Salvatori, azienda italiana di design specializzata nella realizzazione di arredi e superfici in pietra naturale, dopo avere chiuso il 2022 con un fatturato di 20 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto all’esercizio precedente, sbarca a Soho, New York, con il primo flagship store nordamericano al 102 di Wooster Street. Progettato dallo studio di design internazionale Yabu Pushelburg, lo spazio propone alla clientela newyorchese un nuovo concetto di ‘Total Look’, che comprende superfici materiche innovative, scultorei prodotti per il bagno e arredi contemporanei per la casa, tutti realizzati con pietre naturali. Il nuovo showroom sarà il quartier generale per la divisione Usa di Salvatori. Dopo Milano e Londra, lo spazio di New York è per Salvatori il terzo showroom di proprietà nel mondo.
“La decisione di inaugurare il nostro primo showroom americano a New York è stata tanto una scelta commerciale quanto una scelta emotiva e la collaborazione con George Yabue Glenn Pushelberg è stata preziosa sia nella ricerca sia nella progettazione dello spazio”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Salvatori, Gabriele Salvatori. “Le persone di questa città sono in sintonia con i nostri prodotti, condividono i valori del marchio e ne apprezzano l’approccio ponderato alla creazione di prodotti unici. Lavorando con clienti come Armani, Bergdorf Goodman, Salvatore Ferragamo e Bottega Veneta, possiamo dire con orgoglio di riuscire a fornire molto più di un semplice prodotto: lavoriamo a fianco dei nostri partner, offrendo supporto pratico e ispirando nuovi modi di interpretare la pietra naturale”.
Lo spazio di oltre 600 mq presenta una serie di ambientazioni all’interno delle quali è esposta la collezione di rivestimenti, arredi e oggettistica del marchio, tra cui finiture per pareti e pavimenti, mobili bagno, sedute, illuminazione, mobili per esterni e accessori per la casa, molti dei quali sono il risultato di collaborazioni con designer come Stephen Burks, Kengo Kuma, Piero Lissoni, Luca Nichetto, Elisa Ossino, John Pawson, Yabu Pushelberg e Patricia Urquiola.