La crescita del contract è percepita in maniera unanime, ma ci sono specializzazioni già oltre i valori pre-pandemici (nautica) e altre in fase di recupero non ultimato (retail e ufficio, con prospettive di decollo a medio termine). Forti movimenti in atto nell’hospitality.
Visto dall’osservatorio delle aziende, il contract appare come un segmento di business destinato a crescere ma ancora non del tutto fuori dalle secche della pandemia. Ed è normale che sia così, perché le forniture di arredo arrivano per ultime: prima si sbloccano i progetti (fase architetturale), poi si realizzano (e qui entrano in scena le ditte di costruzione e di impianti) e infine si arredano. In sostanza, il periodo di vero ritorno alla normalità dovrebbe iniziare nella seconda parte del prossimo anno. Anche se, a proposito di secche, sono proprio le imbarcazioni a non aver problemi di incagliamento, perché mai nella storia c’è stato un fermento simile nella nautica da diporto. Per tutti gli altri ambiti, il rimbalzo delle commesse è solo questione di tempo: c’è chi ci arriverà prima (l’hotellerie), chi teme il ritorno delle restrizioni (teatri e sale congressi), chi si appresta ad affrontare trasformazioni epocali con conseguenti nuovi investimenti in progettazione e attese di un consistente rimbalzo degli ordini (ufficio e retail).
PANDEMIA PERMETTENDO
I segnali per il canale contract sono positivi ma Nicola Coropulis, prudentemente, avverte: “Occorrerà fare i conti con l’evoluzione della pandemia. Questo perché quando si parla di spazi aperti al pubblico, a differenza del residenziale, eventuali lockdown determinano ulteriori blocchi e rinvii di progetti già in corso d’opera e, di conseguenza, anche delle nuove opportunità di business. Questo è successo lo scorso anno. Anche se, oggi, il dinamismo del canale è sotto gli occhi di tutti”. Per Poltrona Frau, di cui Coropulis è CEO, la metà degli introiti legati al contract dipende dall’ambito teatri, auditorium e spazi per conferenze, il 20% dal mondo marine (in forte crescita), il 15% dal retail e il restante 15% da hospitality e office. Nel suo business di maggioranza quasi assoluta, il blocco delle attività (spettacoli, meeting e attività culturali) protrattosi anche post lockdown ha causato un momento di stasi e al tempo stesso la possibilità di dedicarsi in tempi rapidi a progetti di prestigio, come il rifacimento delle sedute al Maxxi di Roma, ultimato in meno di tre mesi, e l’intervento di restauro del Teatro Lirico di Milano. Riguardo gli altri ambiti, Coropulis afferma: “La ripartenza riguarda sia l’hospitality sia l’ambito aeroportuale. Un’area che non ha mai subito rallentamenti, semmai accelerazioni che continuano, è quella dei marine interiors. Per quanto riguarda l’ufficio, siamo da sempre specializzati nelle soluzioni custom per uffici direzionali e considerando che, in futuro, questi luoghi saranno sempre più connotati come spazi per la condivisione e la collaborazione tra professionisti, abbiamo la ragionevole possibilità di essere efficaci e di poter dire la nostra proprio grazie alla nostra capacità di sviluppare soluzioni su misura per tavoli da riunione e per quelle che definirei ‘scrivanie non scrivanie’, di cui siamo stati precursori con il sistema executive office Trust (design Lievore, Altherr, Park), teso a superare il concetto di scrivania come barriera per trasformarsi in uno strumento di collaborazione. Già prima della pandemia, pensavamo a un ufficio che fosse lo specchio di un’organizzazione aziendale più rivolta all’orizzontalità delle relazioni”. E proprio partendo dal concetto di ‘scrivania ricettiva’, Poltrona Frau ha sviluppato diverse soluzioni su misura della linea Trust. Inoltre, la diffusione dello smart working ha spinto la società di Tolentino a ideare soluzioni per l’home office, unendo la funzionalità richiesta nell’ambito ufficio alle esigenze estetiche dell’ambiente domestico. “Lo abbiamo fatto con il nostro stile, ma senza rinunciare a soluzioni tecniche come le prese per la ricarica degli smartphone e dei tablet, la possibilità di estendere i piani di lavoro e la presenza dei necessari cablaggi” precisa Coropulis. Infine, in Poltrona Frau sono pronti a scommettere sul rilancio del contract per negozi e spazi retail, dove si intravedono ulteriori possibilità di sviluppo. Per esempio, ampliando la gamma degli arredi presenti nei negozi dei brand del lusso con cui Poltrona Frau collabora e che potrebbero finire anche nelle case dei clienti più affezionati al brand stesso. Il ritorno alla normalità? Coropulis sostiene che: “Nonostante la ripresa in atto e il grande dinamismo che si intravede all’orizzonte, per tornare ai livelli pre-Covid occorrerà aspettare un paio d’anni”.
