Tradurre l’uso creativo dello spazio, nel dna di Mini, in un contesto abitativo urbano. Questa l’idea alla base dell’installazione del brand del Gruppo BMW di scena fino al 17 aprile in via Vigevano 18, a Milano.
Il concetto moderno di convivenza è una delle sfide più importanti e significative con cui l’individuo deve confrontarsi per vivere nelle grandi metropoli, alla luce della scarsità di luoghi piacevoli ed economicamente accessibili in cui vivere. Una soluzione, secondo l’azienda, potrebbe consistere nel vivere in spazi dalle metrature ridotte, ma senza dover rinunciare ad un’ampia cucina o ad uno studio in cui lavorare. L’opzione della condivisione permetterebbe, dunque, di disporre di un’ampia area ‘living’ e di poter fruire dell’esperienza arricchente della coabitazione.
“La condivisione delle aree comuni è un vero e proprio stile di vita – dichiara a Pambianco Design Federico Izzo, Head of Mini -, che si sta sempre più diffondendo anche in Italia, perché permette di utilizzare spazi, spesso più ampi, per molteplici finalità, contenendo anche i costi, favorendo lo scambio di idee e alimentando solidarietà e condivisione di spazi e attività, per uno stile di vita più sostenibile da qualunque angolazione la si guardi. L’attuale mentalità è già allenata alla condivisione dal punto di vista della comunicazione e della tecnologia, sono convinto che ci sia già un terreno fertile per estendere la condivisione anche agli spazi abitativi e lavorativi”.
Al centro del progetto ideato da Mini si trova un appartamento di 30 metri quadri collegato ad altri potenziali appartamenti fino a creare un micro-quartiere.
Ogni appartamento contiene sistemi di scaffalature individuali pieghevoli che mettono in risalto i ‘luoghi di confine’ (ma allo stesso tempo di unione) tra gli appartamenti, facendoli assurgere a punti focali dell’allestimento. Queste aree diventano, così, spazi di connessione che ricoprono funzioni sempre diverse: attraverso una ‘cooking unit’ aperta, per esempio.
Quando e fino a che punto gli inquilini desiderino condividere lo spazio e il tempo con la collettività dipende dai singoli abitanti. Come suggerisce il tema ‘Do Disturb’, infatti, Mini Living incoraggia, coscientemente, le persone all’incontro trasformando questo momento in una risposta concettuale all’anonimità urbana.
“L’installazione supera il conflitto tra sfera privata e comunità, e dimostra che si ottiene di più quando si condivide. “L’allestimento intorno al Mini Living rispecchierà a pieno il nuovo posizionamento del marchio Mini – prosegue Izzo -. Nuovi colori, nuovi materiali, attenzione alla qualità e ai partner con un focus sempre molto alto alla produzione locale/italiana. Lo spazio sarà un luogo dove i visitatori potranno scoprire e vivere il nostro brand in massima libertà potendo decidere autonomamente come vivere le singole aree definite e sviluppate con partner che quest’anno non saranno solo italiani, ma anche internazionali. I partner del progetto sono molteplici, non solo di arredamento, ma anche appartenenti all’area food, flower & grocery o music & reading perché possano raccontare ciascuno la propria storia”.
“Sicuramente – afferma il manager – il richiamo più concreto al nostro marchio sarà all’esterno dello spazio, dove due Mini Cabrio daranno il benvenuto agli ospiti, offrendo una totale immersione nel brand”.
All’interno degli spazi Mini, in occasione del Salone del Mobile 2016, verrà presentata, infatti, la Nuova MINI Cabrio, “vettura che incarna il tipico divertimento del brand britannico – conclude Izzo -, offrendo la possibilità di viverlo a cielo aperto, con quattro comodi posti e abbinando sportività, efficienza, comfort, funzionalità, sicurezza, interconnessione, senza dimenticare elevati standard di qualità dei materiali e attenzione ai dettagli. Condividere aree comuni significa abbattere pareti e quindi aprire la mentalità ad una nuova gestione degli spazi che bene si coniuga con il claim della Nuova Mini Cabrio: “Stay Open”, per vivere una esperienza all’aria aperta”.
Il progetto ‘Mini Living’ è nato come parte di una collaborazione con gli architetti giapponesi ON design e la società internazionale di ingegneria Arup, il cui headquarter tedesco è a Berlino.