Milano e le sue architetture mood della collezione Fazzini Atelier

“Per conoscerla, bisogna avere la pazienza di ascoltarla” scriveva Aldo Nove. Milano torna a essere la musa, e non di poeti e scrittori come Stendhal – il ‘milanese’ come ha voluto scrivere (in italiano) sulla sua tomba a Parigi – ma di un’azienda che da sempre con questa città ha un dialogo costante fatto di complicità, vista anche l’eleganza discreta che accomuna entrambe. Un omaggio raccontato attraverso la collezione Atelier 2023, appena presentata a Maison&Objet, dove l’eleganza ispirata alla capitale del design, viene declinata attraverso filati di altissimo pregio che rivelano l’expertise dell’azienda nell’ambito della manifattura tessile d’eccellenza. Un prezioso patrimonio da tramandare per fare tesoro delle costruzioni complesse e delle raffinate lavorazioni, che reinterpretano, tra trame e colori, la tradizione in un linguaggio stilistico attualissimo e riportano in casa la ‘bella biancheria’. La purezza del bianco, il fascino del grigio perla, la contemporaneità del tortora e il coté romantico del rosa, ma anche qualche accenno di blu colorano le proposte Fazzini Atelier di un’eleganza discreta. La nuova collezione declinata in tre importanti proposte lavorate a jacquard e altrettante in prezioso raso 300, racconta di un viaggio sentimentale attraverso alcuni luoghi più significativi del capoluogo lombardo, luoghi da cartolina come l’Arengario che viene interpretato attraverso un gioco di cerchi per dare una texture d’eccellenza alla finezza della seta e alla matericità del lino.

La linea Filarete, con motivi damascati riproposti in chiave contemporanea

Le sottili sfumature di colore che sembrano rievocare quelle del marmo Candoglia, scelto da Piero Portaluppi e Giovanni Muzio per dare pelle al loro edificio accanto al Duomo, sono ottenute con la lavorazione jacquard. Le superfici lucide si alternano a dettagli opachi in un bellissimo effetto tridimensionale. Le opere del ‘900 italiano raccolte nell’edificio milanese, da cui la collezione prende il nome, animano le atmosfere della zona notte con il copriletto, il quilt e i cuscini decorativi. L’eleganza classica del canneté è riproposta in un intreccio tono su tono dalle dimensioni importanti nella collezione Triennale, in ossequio al Palazzo dell’Arte opera di Giovanni Muzio, negli anni testimone privilegiato delle vicende artistiche e architettoniche sotto la Madonnina. Il motivo a rilievo ottenuto con la lavorazione a jacquard è reso ancora più evidente da un finissaggio che agisce sulla trama ritraendo in parte il filato: nascono copriletti e imbottiti di grande consistenza che arredano la camera da letto, portando un elemento di design.

Ancora Gio Ponti, Torre Branca su base bianca con disegno in blu, in grigio oppure in bianco tono su tono

Proposta in bianco, nei toni naturali o in grigio, la linea si abbina alle nuove federe Isola nei toni neutri con cifratura in bianco. Si ispira invece ai tessuti damasco la linea Novecento in finissimo raso. Il disegno nelle tonalità del grigio o del beige è riportato su lenzuola, copripiumini e trapunte con una stampa vibrante che alterna superfici perlescenti e dettagli talcati. Tra le fonti di ispirazione dell’azienda non poteva certo mancare un omaggio a Gio Ponti, anzi due: Pirellone che attraverso una sequenza di piccoli tratti ricorda l’imponete facciata del grattacielo milanese e la collezione Torre Branca dove la stampa che richiama l’arte cinetica restituisce il dinamismo della struttura architettonica a triangoli sovrapposti che spicca tra la vegetazione del Parco Sempione. Ma non c’è solo il Novecento e la modernità a influenzare la creatività dell’azienda, c’è anche la quattrocentesca torre del Castello Sforzesco di Milano a dare afflato alla collezione Filarete, che rievoca gli arazzi e i tappeti custoditi nel museo. I motivi damascati del passato sono stati riproposti in una chiave decisamente contemporanea con la lavorazione jacquard per dar vita a copriletti, imbottiti e grandi cuscini decorativi nei toni del bianco, del naturale e del rosa arredamento.



Editoriali di David Pambianco