IL FRENO DELLE COMMODITIES
Giorgetti opera nel contract attraverso il brand Battaglia, che se ne occupa a 360 gradi anche se la metà del fatturato relativo al canale specifico dipende dal retail (negozi di grandi firme) e l’altra metà è suddivisa tra le altre specializzazioni: hospitality, uffici custom per alta e altissima direzione, residenziale. Giovanni del Vecchio, CEO della società controllata dal fondo Progressio, analizza la situazione partendo dal post lockdown quando, afferma: “Essendo state prima bloccate e poi comunque rallentate le operazioni di cantiere, tutta l’attività di sviluppo dei progetti si era fermata e di conseguenza, tra la fine del 2020 e il primo semestre 2021, le aziende dell’arredo hanno osservato una forte contrazione di un business che, del resto, richiede molti mesi per essere sviluppato. La situazione è invece cambiata con l’arrivo del secondo semestre, proprio perché è ripartita l’attività di progettazione”. E ora? “Vediamo un grandissimo fermento nell’hospitality, frutto della scelta dei proprietari di rinnovare e ristrutturare gli alberghi tuttora lontani dalla massima occupazione, date anche le restrizioni tuttora in vigore nei viaggi internazionali. Nel contract residenziale si assiste a una crescita non solo di commesse, ma anche di livello professionale messo in campo. Nel retail, infine, la concorrenza dell’e-commerce determina cambiamenti significativi: crisi dei piccoli negozi, forte turnover, realizzazione di grandi spazi e rinnovamento delle locations. Al di là dello sviluppo online, anche il retail fisico sta vivendo un momento di crescita e perfino Amazon è in procinto di partire con un progetto di negozi offline dedicati alla vendita. Quella del contatto fisico è un’esigenza tuttora sentita dai consumatori”. Il recupero dei livelli 2019, secondo del Vecchio, è oramai quasi ultimato in termini di ordinativi mentre come fatturato c’è ancora da attendere, ma in questo caso non dipende dal rallentamento della progettazione bensì dai ritardi nelle consegne di materie prime per l’arredo. Ed è proprio nelle forniture che il CEO di Giorgetti individua le principali sfide per il futuro della progettazione, che ragiona a lungo termine e non può essere sottoposta a pressioni costanti in termini di prezzo. “Il modello industriale deve essere ripensato. Ci troveremo a operare con un livello più basso di scorte di magazzino, per ragioni di reperibilità delle stesse, e dovremo studiare soluzioni in grado di arrivare a un utilizzo più efficiente delle risorse, al recupero degli scarti che devono essere trasformati in materiale prezioso e, infine, alla sostituzione dei materiali troppo costosi o difficilmente reperibili con altri materiali, compresi quelli di recupero. I problemi emersi per le commodities ci spingono a riflessioni piuttosto serie. E, più in generale, ci saranno tanti temi in via di sviluppo che le aziende dovranno saper cogliere o, ancor meglio, anticipare”.
IL RETAIL DELLE MERAVIGLIE
IDB-Italian Design Brands opera nel contract attraverso due società specializzate Modar e Cenacchi, dedicate al retail come fornitori di soluzioni custom per le boutique dei gruppi del lusso. C’è poi tutto il mondo soft-contract, dove IDB opera con le sue aziende presenti nel canale residenziale ma con un consistente filone progettuale: Gervasoni, Meridiani e Saba Italia nell’arredo, a cui si aggiungono Davide Groppi nell’illuminazione decorativa e Flexalighting nell’ambito dell’illuminazione tecnico-architetturale. “Il 2020 – racconta Alessandra Barbetta, business development manager di IDB – è stato certamente un anno difficile per tutti gli ambiti del contract, mentre nel 2021 per il soft contract i dati sono in aumento addirittura rispetto al 2019. A far da traino è stata l’azienda Gervasoni, che nei primi 10 mesi ha complessivamente fatturato quanto l’intero anno 2019 con un contributo di circa un terzo dal canale contract. E oggi Gervasoni è fortemente impegnata nell’ambito dell’horeca e delle forniture a grandi navi”. Le prospettive nel progetto? “In pancia abbiamo ordini superiori al livello pre-pandemia. E questi ordinativi non tengono conto di Modar e Cenacchi, che stanno ultimando il loro percorso di recupero”. Va precisato che per entrambe le aziende il 2019 ha rappresentato il loro massimo storico di vendite. Le prospettive anche nell’ambito retail rimangono comunque interessanti. “La pandemia – evidenzia Barbetta – ha determinato un significativo cambiamento di fruizione del