Nonostante i timori, il 2023 del settore chiude in positivo (+12% aggregato anno su anno per i primi brand) completando un triennio lanciato dalla spinta post Covid. Quest’anno l’incremento pare minore, frenato dai costi.
Chiude un altro anno all’insegna della crescita il mondo del retail multimarca legato al design e siamo già al terzo consecutivo. Una curva positiva certamente ma che flette un po’ rispetto agli exploit del recente passato: soprattutto i dati dell’anno 2021, erano stati eccezionali sulla spinta dal rimbalzo post pandemico dei consumi per la casa. La conferma di un segno più per la terza volta di fila però ha una valenza molto importante non solo perché si segnala così la conferma di un trend importante, ma anche perché il settore resta in ottima tendenza in una fase congiunturale tutt’altro che rosea. Basti pensare ai problemi legati ai costi dell’energia e dei trasporti o ai più recenti problemi inflattivi e del caro prezzi che hanno colpito le famiglie italiane. Il mondo della casa ancora essere immune da queste problematiche socio-economiche, tanto che guardando la top eight del comparto (vedi tabella a seguire) la crescita dei fatturati anno su anno segna un complessivo +14%, passando da un totale di 295 milioni di euro del 2022 a 336 per il 2023. Non è stato ripetuto il balzo del +23% che era avvenuto dal 2021 al 2022 ma siamo comunque in presenza di interessanti risultati, che in alcuni casi diventano ottimi: è il caso ad esempio di Interni Design Experience che si conferma al primo posto del settore segnando per il 2023 un turnover di 73 milioni di euro una crescita del +26% anno su anno rispetto ai 58 milioni del 2022.
Fari sull’export
Entrato dal 2021 a far parte di Lifestyle Design – realtà del mondo arredo che a sua volta sta all’interno del gruppo globale Haworth -, Interni Design Experience ha da quel momento spiccato il volo sul mercato italiano del retail e non si vuole fermare. Tanto che proprio nel 2024 celebra la sua combinazione strategica con Luminaire, marchio leader nella distribuzione per il mercato americano, portando avanti il disegno di un network globale. “Era il nostro sogno – dice Stefano Cazzaniga, CEO di Interni – allargare i nostri orizzonti sempre di più e grazie all’ingresso in Lifestyle Design – Haworth abbiamo dato il la a una crescita che non si vuole fermare. Non parlo solo dei numeri, che senza dubbio ci premiano, ma anche dell’approccio sempre più a 360 gradi al mercato. Tanto è vero che dopo l’opening del primo store a Dubai ne arriva un secondo, per essere ancora più forti. Allo stesso modo abbiamo proseguito la nostra espansione a Londra dove apriremo un nuovo negozio”. Grazie alla sua expertise e conoscenza del settore retail per l’arredo, Interni oggi collabora con oltre 200 brand del design, avendo realizzato progetti in 169 Paesi del mondo. “E con Luminaire, player già leader sul mercato Usa – spiega Cazzaniga che è CEO anche di questo brand -, lavoriamo a un piano di ulteriore espansione commerciale, mettendo in rete tutte le sinergie con Interni. Non solo: Luminaire era già passato da tre a sei negozi negli Usa e adesso in pipeline ci sono altre sei aperture in altrettante città americane nei prossimi cinque anni. Un piano di sviluppo importante ma che non ci spaventa, anzi”.
Pesa però il caro prezzi
Questa nuova crescita del settore retail pare così frutto di innovative strategie commerciali, ma non solo. Al centro resta una peculiarità del comparto: il progetto è sempre il perno del fatturato e la distribuzione multimarca è l’interlocutore ideale per rispondere a tutte le richieste; oggi nessuno meglio di un distributore può formulare una proposta tarata su ogni esigenza progettuale. Come conferma Gianluca Mollura – fondatore e CEO di Mohd – commentando i risultati 2023. “Grazie al nostro approccio multibrand siamo in grado di creare progetti complessi e su misura che mettono insieme il meglio di tante eccellenze produttive. Così archiviamo nel 2023 risultati che mantengono il progresso già avuto l’anno prima. Siamo molto soddisfatti perché siamo cresciuti su tutti i canali commerciali: abbiamo seminato bene negli anni e abbiamo raccolto i frutti. Oggi poi lavoriamo in tutto il mondo e la parte export è fondamentale: incide tra il 60 e il 65% sul fatturato perché tramite il nostro sito gestiamo vendite e progetti complessi realizzati un po’ ovunque. E sono convinto che questa quota alta sia destinata a crescere”. Per l’anno in corso invece le prospettive non sembrano così rosee. “Al momento vediamo un trend altalenante, non bellissimo: nei primi mesi dell’anno abbiamo fatto fatica. Il problema maggiore è quello dei prezzi, anche se si tratta di clienti alto spendenti: le previsioni finali del 2024 non sono facili da fare: fino a maggio compreso abbiamo un piccolo segno positivo anno su anno ma andrà consolidato con un duro lavoro”.
Il 2024 è ancora un’incognita
‘Medaglia di bronzo’ per il settore resta anche nel 2023 Bergamin, azienda del Gruppo Sme. Grazie ai sette store, ha raggiunto un fatturato 2023 pari a 47 milioni di euro, in crescita del +17%. Tutte le aziende in classifica hanno avuto risultati in crescita, mentre ora i riflettori sono più accesi su come potrebbe chiudersi questo 2024. “Questo trend positivo – dice il CEO di Bredaquaranta, Davide D’Avico – ha fatto sì che chiudessimo un 2023 in linea con il 2022. È un risultato soddisfacente perché il 2022 era stato un anno ottimo, ancora grazie soprattutto alla spinta del post pandemia. Il mercato 2024 appare più complesso e dico che saremo felici di chiudere allo stesso livello del 2023. I motivi sono legati alla frenata fisiologica del pubblico italiano che ha speso tanto per rinnovare la casa dopo il Covid e ha messo un po’ i remi in barca. Cresce il settore export ma a livelli più bassi, complice il fatto che alcuni mercati importanti non ripartono ancora, ad esempio la Cina. Ma se devo dire qual è oggi il primo freno, sono i prezzi altissimi”.