Dal mall ispirato alla natura allo Sky Walk, dalla Città di Aladino fino all’opera più strabiliante: una città nella città, indoor, a temperatura controllata e tetto retrattile. così dubai si prepara all’expo.
Il 20 ottobre 2020 inizierà ufficialmente l’Expo. A che punto sono i lavori a Dubai? Ecco l’elenco delle meraviglie in progettazione o realizzazione, e quali sorti avranno i padiglioni dopo la chiusura di Expo.
A livello urbanistico e architettonico, la città è costantemente un cantiere aperto, a prescindere dall’appuntamento previsto, e continua a rappresentare un punto di riferimento internazionale, attraendo visitatori legati non solo al business ma anche al leisure. Nel 2016, Dubai ha registrato l’affluenza di 14.2 milioni di turisti, che entro il 2020 dovrebbero salire a quota 20 milioni, stando ad alcuni dati recenti del Dipartimento del Turismo e del Commercio di Dubai (Dtcm). E per il periodo di Expo, che coincide con il 50° anniversario dalla fondazione degli Emirati Arabi Uniti, si parla di 25 milioni di visitatori attesi in soli sei mesi, per una spinta economica stimata intorno ai 30 miliardi di euro.
CANTIERI APERTI
I progetti in cantiere spaziano dal residenziale all’ospitalità, dalla cultura al commerciale. Nelle ultime settimane del 2018, il fermento in città sembra essere ancora più elevato e la varietà delle realizzazioni in via di definizione è la dimostrazione concreta delle intenzioni alla base degli investimenti. Tra tutti, merita di essere menzionato un progetto culturale pensato per creare un legame tra le diverse culture, religioni e tradizioni che popolano Dubai, cercando di educare i visitatori alla scoperta del Sacro Corano. Si tratta del Quran Park (OBE Architects), 12 giardini distribuiti su 65 ettari che ospiteranno molte delle 54 varietà di piante menzionate nel Corano, oltre ad alberi solari dal design unico ispirati alla calligrafia araba. Caratterizzato da un approccio completamente differente è invece Cityland Mall (Bayati Architects), prima meta di shopping al mondo ispirata alla natura, dove in uno spazio che supera il milione di metri quadrati non ci saranno soltanto aree commerciali, ma anche aree dedicate alla conservazione ecologica, al design sostenibile e all’interazione con la natura. Nel cuore delle Deira Islands, la vecchia Dubai attraversata da grandi canali navigabili, troverà posto invece il Deira Mall (RSP Architects): si tratta di uno spazio di 4,5 milioni di metri quadrati disposti su tre piani, di cui mille metri tra negozi, caffè, ristoranti, negozi e luoghi di intrattenimento e un atrio di vetro lungo 1 chilometro, oltre a strutture sportive e ricreative tra cui verrà inserita anche una pista da corsa. Ma sono due i progetti che mirano a togliere il fiato. Il primo è lo Sky Walk (Skidmore, Owings and Merrill), un corridoio di osservazione sospeso e situato al 53˚ piano dell’Address Sky View, un altro primato per la città che con questo ponte panoramico offrirà ai visitatori una camminata su un semiovale nel vuoto, con una vista spettacolare da un’altezza di 200 metri. Sempre nel mondo dei record, è appena stata inaugurata Ain Dubai, la ruota panoramica più alta del mondo, sulla Bluewaters Island, il nuovissimo quartiere-isola firmato Meraas poco distante dal porto turistico di Dubai e che offre zone residenziali, hotel e resort, ma anche un mercato con diversi punti di ristoro all’aperto. Qui il gruppo alberghiero Jumeirah ha aperto il nuovo hotel di lusso Venu Bluewaters Island, mentre lo stesso gruppo Meraas è presente con i nuovi marchi Evado, Re Vera, Vivus e MQ. Sua Eccellenza Abdullah Al Habbai, presidente del gruppo Meraas, ha dichiarato: “Dubai ha sempre avuto un occhio sul futuro. Mentre la città si sviluppa in linea con la visione della leadership degli Emirati Arabi Uniti, ci impegniamo costantemente per raggiungere il massimo e sulle Bluewaters stiamo offrendo una destinazione che stabilirà un nuovo punto di riferimento per il design moderno.”
OPERE DA EXPO
La gigantesca macchina di Expo muove capitali ovunque sia stata organizzata e l’appuntamento di Dubai non poteva deludere le attese. Al momento, la città ha investito circa 15 miliardi di euro nello sviluppo di nuove infrastrutture di trasporto, secondo le stime dell’ultimo Rapporto della BNC Network. E si prevede che la spesa totale raggiungerà 37,5 miliardi di euro, di cui 9 impegnati per la costruzione di nuovi hotel e parchi a tema e 11,5 per alloggi e infrastrutture correlate. In termini d’infrastrutture di trasporto, 7 miliardi sono già stati stanziati per l’espansione di Al Maktoum International – Dubai World Central Airport, e 2,5 per lo sviluppo della nuova linea Metro Expo 2020, che si estende da Dubai Marina al sito espositivo. Nel complesso, secondo le stime, il flusso d’investimenti esteri si aggira tra 80 e 100 miliardi di euro, distribuiti in molti settori. Le fondazioni per i tre distretti tematici del sito sono già complete: con l’inizio del 2019 si comincerà a lavorare sul Distretto della Mobilità (progetto affidato a Foster + Partners), a quello dell’Opportunità (Cox Architecture) e a quello della Sostenibilità (Grimshaw Architects). Questi quartieri saranno parte integrante del sito espositivo, che ospiterà i 180 padiglioni nazionali, tra cui il padiglione degli Emirati Arabi Uniti progettato da Santiago Calatrava e modellato sulle ali di un falco, convergendo tutti in un unico centro, il Al Wasl Plaza, coperto da una grande cupola.
IL DOPO EXPO
Ciò che più colpisce nella progettualità di Dubai è che, sebbene attualmente sul sito di Expo siano state soltanto posate le fondamenta e i muri siano lontani dall’essere costruiti, si stia già pensando al futuro e in particolare alla destinazione d’uso non solo dell’intero sito, ma anche di ogni singolo padiglione. Al momento, ad esempio, è già stato deciso che il padiglione della Sostenibilità diventerà un osservatorio scientifico, mentre il Conference and Exhibition Campus sarà trasformato in un grande spazio espositivo e il padiglione della Mobilità in stabile per uffici di fascia alta. Una volta passati a District 2020 (il progetto urbanistico/architettonico che terrà in vita il sito dopo la conclusione di Expo), lo spazio includerà 65mila metri quadrati di spazio residenziale, 135mila metri di spazio commerciale e strutture di livello mondiale per innovazione, istruzione, cultura e intrattenimento. Tutto con l’idea di creare una destinazione per connettere, creare e innovare. Nella stessa ottica, sono in arrivo altri progetti come l’apertura del Museum of The Future, con apertura prevista proprio nel 2020, che si pone come incubatore per creatività, design e tecnologia. C’è poi la Città di Aladino, struttura che si estenderà su una lunghezza di 450 metri e sarà composta da uffici e hotel all’interno di una più ampia ristrutturazione dell’area di Dubai Creek, destinata a diventare un patrimonio mondiale dell’Unesco. Infine, compare un progetto che anche per gli standard di Dubai riesce a classificarsi come uno dei più ambiziosi e dei più audaci: Meydan Mall, un’intera città (4,5 milioni di metri quadrati) al coperto, a temperatura controllata, con un tetto a cupola retrattile, per un investimento quantificabile in 6 miliardi di euro.