La storia continua: la nuova collezione di Maxalto

Una presenza discreta, ma che non passa inosservata, un’identità riconoscibile e distintiva, fatta di autenticità e creatività, che negli anni ha saputo creare un racconto di stile con il suo linguaggio ‘modern classic’ sempre coerente ed elegante. Dopo le anticipazioni dello scorso gennaio a Parigi, Maxalto, marchio del Gruppo B&B Italia per la prima volta ha varcato la soglia dei padiglioni di Rho e lo ha fatto con stile: uno stand di 600 metri quadrati creato dall’art director Antonio Citterio reso etereo dal impalpabile carta di riso delle pareti. Un colpo d’occhio di grande effetto che è stato capace di mettere in mostra un modo di vivere e di abitare unico, perché quella presentata dal famoso brand, non è una semplice linea di prodotti ma – Ce n’est pas une collection – una lezione di eleganza dove i nuovi pezzi disegnati da Citterio riescono a inserirsi senza soluzione di continuità nel catalogo in un dialogo che non stravolge, ma rafforza.

Uno stile senza tempo che vive e si evolve assieme alla società che rappresenta. Un’evoluzione che guarda dritta al futuro ed è capace anche d’ispirarsi al passato. Ma non solo, visto che Maxalto quest’anno ha rilanciato anche il logo originale degli anni ’70, per ribadire e valorizzare la propria identità e affermare l’indipendenza di un marchio nato per distinguersi senza clamore ma senza equivoci. Originariamente elaborato come un puzzle di legni diversi, il logo torna così a campeggiare su una selezione di prodotti, volutamente ristretta, tessili e non (rivestimenti, tappeti, plaid e contenitori Tesaurus) che si propongono di diventare icone di uno stile senza età. Perché in fondo, come diceva Audrey Hepburn “l’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai” soprattutto quando ha un legame indiscusso con il territorio e una forte carica artigianale che, dalle botteghe medievali, si è trasformata nel frattempo know-how tecnologico.

Linee sinuose e di ispirazione organica per il divano Lilum

Ed ecco allora che i nuovi pezzi diventano una nuova occasione per aprirsi al futuro, con garbo sottile e raffinata continuità con gli altri elementi a catalogo. A partire da Arbiter, il primo sistema di sedute componibili di Maxalto che grazie alle sue misure extra-large è capace di adattarsi a grandi ambienti. Anche dal punto di vista estetico visti i suoi cuscini sovradimensionati, che viaggiano in coppia quasi a formare una sorta di schienale aggiuntivo che avvolge le spalle di chi si siede. Il prodotto, che va a completare la gamma divani, diventa il pezzo chiave della nuova ‘collezione-non collezione’. Con le sue linee rigorose, pensate per alleggerire l’impatto nel contesto domestico, riesce a rinnovare e reinterpretare la tradizione dei divani dei maestri tappezzieri e delle icone dell’interior design.

Ma le novità non finiscono qui, Lilum, l’altro divano sempre a firma Citterio, è invece caratterizzato dalle linee sinuose e di ispirazione organica tipiche del secondo Dopoguerra. Pensato per soluzioni di convivialità e intimità e per coabitare, nello stesso ambiente, con divani più formali è l’unico divano della gamma Maxalto con struttura a seduta diretta disponibile in varie forme più o meno raccolte. Il profilo di estruso di alluminio in varie finiture che ne disegna la linea di terra, definisce il contorno con un tocco di sobria ricercatezza, mentre il bordo accentuato che separa la base dalla seduta è un richiamo ai divani artigianali della tradizione. L’ennesima dimostrazione della forza discreta dell’eleganza moderna: un racconto di stile che può nascere solo da una identità autentica e creativa.



Editoriali di David Pambianco