Il modernariato italiano spopola nelle aste e nelle gallerie, attirando i collezionisti di tutto il mondo con risultati sorprendenti. Una passione che sta diventando investimento, soprattutto di fronte a pezzi unici dei grandi maestri.
Dalle fiere ai mercatini, dalle gallerie alle case d’asta, è sempre più in voga. Il modernariato sta vivendo la sua grande stagione: apprezzato da un pubblico internazionale, colonizza storiche manifestazioni antiquarie come il Mercanteinfiera di Parma e occupa gli eventi più prestigiosi dell’arte contemporanea.
IL RETROFUTURO
Il passato sembra diventato l’ingrediente essenziale di ogni nuovo trend culturale. Ormai il vintage dilaga in tutti i settori, osserva Trend Movers, l’Osservatorio ideato da Verti Assicurazioni, la compagnia digitale del Gruppo Mapfre in collaborazione con Bva Doxa, che in una ricerca pubblicata a settembre ha coniato un nuovo termine, Retrofuturo, per definire questo bisogno di memoria. E il design italiano di memoria ne ha davvero tanta. Il boom del settore non è una moda momentanea, ci racconta Nina Yashar, fondatrice della galleria Nilufar, trend setter e leader indiscussa fra i dealer. “Via l’antico, avanti il vintage. Il gusto negli ultimi anni sta cambiando, gli arredi Biedermeier non seducono più”. Irrequieta, sempre a caccia di nuovi stimoli, annusa il mercato e anticipa gusti e tendenze. E non si ferma mai. Dal 20 dicembre fino al 18 febbraio 2020 Nilufar presenterà Squat Los Angeles, una nuova “occupazione artistica”, iniziativa nomade di cui aveva già sperimentato la formula in più location nel corso degli anni. “L’idea nasce nel 2012 – aggiunge Yashar – proprio dalla volontà di indagare commistioni, contaminazioni in un luogo privilegiato, l’ambiente domestico e non la fiera o la galleria. E poi la casa è il luogo naturale dove mettere in mostra i miei pezzi, mescolando arredi storici come la libreria pezzo unico del 1960 di Osvaldo Borsani e le opere contemporanee di Bethan Laura Wood, Derek Castiglioni e Martino Camper che saranno in mostra in California”.
LE ASTE FANNO IL BOOM
L’autunno è uno dei periodi clou per chi è a caccia del pezzo unico. Dopo il grande successo di Thinking Italian Design, l’asta lanciata lo scorso ottobre a Londra da Christie’s con oltre l’80% dei lotti venduti e con vendite spettacolari – la poltrona di Carlo Mollino è stata battuta a 250mila sterline, lo scrittoio di Gio Ponti a 60mila sterline – è la volta di Artcurial, asta che si è tenuta il 19 novembre a Parigi. Tra gli arredi più interessanti messi all’incanto compare un’altra scrivania firmata Ponti, che sarà messa in vendita a una cifra che partirà da una base d’asta di 40.000/60.000 euro e una sospensione della B.B.P.R. a 35.000/55.000 euro.
Ricco anche il catalogo a prezzi più contenuti di Cambi, che metterà all’incanto al Castello Mackenzie di Genova una raccolta di elementi di design provenienti da collezioni private italiane. Come sottolineano diverse ricerche di mercato, tra cui quella firmata da Deloitte, l’arredo può essere considerato alla stregua di una classe precisa su cui investire. Come funziona? Nelle analisi periodiche sul mercato mondiale dell’arte, gli esperti classificano il design all’interno della macro voce “Arti minori”, che a sua volta si divide in due comparti, “Antichità”, per i pezzi antecedenti al 1900, e “Arredi&Design”. I numeri raccolti da Deloitte rivelano che il comparto dell’arredo e design tende a mostrare nell’ultimo periodo risultati discontinui, con grande interesse per i designer più noti e scarso interesse per altri minori. Il Global Arti Minori Index nel 2018 ha tuttavia registrato una leggera decrescita (-5,6%), in parte attribuibile al grande numero di aste del comparto, che spesso comporta un calo di interesse da parte dei collezionisti, e in parte attribuibile alle difficoltà economico-politiche che hanno caratterizzato il 2018. Il fatturato annuo assoluto del segmento si è mostrato sostanzialmente stabile rispetto al 2017, restando a quota 2,5 miliardi di dollari (+2,7%), mentre il tasso di invenduto medio è stato pari al 20,8%, in crescita rispetto al 2017 (19,2%), e questo dato spinge a ritenere che si tratti di un mercato comunque sempre più consapevole.
