Un’antologia dei ‘pezzi’ unici presentati durante la design week che fanno sognare: la nuova estetica della casa richiama il Rinascimento, è sontuosa e iperdecorata.
Lunga vita all’oggetto di design, icona desiderabile, accessorio d’arredo che racconta molto degli stili di vita e delle scelte di arredo, ma come ci ha mostrato l’antologia del Fuorisalone, il nuovo extralusso si declina in una estetica più completa, sontuosa e iperdecorativa che sublima l’oggetto e parla di calore, empatia, affetto, è una estetica che ‘accudisce’. Ne è un esempio il ‘Galateo’ Buccellati della tavola come luogo d’eccellenza delle relazioni sociali, una celebrazione della grazia della convivialità. Quell’art de la table’ nella terrazza di un palazzo disegnato dall’architetto milanese Piero Portaluppi nel 1919, anno in cui Mario Buccellati fondò l’azienda, ha messo in scena un coté meno noto del savoir faire della maison milanese, Buccellati, rinomata per le sue creazioni di altissima gioielleria.Il racconto del nuovo lusso parte dal genius loci, come spiega l’architetto Stefano Boeri che ha curato l’allestimento della terrazza. “Oltre a rimarcare il forte legame di Buccellati con la milanesità l’allestimento integra il mondo naturale nell’architettura, portando il verde sulla terrazza panoramica dalla quale si accede all’esposizione. S’immaginano così un nuovo ecosistema e modi alternativi di occupazione e trasformazione degli spazi, rendendo la terrazza Buccellati un luogo d’incontri dal forte sapore esperienziale. Se Milano è nota per i suoi ‘giardini segreti’, si mostra anche una città di tetti e di terrazzi, che possono divenire ambiti di socialità”.
IL ‘GALATEO’ TORNA A TAVOLA
Il progetto ‘Galateo’ è stato affidato a quattro designer internazionali: Dimorestudio, Ashley Hicks, Chahan Minassian, Patricia Urquiola. Ciascuno di loro ha reimmaginato una tavola attraverso le storiche collezioni di argenti Buccellati: Caviar, Doge, Marina e Rouche, Tahiti, e le porcellane della collezione ‘Double Rouche – Florence Furnace’, nate dalla collaborazione tra Buccellati e Ginori 1735. Lo stile accogliente e lussuosissimo di apparecchiare trae spunto dal famoso trattato ‘Galateo’ di Giovanni Della Casa (1558) e da ‘Il libro del Cortegiano’ di Baldassar Castiglione (1513 – 1514), ed è in definitiva un invito a rinnovare il piacere di ricevere, di stare insieme nel bello e inevitabilmente una riflessione sulle buone maniere intese come forma di cortesia; Ashley Hicks, aristocratico designer inglese, cugino del principe Carlo d’Inghilterra, allestisce una tavola ispirata ai grandi banchetti storici, celebra il rituale sociale del convivio rievocando le atmosfere dell’epoca barocca che portò all’estremo la spettacolarizzazione del cibo, attraverso degli argenti come simbolo di potere. Attingendo al repertorio di Buccellati, Hicks imbandisce la tavola di conchiglie vestite d’argento della collezione Marina, i vassoi hanno profili increspati come le onde del mare della collezione Rouche, un grande centrotavola ha la forma di cestino da pesca (un pezzo disegnato da Mario Buccellati intorno al 1960). Ci sono piatti in porcellana Ginori 1735, i Totem in finto porfido e altre finiture di tipo lapideo, che sono le celebri sculture realizzate per l’interior da Hicks, ornate da dettagli in argento riprendendo la maison milanese. “La tenda magica ispirata ai banchetti del XVII secolo e al loro sfoggio di piatti – spiega il designer – è una celebrazione del potere immaginifico dell’argento con la sua capacità di suscitare meraviglia e fascino”.
