Lema archivia un 2016 positivo, chiuso a circa 62 milioni di euro (+25%), e intende accompagnare la crescita in atto nel mercato americano con l’apertura della filiale Lema Usa.
“Stiamo accelerando sui progetti – spiega a Pambianco Design il direttore marketing dell’azienda di Alzate Brianza (Como), Mauro Marelli – e in particolare sui progetti legati agli appartamenti nei grandi edifici residenziali. Il business model gestito a Londra, dove siamo arrivati all’apertura della filiale UK, verrà riproposto a New York, città chiave per la visibilità del brand e per consolidare i rapporti con i progettisti. Inizieremo con un ufficio e un piccolo ‘gruppo di fuoco’ per poi magari, ma non necessariamente, arrivare ad aprire uno showroom. L’obiettivo è realizzare una piattaforma locale per accedere con più efficacia ai progetti di multiappartamento. Vogliamo ripetere la felice esperienza di Londra nel mercato americano, dove le opportunità da cogliere sono enormi”. La costituzione di Lema Usa avverrà nei prossimi mesi.
Il business del contract attualmente incide per il 50% sul giro d’affari di Lema, che ha già un buon pacchetto di progetti in gestione per l’anno in corso, tra cui la ristrutturazione dello storico hotel Lutetia di Parigi. “Dal retail – sottolinea Marelli – ci aspetteremmo qualcosa in più, perché offre linearità e continuità, mentre lavorare su hotel, uffici e ambito residenziale comporta picchi di produzione che comunque siamo in grado di gestire al meglio attraverso le nostre due unità produttive. La mancanza di cucine tra i nostri prodotti, che teoricamente costituisce un punto debole per chi opera nel contract, viene compensata con la tendenza crescente all’inserimento degli armadi negli appartamenti venduti al cliente finale. Inoltre, soprattutto in Far East, talvolta abbiamo un vantaggio nel presentarci in partnership con i pochi brand rimasti indipendenti e specializzati nel prodotto kitchen, perché il costruttore preferisce affidarsi a più fornitori per limitare i rischi che derivano dall’avere un solo referente”.
Il risultato del 2016 dipende prevalentemente dall’export, cresciuto del 30%, ma anche l’Italia ha ripreso a marciare dopo anni di flessione, chiudendo con un progresso del 7%. Nella progettazione, oltre ai complessi residenziali, sta performando bene l’hotellerie. “Dobbiamo inevitabilmente gestire l’eccellenza – conclude Marelli – perché la competizione sulla fascia media e medio-alta è feroce. Ormai non riusciamo quasi più a entrare nei progetti di hotel a quattro stelle. Sui cinque stelle, invece, quel che noi italiani assicuriamo in termini di servizio, finiture e gestione del cantiere è al di fuori della portata dei competitors”.