negozio, con la trasformazione da punto vendita a punto di esperienza e di contatto fisico con il prodotto e con il brand. I nuovi progetti stanno trasformando gli store in una sorta di club, salotti esclusivi dove chi acquista un prodotto lo fa vivendo un’esperienza peculiare e straordinaria e ottenendo quel trattamento di cura personalizzata che l’online non potrà mai offrire. Il negozio diventerà una galleria delle meraviglie. E questa trasformazione offre ampie possibilità di crescita per un gruppo come IDB, grazie alla nostra capacità di realizzare ambienti home particolarmente sofisticati”. Un altro punto di forza, nell’analisi di Barbetta, è rappresentato dalle dimensioni di IDB. “Nel contract, le commesse si prolungano anche per diversi anni e occorrono spalle larghe, e il fatto di essere un gruppo finanziariamente solido ci rende un interlocutore affidabile a monte e a valle della filiera. Un altro vantaggio è l’integrazione nel gruppo tra le aziende che lo compongono e che operano dalla realizzazione su misura fino al prodotto di design da catalogo con possibilità di customizzazione”. Un aspetto, quest’ultimo, particolarmente apprezzato dall’hotellerie, dove IDB ha acquisito tra i clienti catene di prestigio come Baglioni e Starhotels. In prospettiva, sostiene Barbetta, il successo di un’azienda nel canale contract dipenderà dalla sua capacità di problem solving e di dialogare in piena integrazione con la committenza da un lato e con lo studio di architettura dall’altro. “La figura del project manager di commessa diventa essenziale per gestire una fornitura che possa rispondere pienamente e prontamente alle esigenze della committenza” conclude.
NAUTICA AL MASSIMO
Quello di Tinosana è un caso particolare perché l’azienda di Almenno San Bartolomeo (Bergamo) si occupa esclusivamente di contract, inizialmente per hotellerie e poi spingendo nella diversificazione partendo dal navale, oggi quota prevalente (60%) all’interno del suo fatturato. Nell’esercizio 2018/19, a seguito di una fornitura particolarmente importante, Tinosana aveva raggiunto il proprio picco storico, con 70 milioni di ricavi, contro una media di 55-56 milioni degli anni precedenti. “Collaboriamo, nel comparto navale, con i migliori cantieri nazionali e internazionali, seguendo le zone più nobili delle imbarcazioni: bar, ristoranti, negozi e hall delle grandi navi” racconta Gianluca Ascheri, director yachts, hospitality & retail di Tinosana. Inoltre, da una decina d’anni, sono state avviate collaborazioni con i gruppi più importanti della nautica da diporto (tra cui Ferretti e Sanlorenzo) per la realizzazione di interni degli yacht più complessi e con customizzazione contenuta. “Nel frattempo, non abbiamo certamente abbandonato la nostra tradizione nell’hotellerie dove continuiamo a seguire una quindicina di progetti l’anno, escluso il 2020 quando siamo scesi a due sole commesse” precisa Ascheri. Il 2021 però ha visto una ripartenza in quarta del lavoro per gli hotel: “Pensiamo che il prossimo biennio ci darà ottime soddisfazioni in quest’ambito”. Nel frattempo, il navale ha confermato tutte le commesse ma ha rallentato le esecuzioni dei lavori: la ripresa ci sarà, ma i tempi saranno prolungati e non si prevede un rientro a regime prima del secondo semestre 2022. Tutt’altra musica per la nautica da diporto: “Nemmeno il 2006-2007 fu così intenso! Siamo strapieni di ordini, con consegne fissate non prima del 2026 per le imbarcazioni custom” precisa Ascheri. Il business plan di Tinosana prevede una crescita organica con ripartizione più armonica tra le specializzazioni di cui si occupa: il navale resterà la destinazione principale, ma nel frattempo cresceranno le quote derivanti dalla nautica da diporto (“Presenta ottime business opportunities nell’alto di gamma, dove entreremo sempre più collaborando con i cantieri che fanno puro custom in Italia e all’estero”) e dall’hotellerie. A queste tre divisioni (navale, nautica e hospitality) si aggiungono poi quella retail, che è in fase di sviluppo attraverso collaborazioni con brand del lusso di primo piano, e il refit navale e nautico. L’Italia è il mercato chiave di Tinosana con circa il 60% dei ricavi, e nell’ultimo anno la percentuale è salita fino all’80% per effetto del rallentamento dei cantieri francesi e tedeschi. Proprio la Francia compare tra i Paesi in espansione a seguito dell’ingresso in alcuni progetti residenziali privati in Costa Azzurra e residenziali pubblici (ambasciate) a Parigi.