“Reporting from the front” è il titolo della 15° edizione della Biennale di Venezia dedicata all’Architettura, curata dal premio Nobel Alejandro Aravena, di scena da sabato 28 maggio a domenica 27 novembre 2016 in un unico percorso espositivo che andrà dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale.
Degli 88 partecipanti, provenienti da 37 Paesi, 50 sono presenti per la prima volta e 33 sono architetti under 40. La Mostra sarà affiancata da 63 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i Paesi presenti per la prima volta: Filippine, Nigeria, Seychelles e Yemen. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, è stato affidato al team curatoriale TAMassociati: Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso.
L’immagine scelta per rappresentare l’edizione è quella di una donna su una scala di metallo che, salendo sui gradini più alti, può scrutare un più vasto orizzonte e, così facendo, conquista un suo ‘expanded eye‘. “È’ un’immagine che ci è subito piaciuta – ha dichiarato Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia –. Anche perché un po’ rappresenta la Biennale tutta, le nostre attitudini, le nostre finalità. Credo che la signora veda soprattutto un suolo desolato fatto di immense zone abitate dall’uomo delle quali l’uomo non può certo andare orgoglioso, realizzazioni molto deludenti che rappresentano un triste infinito numero di occasioni mancate per l’intelligenza e l’azione della civiltà umana. Molte realtà tragiche, altre banali che sembrano segnare la scomparsa dell’architettura. Ma vede anche segni di capacità creativa e risultati che inducono a speranza, e li vede nel presente, non nell’incerto futuro delle speranze e dell’ideologia. Con questa Biennale vogliamo indagare in modo più esplicito se e dove vi sono fenomeni che mostrino una tendenza contraria di rinnovamento; si va alla ricerca di messaggi incoraggianti”.
“La nostra proposta curatoriale è duplice – spiega Aravena -: da una parte, vorremmo allargare l’arco dei temi ai quali l’architettura dovrebbe fornire delle risposte, aggiungendo esplicitamente alle dimensioni culturali e artistiche che già appartengono alle nostre finalità, quelle che si collocano sul lato sociale, politico, economico ed ambientale dello spettro. Dall’altra parte, vorremmo evidenziare il fatto che l’architettura è chiamata a rispondere a più di una dimensione alla volta, integrando una varietà di ambiti anziché scegliendo uno rispetto ad un altro. “Reporting from the front” propone dunque di condividere con un pubblico più ampio, il lavoro delle persone che scrutano l’orizzonte alla ricerca di nuovi ambiti di azione, affrontando temi quali la segregazione, le disuguaglianze, le periferie, l’accesso a strutture igienico-sanitarie, i disastri naturali, la carenza di alloggi, la migrazione, l’informalità, la criminalità, il traffico, lo spreco, l’inquinamento e la partecipazione delle comunità. Propone altresì di presentare degli esempi di sintesi delle diverse dimensioni, dove il pragmatico si intreccia con l’esistenziale, l’attinenza con l’audacia, la creatività con il buon senso”.