DALL’INTIMO BUDOIR AL SET DAL SAPORE CINEMATOGRAFICO
Chahan Minassian allestisce, invece, un intimo boudoir. Il designer francese immagina la sua installazione come un trionfo di oggetti pregiati, una sorta di scatola di gioielli: il lampadario in vetro di murano turchese o il monumentale paravento con pannelli in cristallo di rocca, e pezzi storici rari come la scultura Bush di Harry Bertoia della fine degli anni Sessanta, le sedie in stile neoegizio di Horacio Cordero, o come – pièce de résistence dell’allestimento – un tavolo brutalista del designer argentino Hugo Cesar Tonti, con il basamento in bronzo che ricalca il portamento vigoroso delle carnose foglie di agave. ll servizio in argento messo in tavola include secchielli per il ghiaccio, flûte, piatti e posate della collezione Caviar di Buccellati, tempestati di tante piccole sfere unite a formare fasce decorative. “Per celebrare la collezione Caviar – racconta Chahan Minassian – ho immaginato una cena intima ambientata nell’atmosfera rilassata, ma opulenta dell’alcova, dove tutti i sensi vengono esaltati”. Oggetti del desiderio che diventano accessibili, questo il nuovo hard luxury e lo spiega bene la curattrice Federica Sala: “In questa esposizione mostriamo come gli oggetti d’uso quotidiano che fino ad oggi abbiamo visto nelle collezioni museali del V&A, del Metropolitan, del Musée des Arts Decoratifs escono dalle loro teche per tornare come pezzi unici sulle tavole, rinnovati grazie al design contemporaneo delle nostre case di oggi”. In tavola anche Dimorestudio che sceglie un servizio d’argento che si richiama all’antico gusto veneziano e lo trasporta nella sala da pranzo di un appartamento anni Settanta. Britt Moran e Emiliano Salci, collezionisti a caccia dei pezzi più rari dei grandi maestri, mutuano modi e stili da Maria Pergay,da Nanda Vigo, le conversazioni materiche, da Pierre Cardin i cromatismi, rielaborando i riferimenti storici in un contesto contemporaneo. Il duo Moran-Salci costruisce un set dal sapore cinematografico, nell’immaginare la casa dei nostri desideri, la scena è accompagnata da un sottofondo di musica elettronica soft, dove il punto focale è il tavolo disegnato da Salci con piano in legno laccato, sul quale sono organizzate – in modo deliberatamente non rigoroso – le caraffe, i bicchieri, i piatti e le jatte. Pezzi in argento, tagli di lapislazzuli e diaspro rosso. La designer spagnola Patricia Urquiola, invece, reinterpreta il tema prendendo spunto dall’immagine del cestino da picnic, oggetto che rievoca immediatamente un’antica tradizione popolare e richiama per antonomasia l’idea dello stare assieme in libertà e senza formalismi. Su questo sfondo posate in argento e bambù e le preziose porcellane dipinte realizzate da Buccellati in collaborazione con Ginori 1735. La scena è avvolta da una lussureggiante vegetazione che ricrea un contesto bucolico ed è un invito a godere del dialogo con il mondo naturale.
LO ZEITGEIST è ABBONDANZA, OPPOSTI CHE DIALOGANO
Altra ‘casa’ altro sogno, altro lusso, sempre di segmento altissimo lo racconta la gallerista iraniana Nina Yashar. “Lo zeitgeist di oggi non corrisponde più a singole scelte, ma all’abbondanza, l’eterogeneità, gli opposti che si incontrano, si mescolano e dialogano. Il gusto contemporaneo non è definito da un tipo esclusivo di stile, ma dall’apprezzamento della cultura visiva nel suo insieme, accettando e desiderando la ricchezza di stimoli che il mondo offre. Il design da collezione è oggi in una forma senza precedenti: una forma di entertaining”, spiega Yashar. Sempre di Ashley Hicks la cornice per le creazioni di Osanna Visconti e di Gabriella Crespi. Sempre pezzi unici, non riproducibili, creati solo per interni personalizzati. La installazione di Hicks formano una sorta di ‘carta da parti’ che non ammette serie, dipinta a mano in pezzi unici, è costituita da diversi ampi arazzi stampati in digitale che rappresentano i dipinti dei giardini italiani, come quelli di Caserta e quello romano di Villa Medici. Per gli arazzi il designer inglese ha scelto la tonalità seppia, a complemento degli arredi, che regala l’effetto complessivo di una stanza tappezzata. Hicks ha inoltre creato un piccolo spazio ovale con pannelli dipinti a mano che raffigurano antichità romane ispirate alle stampe di Piranesi, riprodotte con rilievi, trompe l’oeil in bronzo su un fondo lavorato. “Ho realizzato una serie di dipinti ispirati a vecchie vedute dei giardini del Rinascimento italiano, stampati digitalmente in grande formato per dare l’effetto di una stanza con pareti ricoperte da illustrazioni”, spiega l’aristocratico. Questa, sui toni più neutri, diventa sfondo all’arredamento di Osanna Visconti e Gabriella Crespi. “Lo spazio conduce a un più ristretto ‘sancta sanctorum’, di pianta ellittica, con pannelli in tela dipinti nel mio studio inglese, che usano le incisioni di Piranesi, rappresentanti antichi vasi romani, come elementi trompe l’oeil in uno schema decorativo. Per l’occasione – prosegue il designer e decoratore di interni, figlio del celebre David Hicks – sto realizzando inoltre un tavolo ispirato all’arredamento barocco, con pietre impilate l’una sull’altra, e uno specchio ovale incorniciato da ‘pietre preziose’ sfaccettate di resina dipinta», spiega.
Designer di pezzi destinati ad un segmento di lusso esclusivo è anche Osanna Visconti. Durante l’infanzia a Roma, Osanna e la sorella Turchese giocavano tra le opere realizzate per la loro madre da Lucio Fontana, Mario Ceroli e Arnaldo Pomodoro. L’infanzia, quindi, ha condizionato la sua produzione avvenuta poi in età adulta. Visconti realizza pezzi unici in bronzo, creati interamente a mano con la tecnica della fusione a cera persa. Come la cornice per camino che parla di natura: una foresta di foglie e una varietà di foglie, ciascuna delle quali si distingue grazie alla modellazione meticolosa, ai dettagli cesellati in maniera così perfetta da dare l’impressione che il bronzo fuso sia l’unica materia per cesellare le foglie che diventano così molto realistiche. Il risultato è una sinergia perfetta tra artigianalità, natura ed arredamento.
