Il 2015 registra una ripresa nelle vendite complessive di piastrelle di ceramica (+1,4%) per 401 milioni di mq, grazie alla auspicata fine della caduta della domanda sul mercato italiano (-0,3%) e ad una espansione, seppur su valori più limitati rispetto al 2014, delle esportazioni (+1,8% con 320 milioni di metri quadrati) e della produzione (+3%). Le previsioni parlano di tassi di vendita complessivi in crescita particolarmente per il contributo dell’export, su cui però pesano le tensioni internazionali, e di un mercato italiano stabile. È quanto è emerso nel corso del Convegno di Fine Anno di Confindustria Ceramica, che ha visto l’illustrazione degli studi messi a punto da Confindustria Ceramica in collaborazione con Prometeia e Banca Popolare dell’Emilia Romagna, e a cui ha partecipato anche il professor Marco Fortis dell’Università Cattolica di Milano, il Direttore Generale di BPER Fabrizio Togni, il Presidente di Confindustria Ceramica Vittorio Borelli.
Positive indicazioni emergono dall’esame dei bilanci 2014 delle aziende ceramiche considerate nel loro insieme. Il campione analizzato da BPER mostra un EBITDA di settore pari all’11,1% una redditività da gestione caratteristica positiva ed in grado di generare un apprezzabile flusso di cassa.
Tra le aree geografiche che hanno messo a segno le migliori performance nel 2015 si registrano il Far East (+7,2%), l’area NAFTA (+6,3%) i Paesi del Golfo (+5,5%), l’area Balcanica (+3,7%). In flessione invece il Nord Africa (-3%) e l’Europa Centro Orientale (-5,6%), dove la crisi della Russia ha dimezzato la capacità di assorbimento del mercato, anche in conseguenza delle sanzioni UE.
La crescita 2016 si prevede più consistente nei paesi NAFTA e del Golfo, anche se le incertezze politiche ed economiche di alcune aree potrebbero inficiare tali previsioni.