I grandi elettrodomestici chiudono l’anno con una sostanziale tenuta, segnando in Italia una crescita maggiore a valore che a volume (rispettivamente +0,8%, +0,3%) e registrando un +2,2% a volume sulle vendite all’estero; il risultato finale è frutto delle ottime performance evidenziate dal mese di luglio: crescite a doppia cifra che hanno più che compensato il crollo durante il lockdown (su tutti, il dato di aprile: -68%). In generale, ha reagito bene il canale retail, inevitabili le sofferenze per i mobilieri penalizzati dalle chiusure dei negozi. Da segnalare inoltre l’incremento delle vendite online, anche sul segmento del built-in. Il dato relativo al sell-in (-3,9%), infine, risulta coerente con il grande destoccaggio operato durante l’anno e destinato ad allinearsi con il trend di sell-out.
I dati di Applia Italia, l’associazione presieduta da Manuela Soffientini che raggruppa i principali produttori, relativi ai singoli trimestri del 2020 evidenziano una iniziale caduta seguita però da una ripresa: ai primi due trimestri di grande riduzione dei volumi (-16,1% e -26,6%) – conseguenza delle chiusure delle fabbriche e del calo delle vendite – sono seguiti due quarter di piena ripresa (+19,6%, +26,3%) che certificano una leggera ma importante positività sulla produzione finale del 2020 (+0,4%).
I piccoli elettrodomestici segnano una significativa crescita, con un incremento del 19,4% a valore e del 13% a volume, mentre il ‘bianco’ archivia un +0,8% a valore e un +0,3% per volumi. Le vendite, supportate dall’online (arrivato a pesare quasi il 40% del totale del mercato), sono proseguite in maniera sostenuta tendenzialmente lungo tutto l’anno.
La filiera dell’intero settore, tra domestico e professionale, vale 16 miliardi di euro, dei quali circa dieci dipendono dall’export, per una produzione totale di venti milioni di pezzi all’anno.
Secondo un’indagine Gfk più di un consumatore su due predilige elettrodomestici a basso consumo, mentre il 40% attua comportamenti volti a risparmiare e non sprecare energia in casa e il 37% è attento allo spreco di acqua, con un incremento – rispettivamente del 4% e del 3% – a seguito del primo lockdown.
Il 75% degli italiani ritiene “importantissimo” avere una lavatrice che mantenga bassi i consumi e per il 66% (+3% rispetto alla media europea) l’efficienza energetica è in testa tra i parametri rilevanti nell’acquisto. Per il 62% degli intervistati, i brand e le aziende devono adottare un approccio responsabile dal punto di vista ambientale e tre intervistati su quattro trovano “molto utili” le etichette energetiche Su questo fronte, sarà quindi fondamentale una corretta comunicazione della nuova etichetta energetica (alcuni prodotti abbandoneranno le distinzioni tra A+, A++ e A+++ e torneranno alla scala da A a G).
Dallo studio di Gfk emerge, infine, una maggiore predisposizione verso l’acquisto di prodotti con un minore impatto sull’ambiente, anche a fronte di un costo maggiore (40%, + 5% rispetto al 2017).