In epoca medioevale le ‘torri’ rappresentavano la ricchezza e la potenza della famiglia che le costruiva. Per conseguenza, una città misurava la prosperità e il proprio posizionamento nel mondo, contando il numero delle torri costruite all’interno delle mura. Ciò che si ergeva verso il cielo era, una rappresentazione di ciò che avveniva ‘sotto’ il cielo. È interessante osservare quanto il fenomeno delle torri abbia caratterizzato il “rinascimento” della città di Milano. La lista dei progetti che puntano alle nuvole è molto lunga, cosa impensabile solo una decina d’anni fa, quando lo skyline della città era contrassegnato da 3-4 punti di riferimento al massimo. Ci sono infatti il restauro di edifici storici, come la Torre Velasca e il grattacielo Pirelli, gli edifici costruiti nel nuovo millennio come la torre Unicredit, quella di Allianz e il Bosco Verticale, e quelli che saranno costruiti nel corso dei prossimi anni, dalla sede di UnipolSai, al grattacielo residenziale di via Pirelli 33. Senza contare che, attorno a questi, c’è una moltiplicazione di iniziative di recupero e rilancio immobiliare sull’intero territorio urbano. In queste torri c’è la “Città che sale” che è anche il titolo di un ‘ritratto’ di Milano di Umberto Boccioni, un sistema dotato della forza propulsiva necessaria al proprio sviluppo. Ed è su questo tema che, in concomitanza del 57° Salone del Mobile che si celebra a Milano, abbiamo voluto incentrare il dossier di questo numero, con un’analisi dei maxi-progetti di riqualificazione che interesseranno la città nel futuro prossimo. Progetti dietro i quali, nel prima durante e dopo, c’è tanto sistema italiano del mobile che coinvolge il pensiero e la progettualità degli studi di architettura, la ricerca sui nuovi materiali e infine tutti i componenti di illuminazione arredo degli spazi interni ed esterni. Il recupero dell’area di Porta Nuova ad esempio, ha comportato il coinvolgimento di una ventina di studi di architettura, ha generato 140mila metri quadrati di uffici, e 400 unità residenziali di alto livello. E, soprattutto, in quest’area a grande impatto visivo e di forte passaggio, ci sono i presupposti per lo sviluppo di un nuovo quartiere del design. È un esempio di ciò che può avvenire ai piedi delle torri di Milano.
David Pambianco