La sensibilità verso i valori ambientali è aumentata e le aziende di pavimenti e rivestimenti in legno rispondono con prodotti e progetti innovativi. Ma gli alti costi della materia prima non aiutano a sostenere la domanda in crescita.
Legno senza fine, si potrebbe dire. Un po’ perché è una materia che si rigenera senza inquinare e un po’ perché la passione per il legno tra le pareti domestiche non perde forza. Lo dimostra il lancio della boiserie Pieces of Styles di Bottega Ghianda firmata da Philippe Starck avvenuto durante il FuoriSalone di Milano: una preziosa linea di rivestimenti composta da tavole modulari in legno massiccio dagli intarsi di elegante classicità. Pieces of Styles rinnova la tradizione delle boiserie francesi del XVII e del XVIII secolo, come ha affermato durante la presentazione lo stesso Starck: “I re di Francia Luigi XIV e Luigi XV avevano pannelli scolpiti fatti a mano sulle mura dei loro castelli. Oggi con Bottega Ghianda creiamo un sistema in legno elegante e poetico, accessibile e strutturalmente moderno, per giocare e progettare i propri interni. Pieces of Styles è modularità moderna per un risultato altamente classico”. Un progetto raffinato, a riprova di una rinnovata attenzione al legno come rivestimento. Ma a questi segnali positivi si contrappongono elementi di rallentamento.
Un settore in crescita con qualche ombra
Il nodo fondamentale risiede nell’incremento dei costi della materia prima, soprattutto se proveniente dall’estero e da Paesi in cui gli organismi nazionali controllano la filiera dei tagli e degli approvvigionamenti. Il settore del parquet in Italia già nel 2019 aveva registrato una perdita complessiva di fatturato del 12%, un trend che si è mantenuto anche nell’anno successivo. Nel 2020, infatti, la produzione nazionale è diminuita del 13,2% e e le esportazioni dell’8,1%; la quota export si è assestata sul 25% del totale e il valore della produzione per il mercato italiano su 280 milioni complessivi (dati Centro Studi FederlegnoArredo). La fotografia del settore a fine 2020 rilevava un totale di circa 200 aziende (-1,4%) con 1600 addetti (-3%). Fep, la Federazione Europea dell’Industria del Parquet, a cui aderisce anche EdilegnoArredo e che rappresenta e difende gli interessi delle industrie del parquet, colloca l’Italia al settimo posto su 17 Paesi aderenti, con il 6,33% della produzione totale, a fronte di una domanda di mercato che tra 2019 e 2020 è rimasta sostanzialmente invariata in tutta Europa. La stessa Fep, che da giugno scorso ha come presidente Lorenzo Onofri, consigliere di EdilegnoArredo, nei primi mesi del 2021 ha rilevato un maggiore dinamismo del mercato, un trend che si conferma valido anche in Italia (+24% nell’export, dato Federlegno).
Itlas, il recupero degli scarti per un progetto di design
Trentatré anni di vita e un brand divenuto punto di riferimento per i pavimenti e i rivestimenti in legno: Itlas, azienda di Cordignano in provincia di Treviso, dal 1988 non ha smesso di crescere, anche in ricerche e buone pratiche. La sensibilità ambientale è parte del DNA dell’azienda sin dalla fondazione e in quest’ottica l’azienda ha pubblicato nel 2020 il primo bilancio volontario di sostenibilità. Ha un Sistema di Gestione Ambientale certificato conforme alla Uni En Iso 14001 ed è anche certificata Pefc e Fsc, poiché utilizza come materia prima il legno da foreste certificate.
Ma a Itlas non basta: recentemente ha avviato il progetto Ecos, una collezione di pavimenti e rivestimenti ricavata dagli scarti del taglio dei tronchi e declinata in quattro prodotti (Online, Online Industriale, Tecno Smart, Le Righe Fineline). L’anno della pandemia, il 2020, con poco più di 15 milioni di euro di fatturato, ha visto un calo dei ricavi di 2 milioni rispetto al 2019. La domanda nel 2021 è risalita, ma quello che preoccupa Patrizio Dei Tos, fondatore e amministratore di Itlas, è la fornitura della materia prima: “Assistiamo a un blocco dell’importazione dagli altri Paesi, dovuto all’accelerazione della domanda, alla svalutazione dell’euro e a un meccanismo di speculazione a seguito della tensione sui prezzi e sulle materie prime” afferma Dei Tos; “il mercato è drogato da questa situazione e il mio timore è che i prezzi non diminuiranno. Itlas è una delle poche aziende che può vantare una catena verticale di approvvigionamento. Il faggio proviene dall’Italia (Foresta del Cansiglio), mentre il rovere dalla Serbia e dalla Francia, da società nazionali con cui abbiamo contratti e che gestiscono il patrimonio forestale. Durante la pandemia la domanda si è ridotta e le società hanno programmato approvvigionamenti e tagli basandosi su questa riduzione. Ora che la domanda è ripresa preferiscono mantenere alti i prezzi. Da parte nostra c’è la speranza che si calmierino, anche perché non possiamo scaricarne il peso sul cliente finale.” Il timore maggiore è che, a causa di questi condizionamenti, i clienti si rivolgano a prodotti alternativi.
