Il neo presidente di FederlegnoArredo Emanuele Orsini ha presentato ieri, nel contesto della Pinacoteca Ambrosiana a Milano, i dati del settore e i punti che intende realizzare nel suo mandato alla guida dell’associazione.
I dati raccontano un Paese con il più alto numero di imprese del settore in Europa, col Friuli che ne conta il 64% e con le sue aziende produce il 15% del Pil regionale. Tra i distretti c’è, poi, la Lombardia dove il 10% delle imprese manifatturiere appartiene alla filiera del legno: si tratta della prima regione per numero di imprese (10.130), per fatturato (360 miliardi) e per esportazioni (2,1 miliardi). Accanto alla Lombardia c’è poi il Veneto seconda per esportazioni, con 7.770 imprese e un giro d’affari di 6,5 miliardi. Un posto di rilievo tra i distretti lo occupano le Marche con un fatturato di 2,5 miliardi e 2.520 aziende. E ancora più a sud c’è la Puglia con un fatturato di 1,3 miliardi, 3.334 imprese e 14.694 addetti: il suo export pesa per circa il 405 della produzione, paria 390 milioni di euro di valore. C’è poi l’Emilia Romagna, regione di provenienza di Orsini, che vanta 2,2 miliardi di fatturato con 3.580 aziende e 17.190 addetti.
Orsini ha poi illustrato i suoi piani per i prossimi anni: innanzitutto l’intenzione di coltivare il rapporto con le istituzioni per prorogare la validità del bonus mobili, introdotto nel 2013, anche in futuro. Il presidente di FederlegnoArredo ha portato l’attenzione sul fatto che trattandosi di un provvedimento a costo zero per il Governo, che genera indotto e posti di lavoro, andrebbe reso strutturale. In due anni e mezzo secondo i calcoli dell’Agenzia delle Entrate il bonus mobili ha generato quasi 3 miliardi di fatturato in più e 10mila posti di lavoro in più.
In conferenza c’è stato spazio anche per una riflessione sul tema dell’innovazione relativa all’Industria 4.0: “Ad oggi – ha detto Orsini – il 70% delle aziende sta innovando, fa ricerca e innovazione per un investimento che rappresenta il 2% sul fatturato”. L’obiettivo è promuovere iniziative per perseguire una formazione universitaria a misura di settore.