Sono passati quasi due anni dall’acquisizione di Zanotta da parte di Tecno, ed è quindi giunto il tempo dei primi bilanci. L’ingresso nel gruppo amministrato da Giuliano Mosconi ha messo il marchio fondato da Aurelio Zanotta, creatore di autentiche icone del design come la celeberrima Poltrona Sacco, in condizione di ripresentarsi nei mercati internazionali anche al di fuori del tradizionale appuntamento del Salone del Mobile di Milano. È avvenuto, ad esempio, all’ultima edizione del Salone di Shanghai, cogliendo l’opportunità della manifestazione asiatica per consolidare la presenza in un mercato come quello cinese dove Zanotta ha aperto due dei suoi quattro showroom della nuova era, proprio a Shanghai e poi a Shenzhen, oltre a quelli di Beirut e Miami e con progetti di ulteriori opening nell’anno appena iniziato. Ed è avvenuto, dal 14 al 20 gennaio, anche all’IMM di Colonia, dove l’azienda è tornata a esporre dopo dieci anni di assenza.
In Germania, Zanotta ha anche portato delle novità, come i tavoli Echino disegnati da Sebastian Herkner e le sedie Tusa di Rodolfo Dordoni. “Abbiamo deciso di portare novità vere, perché siamo una realtà in continuo movimento e quando le cose sono pronte, è giusto offrirle immediatamente al mercato”, spiega a Pambianco Design la marketing&communication manager Marta Zanotta. “ E poi abbiamo pensato che fosse particolarmente stimolante, in una fiera tedesca, presentare la realizzazione delle idee di un designer tedesco che collabora con noi”.
L’ingresso nel gruppo di Mosconi è stato particolarmente positivo per Zanotta che ha potuto dar vita a collaborazioni nate utilizzando la rete progettuale di Tecno, inserendo le sue creazioni in alcuni mega appalti come quelli legati alle sedi aziendali di Microsoft o di Moleskine.
“I benefici sono evidenti. Abbiamo iniziato il processo di trasformazione da azienda familiare a manageriale, definendo con chiarezza la nostra organizzazione industriale e commerciale e adottando piani pluriennali di sviluppo. Al tempo stesso, abbiamo mantenuto gli asset produttivi rafforzando peraltro, con le riedizioni di pezzi storici creati da Achille Castiglioni o da Carlo Mollino, i valori del brand”, commenta Marta Zanotta. La continuità è assicurata peraltro dal ruolo di art director del marchio rimasto, anche dopo il cambio di proprietà, nelle mani di Eleonora Zanotta.
Nel 2018, i conti della società sono in aumento rispetto ai 16 milioni di ricavi realizzati nell’esercizio precedente. In Zanotta ancora non si sbilanciano, ma la progressione è certa. L’azienda ottiene dall’export l’83% dei propri ricavi e ha come primo mercato la Francia, mentre i tassi di crescita più rilevanti riguardano Usa e Far East. “Zanotta resta un marchio focalizzato sul retail – conclude Marta Zanotta – ma con l’aiuto di Tecno stiamo cercando di approcciare diverse tipologie di soft contract”.