E’ stato inaugurato ieri Symbiosis, un nuovo campus che entra a far parte della ICS Milan International School e del progetto di sviluppo di Covivio per l’area dello Scalo di Porta Romana, il nuovo business district che, a sud della Fondazione Prada, già ospita sedi di grandi aziende internazionali. Commissionato, diretto e coordinato dal dipartimento Projects and Innovation del gruppo immobiliare stesso, firmato dagli architetti Barreca & La Varra, già autori del pluripremiato Bosco Verticale, il nuovo Campus ospiterà tre sezioni di Primary, Middle e High School con IB Program.
Alla presentazione, in streaming, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha sottolineato come questo progetto incarni diversi valori alla base dello sviluppo della città guardando al futuro: la sinergia tra pubblico e privato, l’internazionalizzazione e la promozione del design, tra i punti di orgoglio italiani e cittadini.
L’idea che rende particolare la scuola è l’impostazione didattica che intende insegnare il design ai bambini sin dalle elementari. Oggi, Stefano Paschina, ideatore del progetto lanciato 11 anni fa nonché Managing Director di ICS Milan International School, che dirige una società che fattura 7 milioni di euro, ha portato a compimento l’evoluzione della sua visione: un campus per studenti liceali. Un progetto nato dall’ascolto dei bambini e dei ragazzi che lo abiteranno, e che alla domanda “come vorresti la tua scuola ideale?” hanno dato risposte inaspettate, tutte legate ad un desiderio comune: che la scuola viva anche dopo il suono della campanella e diventi davvero uno spazio di sperimentazione umana, fatta di relazioni, di ricerca, di movimento, di musica e di attività creative. “Il progetto si sta evolvendo oltre le nostre aspettative, è un sogno che si realizza – afferma Paschina a Pambianco Design – Questo campus è un regalo alla città che interpreta i bisogni di un mondo che cambia stravolgendo i paradigmi della formazione con una scuola dell’innovazione, dove docenti e allievi sono protagonisti“. Il campus si aprirà al quartiere grazie a un accordo con il Municipio 5, mettendo a disposizione della scuola pubblica ‘Elsa Morante’ gratuitamente i propri docenti di lingua inglese e i propri laboratori di design. Gli stessi spazi esterni, con il playground, sono stati progettati proprio per essere fruiti anche dal pubblico esterno alla scuola, dalla città, da altri istituti e ospiterà competizioni sportive. In base all’accordo con Municipio 5 gli abitanti del quartiere avranno degli sconti per usufruire di questi servizi.
Il Campus che aprirà le porte ai circa 800 studenti iscritti il 7 gennaio 2021, ha una superficie di 10mila metri quadrati e si sviluppa su cinque piani: i 3 cicli scolastici ospitati (elementari, medie, superiori) sono organizzati ascensionalmente su differenti livelli, mentre al piano terra le attività collettive (mensa, palestra, piscina e auditorium) si aprono alla città e al grande playground esterno, attrezzato per attività all’aria aperta. L’area esterna, di circa 6mila metri quadrati, sarà dotata di un campo da gioco e sportivo polifunzionale, che potrà di volta in volta trasformarsi in campo da tennis, basket, calcetto e pallavolo, affiancato alla palestra indoor e alla piscina coperta semi-olimpionica.
Un volume iconico, generato dalla giustapposizione di due lame con profili differenti e improntato alla verticalità, apre gli ambienti interni al contesto circostante, con terrazze ampie che marcano l’articolazione prospettica. Grandi superfici vetrate e metalli con lavorazioni raffinate lasciano interagire le facciate con l’ambiente circostante, reagendo in modo cangiante. “L’idea di partenza del progetto era di pensare una scuola non tradizionale, che non fosse un mero susseguirsi di aule – spiega l’architetto Gianandrea Barreca a Pambianco Design – Ma che, all’interno di un involucro-icona molto riconoscibile, proponesse una densità spaziale diversa e più articolata rispetto alla classica sequenza di piani. Abbiamo progettato doppie altezze, un ponte che collega la mensa all’auditorium che, a sua volta, ridiscende verso il piano del giardino, dal quale si può scendere al seminterrato dove si svolgono le attività sportive“. L’edificio è, dunque, fluido nella vivibilità degli ambienti, collegati tra loro e ricchi di terrazze semicoperte o scoperte, logge e grandi balconi. “I piani dedicati sono progettati su doppie e triple altezze, collegati tra loro e agli spazi esterni“, prosegue Barreca. Da qui il concetto che dà il nome al progetto: Symbiosis, ovvero simbiosi tra spazio privato e pubblico, interno ed esterno. All’insegna della socialità.
I materiali scelti per l’intervento sono semplici da pulire e resistenti nel tempo, certificati a livello europeo per la sostenibilità energetica. Per gli interni resina, linoleum, calcestruzzo faccia a vista per la scala; per gli esterni vetro e metallo. “Riteniamo interessante e utile per chi studia design conoscere e vivere in prima persona la molteplicità di materiali per le costruzioni“, dichiara Barreca.
“Il ‘design approch’ – aggiunge l’architetto Giovanni La Varra – è interessante non solo per chi intende diventare architetto. Ricordiamo che il nostro Paese ha una storia di design illustre non sempre compreso fino in fondo dalle classi dirigenti. Ecco quindi l’importanza di formare fin da piccole persone che abbiano una coscienza e una sensibilità estetica“. Il Campus, secondo La Varra, può essere considerato “una piccola dimensione urbana verticale, con le aule che rappresentano lo spazio urbano della città mentre gli spazi esterni e gli ambienti a diverse altezze rappresentano i momenti topici come piazze e monumenti, i luoghi di incontro e scambio“.
Altra particolarità è la presenza nello stesso edificio di età così diverse. “Per gestire questa ulteriore sfida abbiamo posto grande attenzione ai flussi“, spiega La Varra. Tutto è pensato per ‘integrare’, all’interno e all’esterno della struttura. “Si tratta di un quartiere in cui la ‘residenza’ è quasi assente e sono presenti solo funzioni topiche che lo rendono un distretto del futuro: telecomunicazione, arte contemporanea, energia pulita e bio-medicale in arrivo. Questi ragazzi potrebbero avere lì il loro futuro e, a loro volta, queste realtà potrebbero avere qui il loro presente“, conclude La Varra.