi, tra i quali la conversazione dei due maestri Mario Botta e Guido Canali. Cersaie for Students ha invece coinvolto oltre 3.100 studenti di scuole superiori ed università, che hanno assistito ad incontri sui temi del design ceramico e sono stati protagonisti, con oltre 1.000 presenze, della lezione alla rovescia di Silvia Camporesi. Per il settore dell’arredo bagno, il management della fiera ha lavorato alla selezione di aziende che potessero rappresentare un connubio ideale tra ricerca e progetto. In Italia questo settore non ha una fiera ad esso interamente dedicato e Cersaie ha coperto questo vuoto. Il ritorno nei padiglioni bolognesi di realtà di alcuni importanti marchi a fianco di realtà di piccole e medie dimensioni, aspetto limitante per gli investimenti nel marketing e per la presenza di tali aziende nei contesti internazionali, conferma Bologna quale luogo privilegiato per il business, anche per intercettare commesse contract – che oggi per le aziende significano circa il 10 % del mercato – e incontrare un pubblico realmente internazionale.
di Donatella Bollani