Uno spazio di 250 metri quadri all’ombra del bosco verticale è il nuovo progetto che parla di un marchio maturo e forte.
È una Lago adulta, coerente e con un ruolo progettuale e commerciale molto ben definito quella che viene rappresentata dal nuovo flagship store di Milano Porta Nuova, inaugurato ieri, 21 novembre, in via Galileo Galilei. Uno spazio commerciale che traduce in modo molto chiaro la grande evoluzione dell’azienda negli ultimi 14 anni, con un fatturato che oggi è vicino a 40 milioni di euro. “Il nostro focus”, conferma Daniele Lago, CEO e presidente del marchio veneto, “è lo sviluppo di una strategia commerciale che alterna in modo fluido on line e off line, con un catalogo che integra pezzi da acquisto immediato a veri e propri alfabeti progettuali e di stile”.
Le collezioni su cui scommette questo primo layout del negozio sono quelle presentate al Salone del Mobile degli ultimi due anni. “Abbiamo investito molto, sia commercialmente che dal punto di vista progettuale, sui prodotti che declinano la tecnologia XGlass, digital print su vetro con legno, tessuto e metallo. E naturalmente continuiamo a concentrarci sulla proposta della configurazione personalizzata on line”.
Questo nuovo flagship store, secondo Daniele Lago, è il prototipo di quelli che verranno in futuro, sia in Italia che all’estero. Uno spazio progettato direttamente in azienda e sviluppato con partner locali. Duecentocinquanta metri quadri in una zona di Milano in grande fermento architettonico e urbanistico. “Anche questo store diventerà uno spazio culturale: credo che sia inevitabile”, conclude Lago. “E’ la nostra cifra da sempre ed è anche una delle principali caratteristiche della nostra identità: il design del quotidiano, uno stile versatile e ancora un po’ dissacratore, il bisogno di fare molta ricerca con un intento esplorativo. È così che siamo cresciuti e che abbiamo raccolto i risultati che oggi ci consentono di fare progetti commerciali ambiziosi con una buona dose di ottimismo.” Un periodo di conferme e di nuovi slanci, in cui ancora una volta per il marchio veneto la strategia di un’integrazione fluida fra tangibile e intangibile è il segno di una gestione che si adegua al mercato contemporaneo.