Listone Giordano, legno a tutto campo e formule antibatteriche
Per Andrea Margaritelli, brand manager di Listone Giordano, marchio di punta nel settore delle pavimentazioni lignee d’alta gamma che fa capo al gruppo multibusiness Margaritelli, l’impegno per la sostenibilità è un dovere: “In un pianeta che negli ultimi 50 anni ha visto raddoppiare la popolazione e aumentare esponenzialmente la pressione antropica, i rappresentati del mondo imprenditoriale sono chiamati a impegnarsi in azioni concrete non solo per produrre una generica ricchezza economica, ma per contribuire a creare un benessere che sia insieme ambientale e sociale, duraturo e condiviso. Ogni scelta che facciamo come Listone Giordano parte da questo presupposto”. La casa è diventata il rifugio intimo e di rigenerazione fisica e mentale, a cui il legno può contribuire “È un portatore – afferma il manager – di benessere sano; si può definire ‘lievito madre’ della qualità dell’abitare. È una materia ancestrale che trasmette benessere, calore, armonia e serenità interiore quasi per irraggiamento”. Il trend positivo in Listone Giordano non si è mai interrotto, nemmeno nei mesi più difficili. Il fatturato si è mantenuto a 46 milioni di euro nel 2019 e nel 2020, mentre per il 2021 la previsione è di 51 milioni. L’azienda conta circa 550 punti vendita dell’Alleanza Listone Giordano in circa cinquanta Paesi nel mondo e vanta una produzione annuale di oltre 2 milioni di metri quadrati di parquet. “Grazie alla nostra rete di ‘antenne’ internazionali – continua Margaritelli – recepiamo una richiesta, sempre crescente di personalizzazione degli interni, ma anche di origine controllata e tracciabilità della materia prima. Tra i caratteri distintivi di Listone Giordano figura proprio il controllo integrale della filiera produttiva, dall’albero in foresta al prodotto posato, e l’applicazione dei criteri più stringenti per rendere le proprie collezioni salubri e prive di nemici invisibili come la formaldeide, i solventi o i preservanti chimici.” Abbiamo imparato che la salute è un valore non negoziabile, ma talvolta è minacciata anche all’interno degli spazi che dovrebbero essere i più intimi e protettivi, come la casa. “Recenti studi dimostrano come la qualità dell’aria negli spazi abitativi o di lavoro possa rappresentare un rischio per la salute addirittura superiore a quello dell’esposizione all’aria esterna – sottolinea il manager – ambienti interni sempre più sigillati ed ermetici pongono l’esigenza di una scelta oculata delle componenti, che va ben oltre l’aspetto puramente estetico”. Per questo Listone Giordano ha brevettato insieme al partner Icro Coatings la tecnologia Crystal Care, che garantisce igiene e salubrità inibendo la proliferazione dei batteri sulla superficie del parquet.
Skema investe sul parquet come sistema di progetto
Creare nuove superfici per l’abitare: questa la mission di Skema, azienda di Ponte di Piave (in provincia di Treviso) che dal 1992 si distingue per le produzioni innovative nelle proposte di pavimentazioni e superfici in più materiali, dal laminato al legno, al vinilico. Una realtà che ha deciso di investire sul legno come materiale di pregio, con cui ha creato una nuova collezione di impronta contemporanea e innovativa. È il sistema di parquet Yles, sviluppato dalla divisione Skemaidea, sotto la direzione artistica dell’architetto Franco Driusso. Raffaele Ferrara, marketing e product manager di Skema, definisce Yles come “un vero e proprio pensiero che si concretizza in un parquet capace di rendersi tridimensionale”. Yles è un pavimento in legno di rovere o di noce a tre strati realizzato con legname certificato e tracciato; è declinato in sette collezioni che riscrivono le forme tradizionali del quadrato, del rettangolo e della tavola, anche in verticale. Il pregio di Yles si rivela anche nelle sei colorazioni, solo ad olio, e nella lavorazione delle superficie spazzolata e tramata. L’investimento di progetto sul settore legno dimostra la fiducia di Skema nel futuro del materiale. La società nel 2019 ha fatturato nel suo complesso oltre 25 milioni di euro, in crescita sul 2018. Dopo il rallentamento congiunturale del 2020, quest’anno è ripartita con una forte accelerazione, che nei primi sei mesi si è assestata sul 30% in più rispetto al 2019 e di oltre il 50% rispetto al 2020. In questo panorama positivo, però, il settore legno con la quota del 20% registra una riduzione, a causa della mancanza importante di materia prima e delle impennate dei prezzi. Un fardello che pesa su un settore che avrebbe tutti i numeri per crescere. A partire dai progetti delle nuove collezioni e dai processi produttivi. L’attesa è di una normalizzazione, anche se questa congiuntura lascerà il segno.