LA RICERCA DEL PEZZO UNICO
I mercanti d’oltreconfine sono disposti a spendere decine di migliaia di euro per accaparrarsi un pezzo unico e i collezionisti preferiscono investire cifre importanti, lì dove sono minori le paure di riedizioni o falsi che possano ridurre il valore degli oggetti che hanno comprato. Per la ricerca di arredi importanti è molto difficile, ma c’è ancora molto da scoprire, spiega Nina Yashar: “I nostri architetti, quelli che hanno fatto grande il design nel mondo, negli Anni ‘50, ‘60 e ‘70 del secolo scorso erano molto prolifici. Realizzavano arredi su misura ogni volta che intervenivano su un nuovo progetto edilizio”. E continua: “Dopo anni passati a inseguire i risultati dei mobili francesi, americani e scandinavi, che io stessa vendevo, il nostro design sta spopolando nelle sala d’asta e si rivaluterà tantissimo nel tempo, soprattutto se parliamo di pezzi unici, come la credenza progettata nel 1941 dalla B.B.P.R. per Casa Bettinelli a Milano, un pezzo unico che ho nella mia galleria Depot. Per quanto riguarda le quotazioni dei designer, in questi anni è Gio Ponti a fare la parte del leone. Sicuramente il più prolifico tra i designer dell’epoca, diventando un vero e proprio brand di alto livello”. E continua: “Rassicurante, più facile da riconoscere, è l’acquisto sicuro per chi non ha ben chiaro il grande panorama della produzione di quegli anni. Anche Ettore Sottsass, dopo la morte è stato molto rivalutato. E poi ci sono Franco Albini, Carlo Scarpa, Osvaldo Borsani, Ico Parisi. A chi vuole fare un investimento oggi io consiglierei artisti che non si sono dedicati alla produzione in serie, ma che hanno prodotto solo su commissione come la B.B.P.R. o Gabriella Crespi”. Però bisogna stare attenti a quello che si acquista: “È difficile capire se siamo di fronte a un originale. L’expertise è più semplice con gli arredi in legno, perché con il tempo acquista una speciale patina, difficile da imitare. I problemi grossi – avverte Yashar – si hanno quando ci si trova di fronte, per esempio, a un tavolo di marmo di Carlo Scarpa o di Angelo Mangiarotti, perché la pietra invecchia meno”.
IL CACCIATORE DI TESORI
La maggior parte delle fiere importanti dedicate al design segue gli appuntamenti dell’arte. Il modernariato, tuttavia, è una disciplina più recente, ancora in cerca di una conferma definitiva. Il pubblico deve essere educato a capire l’importanza di un’opera, lo studio è fondamentale per un vero collezionista. Lontani ormai dall’immagine romantica dei colti mecenati novecenteschi, oggi chi acquista design di un certo livello non è più così preparato, osserva Nina Yashar: “I giovani non hanno sufficiente competenza, hanno un approccio troppo veloce, e comprano il vintage con un occhio alla decorazione”. Conoscenza e studio, dunque, ma per investire, se non si è abbastanza esperti, è consigliabile rivolgersi a professionisti di comprovata serietà oppure affidarsi a una casa d’aste. Improvvisare, acquistare in modo emotivo o seguire la moda del momento, può comportare dei rischi. Solamente l’esperienza, la serietà nella selezione e nella proposta delle opere, valgono come garanzia per coloro che si vogliono avvicinare al mondo del modernariato. Per farlo in modo serio e sistematico, può essere utile farsi aiutare da un esperto per orientarsi tra le possibilità di un mercato che è diventato globale. Nella ricerca del pezzo giusto il web è un fondamentale aiuto. È il caso di Lot-Art, portale messo on line nel 2016 e contenitore onnicomprensivo di informazioni su categorie di oggetti di collezionismo molto ampi, che spaziano dall’arte moderna e contemporanea, agli orologi, delle automobili al design. Francesco Gibbi, ideatore e ceo del portale, ci ha detto: “È uno strumento utile per seguire