Minotti cresce con discrezione. L’azienda di Meda (Mb) ha acquisito un’area adiacente alla propria sede per realizzare un ampliamento di circa tremila metri quadrati che sarà destinato in parte alla produzione della tappezzeria, tutta gestita internamente (mentre la produzione di mobili e complementi viene affidata a terzisti attraverso una sede logistica dedicata) e in parte a magazzino. Il progetto dovrebbe essere ultimato entro la fine del prossimo anno. Intanto continua il piano di apertura di store monomarca, l’ultimo dei quali è stato inaugurato a luglio a Monaco di Baviera. La partecipazione al Salone di Shanghai, decisa per spirito di collettiva, è stata l’occasione per festeggiare il primo anniversario della presenza nella città più trendy della Cina con il monomarca da 1600 metri quadrati aperto in partnership con Domus Tiandi, che distribuisce Minotti anche a Pechino tramite un multibrand.
“La Cina – spiega a Pambianco Design Roberto Minotti – inizia a sviluppare un lavoro interessante anche nel mobile, dopo aver già offerto risultati importanti in altri ambiti quali moda e automobili. I consumatori stanno affinando il gusto, si avvicinano al design occidentale e distinguono le copie dagli originali. Inoltre gli stessi produttori cinesi, avendo assimilato il know how consegnato loro dalle aziende europee che hanno delocalizzato in passato, stanno sviluppando delle collezioni innovative. Noi in Cina non abbiamo mai voluto forzare la mano, non essendo affamati di numeri ma volendo fare le cose per bene e con passione, limitando peraltro il rischio di essere copiati. Ora abbiamo trovato il giusto partner, con cui c’è corrispondenza di vedute, con risultati interessanti soprattutto in chiave retail e parzialmente anche per l’hospitality”.
Minotti parla di un “buon incremento”, a doppia cifra, previsto a fine anno in termini di vendite. La Germania resta il primo mercato di destinazione dell’azienda brianzola, che distribuisce in maniera abbastanza omogenea i propri mobili in una settantina di mercati con una quota export del 90 percento. “La crescita che stiamo ottenendo – conclude Minotti – è bilanciata e simile in tutti i paesi, Italia compresa. Non abbiamo mai puntato troppo sui paesi booming perché hanno sempre una doppia faccia, così come non abbiamo mai orientato il design in funzione di un mercato. Queste scelte, alla fine, ci hanno premiato”.