Da ieri è sciopero a oltranza per i 500 dipendenti Natuzzi dello stabilimento di Laterza, nel tarantino. Ad accendere la scintilla un piano aziendale di produzione che, di fatto, abbatte del 50% le presenza in fabbrica dei dipendenti. Di qui la reazione e la richiesta dei sindacati di incontrare, già nei prossimi giorni, il management Natuzzi e i vertici della regione Puglia. Lo sciopero a oltranza iniziato ieri è solo l’inizio delle proteste perché, per il 28 giugno, è annunciata un’altra giornata di sciopero, ma di tutti i dipendenti del gruppo che manifesteranno a Bari sotto la Prefettura.
I sindacati parlano ormai di resa dei conti con l’azienda che ha comunicato esuberi per 1.900 unità (il gruppo conta 3.200 dipendenti diretti e alimenta un indotto di altri 1.200) e minaccia di delocalizzare definitivamente all’estero. Natuzzi, contattata da Pambianconews, ripete che i marchi di gamma più alta continueranno ad essere prodotti in Italia, ma non nasconde che gli esuberi sono ormai “strutturali” a causa del ristagno economico dell’area, anche se le decisioni più importanti saranno prese tra qualche giorno.
Da tempo l’azienda di divani e complementi d’arredo aveva lanciato l’allarme: negli ultimi sette anni, nonostante siano stati investiti in tutto 200 milioni, il bilancio è rimasto in rosso. Nel 2012 l’azienda ha perso 26 milioni e nel primo trimestre di quest’anno il rosso è di sei milioni. L’ultima chance pare essere l’accordo da 101 milioni siglato proprio nei giorni scorsi da Mise e regioni Puglia e Basilicata.