i lotti dei designer più interessanti nei cataloghi delle aste in programma nel mondo, ma anche per essere aggiornati in tempo reale sulle vendite di gallerie di fiducia da noi selezionate e fare il giusto investimento, confrontando i prezzi medi sul mercato. Anche il budget è importante: molti clienti si appoggiano a noi fornendoci l’importo massimo dell’investimento e noi li seguiamo nella scelta, offrendo loro un servizio personalizzato”. Autenticità, paura del falso e dello stato di conservazione dell’opera, le modalità di consegna e di recesso, sono le note dolenti per chi acquista pezzi importanti. Dallo scorso anno, infatti, Lot- Art ha attivato anche un servizio di consulenza dedicato a tutti coloro che vogliono diversificare il proprio portafoglio. Un servizio a tutto tondo per chi vuole investire, proteggendo gli acquisti fatti. Anche Generali Assicurazioni ha pensato di proteggere i collezionisti con soluzioni, servizi innovativi e personalizzati. Da metà 2020, Generali Arte assicurerà opere d’arte, arredi, gioielli e altri oggetti di valore fornendo servizi di assistenza tra cui restauro, trasporto e custodia. Con strumenti digitali innovativi che permettono ai clienti, tra gli altri benefici, di ottenere valutazioni online per le loro opere e di conservarle in una galleria privata virtuale, assicurando al contempo la massima protezione dei dati.
LA VENDITA ONLINE
Il mercato dell’arte online, secondo The Hiscox Online Art Trade Report 2018, redatto dalla compagnia di assicurazione inglese Hiscox in collaborazione con gli analisti della società di ricerca londinese ArtTact, è cresciuto complessivamente del 9,8% nel 2018 arrivando a un giro d’affari di 4,64 miliardi di dollari, in lieve rallentamento rispetto alla crescita del 12% registrata nel 2017. Il settore design e arti decorative, invece, registra un lieve miglioramento. Nel campo dell’e-commerce, grazie al prestigio dei loro nomi, le case d’asta internazionali, in testa Christie’s e Sotheby’s, sono in prima linea nelle transazioni anche sul web. Negli ultimi anni Internet si è popolato di società e attività che operano nella vendita e nei servizi online per l’arte e il design. Una miriade di piattaforme che sono in realtà un laboratorio sempre aperto per nuove proposte e contaminazioni. Uno dei più noti, almeno in Italia, è 1stdibs, in cui troviamo oggetti che vanno dalle opere d’arte, antiche e moderne, alle borse da collezione al design. I pezzi provengono da gallerie d’arte e negozi specializzati. Questo portale ha sviluppato un buon sistema di garanzie, restituzione e spedizione, tanto da occupare il quinto posto della classifica generale dei portali più usati. Poi c’è Artsy, piattaforma americana nata nel 2009, canale leader per le vendite online che avvengono attraverso le gallerie: occupa il secondo posto della classifica generale del The Hiscox Online Art Trade Report 2018 ed è fra i portali più consultati. È collegata con le grandi fiere di arte contemporanea internazionali, di cui propone una selezione di opere in vendita in anteprima. Accanto a questa c’è Artnet, piattaforma nata nel 1989, che ha costituito il primo database di informazioni sull’arte contemporanea ed è canale di contatto con le gallerie per l’acquisto online. Un portale europeo molto interessante è Pamono, la piattaforma di e-commerce con base a Berlino che vende pezzi unici, vintage e contemporanei. Ancora non valutabile, in termini di fatturato, è l’utilizzo dei social per vendere e mettere in mostra l’arredo vintage. L’estrema semplicità nel consultare e valutare opere pubblicate attraverso profili Instagram dà, infatti, la possibilità a un ipotetico acquirente di contattare in autonomia il venditore in questione, senza dover passare per galleristi e art dealer.