IL TROMPE L’OIL IN CHIAVE ARTWORK
Ancora nell’interior si trovano i pezzi più lussuosi. La regina del wallpaper è siciliana nata a Palermo ed è milanese d’adozione, si chiama Adriana Glaviano. Innamorata da sempre dell’arte, ha provato a riprodurre l’emozione degli affreschi con le tecniche più moderne, per riprodurre sul muro l’effetto ottico dei trompe l’oeil rivisitati in chiave artwork. Il Rinascimento, Michelangelo, Caravaggio, Raffaello, ma anche tutto il periodo delle Avanguardie storiche del ‘900. “Le sfumature del sud con la sua luce, i suoi colori, le sue forme barocche. L’amore per l’arte. L’esperienza pittorica e la moda. Questi mondi mi hanno portato a cercare nuove forme creative di espressione contemporanea, con un approccio morbido al linguaggio decorativo, dove la finzione si rivela ancor più intrigante della realtà”, dice del suo lavoro Glaviano.E poi le porcellane, altro must di questi tempi. Dopo una prima serie del progetto presentato con successo a Parigi nel 2021, ancora la storica azienda Ginori coinvolge a Milano quattro artisti e designer: Martino Gamper, designer italiano: Flavie Audi, artista franco-libanese; Federica Perazzoli, artista contemporanea svizzera; Andrea Zucchi, pittore figurativo italiano. Con narrazioni e linguaggi diversi, i piatti e gli oggetti d’arredo storici trovano una seconda vita e si trasformano in opere d’arte in pezzi unici. Ginori eccellenza italiana del settore lusso e lifestyle, uno tra i principali marchi mondiali nella porcellana pura e nel design di altissima qualità ha presentato le sue collezioni con ‘Reborn project’.“Amiamo immaginare, innovare e guardare al futuro con curiosità ed è per questo motivo che abbiamo voluto avviare il progetto Ginori Art Collection, con la collaborazione di Frederic Chambre. Con ‘Reborn project’ intendiamo, infatti, aprirci a nuove e diverse espressioni di arte, coinvolgendo talenti artistici internazionali che con la loro sensibilità creativa riescono a interpretare i nostri prodotti, rendendoli opere d’arte uniche, in grado di unire l’arte della tavola, il design e la creatività», ha commentato Alain Prost, presidente e amministratore delegato di Ginori 1735. Linee geometriche, effetti materici, grafica colorata presa in prestito da diverse culture, le porcellane diventano opere d’arte. Ogni opera è unica, interamente dipinta a mano, firmata dagli artisti e accompagnata da un certificato di autenticità.
I TESSUTI, DAL GLOUCESTERSHIRE ALL’ANTICA GRECIA
Altro elemento per l’interior di lusso sono i tessuti, non solo quelli alle pareti. Come quelli pensati dal giovane designer inglese Luke Edward Hall che ha portato il suo caratteristico senso del colore e della fantasia alla casa tessile Rubelli, dando vita alla collezione ‘Return to Arcadia’. Per i disegni Hall ha preso spunto dai fiori del suo giardino nel Gloucestershire e ha contaminato i disegni con la sua passione per l’Antica Grecia. Per creare i suoi ultimi tessuti, splendidamente lavorati, Jennifer Shorto ha collaborato con il designer di mobili e amico di lunga data Nicolò Castellini Baldissera. Il lancio della collezione in un luogo che ha la magia dei giardini di Casa Degli Atellani. I tessuti pregiati della designer rivestono i cuscini dei mobili in rattan di ‘Casa Tosca’. E per chi ama fare un mix fra moda e design, come d’altra parte ha già fatto il designer londinese Hall utilizzando i tessuti floreali d’arredo anche per i suoi abiti, Shaikha Al Sulaiti, da Doha, ha disegnato e creato uno sgabello realizzato con le pelli delle lussuosissime borse Birkin di Hermès, che vengono così riciclate in ‘una riflessione contro il consumismo’, spiega la designer. Il prodotto extralusso in pochi è esposto alla Galleria Rossana Orlandi, si tratta di una sedia unica realizzata utilizzando borse Hermès Birkin rigorosamente riciclate. Al-Sulaiti ha progettato una sedia in pelle patchwork non solo realizzata in modo che sia funzionale, ma anche capace di sottolineare l’importanza di come i materiali vengono reperiti e utilizzati, in particolare nel mondo della moda e del design, in un esempio di economia circolare. “Per quanto folle possa sembrare, volevo affermare attraverso la presentazione di questa sedia l’importanza di capire da dove provengono i materiali e rispondere all’esigenza di conoscere a fondo il prodotto”, spiega Al-Sulaiti spiegando il progetto.