Forte di un tasso medio annuo di crescita, dal 2014 al 2019, del 27% che l’ha portata nel 2020, nonostante la pandemia, a un fatturato consolidato di Gruppo pari a 128 milioni di euro, stabile rispetto al 2019, Laminam punta a chiudere l’anno in corso in positivo, dopo aver registrato nei primi nove mesi un +43% rispetto allo stesso periodo del 2019. E investe oltre 30 milioni nell’ampliamento dello stabilimento di Borgotaro: 44mila metri quadrati destinati alla produzione di grandi superfici ceramiche (da oltre 1,6 x 3,2 metri) di spessori dai 6 ai 12 cm. Performance raggiunta, secondo il CEO Alberto Selmi, grazie alla diversificazione distributiva, alla differenziazione di prodotto e di brand rispetto ai concorrenti e alla progressiva internazionalizzazione, con un export che ad oggi rappresenta il 79% del fatturato.
Il gruppo, entrato nel 2019 nell’orbita del fondo di private equity Alpha, ha investito nell’ultimo anno 50 milioni tra l’ampliamento del sito parmense e di quello russo. Laminam conta infatti tre stabilimenti: a Borgo Val di Taro (Parma), a Fiorano Modenese e in Russia a Dobrino (Mosca), oltre a 10 filiali commerciali e numerosi poli logistici e showroom in tutto il mondo. “Nella nostra evoluzione – ha affermato Selmi – ci ispiriamo a linee guida rivolte all’eccellenza che vedono nella trasformazione digitale, nell’internazionalizzazione e nell’innovazione sostenibile i vettori di questa nostra nuova era”.
Un approccio sostenibile che si concretizza in primis nel percorso di crescita, che per la realtà emiliana deve ispirarsi ad una politica integrata Qualità-Ambiente-Sicurezza che l’ha portata ad ottenere la Certificazione Ambientale ISO 14001 per gli stabilimenti italiani, ad estendere la Certificazione EPD a tutti i prodotti, a finalizzare lo studio del Carbon Footprint aziendale e a pubblicare il secondo Bilancio di Sostenibilità.
L’azienda, nel rispetto del territorio, ha installato impianti innovativi che abbattono le emissioni in aria (organiche o inorganiche) permettendo di ridurre l’impatto ambientale. È inoltre in fase di ricerca e sviluppo l’implementazione di questi stessi sistemi di abbattimento per la cattura di CO2. All’uso estensivo del Fotovoltaico per l’autoproduzione di energia “green” si uniscono, infine, l’elettrificazione del processo produttivo e della logistica e la massimizzazione dell’efficienza energetica attraverso l’impiego dell’innovazione tecnologica.