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Outdoor generation, allenarsi all’aperto con l’intelligenza artificiale

Technogym App, un coach virtuale segue i progressi del tuo allenamento

Outdoor generation, allenarsi all’aperto con l’intelligenza artificiale

by Michele Chicco
17 Marzo 2023

Technogym ha sviluppato un programma di allenamento digitale e personalizzabile. Obiettivo: intercettare la Gen Z stregata dallo sport outdoor. Erica Alessandri: “Lo sport ha ora una dimensione olistica”.

Essere rinchiusi tra quattro mura non piace più a nessuno, soprattutto tra i Millennial e i giovanissimi della Gen Z. Vale all’università e al lavoro, ma soprattutto nella vita sportiva: negli Stati Uniti d’America, oltre il 60% dei nati dopo il 2000 l’anno scorso ha svolto attività all’aperto, contro il 50% di chi è nato tra il 1965 e il 1979. Il desiderio di avventura è deflagrato dopo la pandemia e la prima a beneficiarne è stata la montagna, riscoperta soprattutto da chi passa tutta la vita immerso nel cemento della città. Ma anche quando si è distanti dai sentieri battuti e dalle praterie sconfinate, la voglia di libertà è troppo forte per potersi accontentare sempre (e soltanto) di avere un tetto sopra la testa. L’outdoor generation riscrive la grammatica dell’allenamento e popola i parchi di quartiere che si fanno a loro volta sempre più attrezzati: “Il fitness, lo sport e la salute sono vere priorità per le persone; se prima l’esercizio fisico era confinato all’andare in palestra, due o tre volte a settimana, oggi si desidera avere la possibilità di fare sport in diversi luoghi e in ogni momento”, spiega Erica Alessandri, digital product manager di Technogym, anima della svolta software della multinazionale italiana del fitness. I più giovani, racconta Alessandri, “sicuramente vanno in palestra per socializzare, ma allo stesso tempo si allenano in casa per praticare esercizio fisico in totale privacy e all’aperto durante il weekend”.

UNA DIMENSIONE OLISTICA

Insomma, nota la manager, “il mondo del fitness e dello sport ha assunto una dimensione molto più olistica”. E soprattutto senza regole standardizzate che possano bloccare fantasia e desideri di chi decide di allenarsi. “Si tratta di un comportamento estremamente trasversale che interessa diverse generazioni. Noi lo abbiamo capito da tempo: non a caso più di 10 anni fa abbiamo lanciato una strategia precisa per essere in grado di connettere le persone alla propria esperienza wellness personalizzata ovunque si trovino”, sottolinea Alessandri, figlia del fondatore di Technogym, Nerio, in azienda dal 2016 dopo le esperienze internazionali di lavoro e volontariato. “L’innovazione – dice – fa da sempre parte del dna di Technogym che è nata nel 1983 in un garage, all’inizio come startup meccanica quando sono stati realizzati i primi prodotti per l’esercizio fisico”. Oggi innovare significa affiancare agli ingranaggi oliati dei macchinari tutte le potenzialità del digitale, “con un ecosistema fatto di smart equipment, software, applicazioni e contenuti”.

PAROLA D’ORDINE: PERSONALIZZAZIONE

Le prime esperienze con l’elettronica di Technogym sono partite negli anni Novanta, nel 2007 è stato integrato internet e nel 2012 il cloud. Oggi tocca all’intelligenza artificiale (AI), Sacro Graal dell’innovazione del terzo millennio: “Grazie all’AI oggi siamo in grado di offrire un’esperienza di ‘precision training’, ovvero siamo in grado di personalizzare e di adattare l’esperienza di allenamento su ogni singolo individuo, in base ai suoi bisogni personali, al suo livello di fitness e alle sue passioni”, racconta Alessandri. Tutto viene convogliato su una applicazione, chiamata Technogym App, che propone l’allenamento più adatto per ogni livello, con un coach virtuale che segue passo dopo passo i progressi fatti in casa, in palestra o all’aperto. Un lavoro complesso che ha richiesto di integrare competenze diverse all’interno di un unico luogo digitale dedicato al benessere del proprio corpo: “Oggi – evidenzia Alessandri – abbiamo un ecosistema completo in grado di erogare esperienze e contenuti on-demand che conta 22 milioni di utenti iscritti”.

Il successo della app, spiega la digital product manager, è nella sua capacità di mettersi a disposizione degli sportivi “per adattare al meglio l’allenamento e personalizzarlo su ogni singolo individuo”. Nel corso della giornata il software riconosce le differenze dei luoghi e modifica il piano di allenamento in base alle disponibilità di tempo e macchinari: “Se ti trovi in palestra può proporre esercizi con equipment professionali, a casa con gli strumenti a disposizione o anche a corpo libero, così come ha indicazioni specifiche per quando ci si allena all’aperto o in viaggio”. Un personal trainer virtuale che avvicina ogni allenamento alle reali passioni delle persone con l’auspicio che possano “allenarsi più spesso e più a lungo, di conseguenza con migliori risultati per stare il più aderenti possibile ad uno stile di vita sano e sportivo”, aggiunge Alessandri.

NEI GIOVANISSIMI ALTA PERCEZIONE DEL VALORE DELLA SALUTE

I più interessati alla digitalizzazione dell’allenamento in chiave outdoor sono i giovanissimi, gli stessi che “hanno una percezione molto alta del valore della salute”. Un trend inarrestabile dopo lo choc da Covid-19. “Se in passato c’era una percezione più alta di valori legati all’immagine, oggi la salute e lo sport sono estremamente condivisi. I giovani hanno sviluppato una forte sensibilità verso tematiche legate alla sostenibilità e all’ambiente, e la salute fa parte di questo grande mondo. Rispetto al passato, in cui c’era maggiore attenzione verso tematiche più materiali, oggi i giovani sono più sensibili ai valori dello sport che a loro volta fanno parte del mondo sostenibilità”. Altro trend “interessante” che si nota scrutando le scelte degli under 35 è quello delle community verticali: “Abbiamo visto crescere molto l’interesse delle persone verso gli sport specifici come ad esempio il running, il cycling e il triathlon. L’utente – chiosa Alessandri – cerca dei programmi di allenamento professionali creati da esperti del settore e si iscrive alle community online con cui si identifica e entra in contatto con chi ha la sua stessa passione”.

L’articolo è disponibile sul numero di febbraio/marzo di Pambianco Magazine Design.

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