A soli tre anni dallo sbarco in grande stile sul mercato italiano, Made.com ha perso più di una sicurezza sulle operazioni nel nostro Paese. Il sito dedicato all’acquisto online di arredi, lanciato in Italia nel 2013 a poca distanza dalla nascita (su un’idea di tre giovani francesi che l’hanno fondato in Inghilterra) non risulta più attivo nella versione italiana. Digitandolo online, da oltre un mese l’avviso che ne esce è il più classico degli errori 503: “Siamo spiacenti, ma il sito non è momentaneamente operativo”, è il messaggio preimpostato. La società, contattata, si limita a confermare il disservizio temporaneo. Ma dal servizio clienti filtrano indicazioni assai più preoccupanti: gli operatori del call center, come emerge anche da alcuni commenti sulla pagina Facebook del sito, fanno intendere che al momento Made.com non è più attivo sul mercato italiano. Insomma, esiste la possibilità reale che chiuda definitivamente.
La formula di Made.com, che rimane invece attivo sulla piattaforma in lingua inglese, francese, tedesca e olandese, è semplice e innovativa: eliminando gli intermediari, il sito collega direttamente il designer al consumatore finale, annullando i vari ricarichi sui prezzi di fabbrica e garantendo volumi di produzione e accessibilità di prezzo. Un’idea che sembra aver riscosso successo, almeno all’estero, tanto che solo l’anno scorso l’azienda ha incassato un aumento di capitale da 60 milioni di dollari.
La stessa sorte, però, Made.com non sembra averla avuta nel nostro Paese: non solo lo showroom, annunciato a suo tempo e definito “indispensabile” dallo stesso management, non è stato mai aperto, ma anche le vendite non sarebbero decollate secondo le attese.
In Italia, Made.com fa parte dell’incubatore di startup di Rcs, Rcs Nest, uno spazio (fortemente voluto dall’ex gestione di Pietro Scott Jovane) attraverso cui la casa editrice offre consulenza per sviluppare un prodotto e la sua comunicazione, anche in termini pubblicitari. Sul sito di Rcs Nest, Made.com è ancora presente nella sezione ‘new business’. Secondo indiscrezioni di stampa, però, Made.com sarebbe tra gli asset in via di dismissione secondo la nuova strategia Rizzoli. Un segnale che non fa ben sperare per il sito di e-commerce e per i suoi clienti, che sui social di Made.com continuano a chiedere risposte.