È il settore che sta vivendo la maggiore trasformazione , complici i cambiamenti culturali e le caratteristiche delle abitazioni. le aziende puntano su materiali insoliti, tecniche innovative e nuovi processi produttivi.
C’era una volta la cucina classica e c’era anche la cucina country. C’era una volta e ora, quasi, non c’è più. Nelle cucine il linguaggio della contemporaneità ha vinto su tutta la linea e, tranne casi imitati di mercati esteri, russi e arabi per lo più, legati a un’estetica che attribuisce più importanza al dettaglio prezioso, oggi il mondo del kitchen è radicato su valori di razionalità, funzionalità e purezza linguistica. Il gusto predominante si conferma quello delle linee rigorose ed essenziali. Mentre gli arredi della zona giorno possono permettersi di giocare la carta della nostalgia o quella della provocazione, le grandi aziende produttrici di cucine preferiscono proporre superfici perfettamente calibrate, realizzate con materiali di prestigio e supportate da una tecnologia (dalle attrezzature interne alle cerniere e ai sistemi di scorrimento) sempre più performante. Dalla cucina open, il passo successivo è quello della cucina componibile che si mimetizza armonicamente negli spazi della casa, con ampie armadiature con ante a scomparsa, colonne contenitive e pensili capienti. Spazi, insomma, ordinati, abbinati a librerie e scaffalature a giorno dove il distacco tra questa stanza e il resto della casa diventa ormai quasi impercettibile. I motivi sono diversi e partono comunque dal presupposto che la cucina è la stanza che sta vivendo più cambiamenti in assoluto all’interno della casa, nonostante resti quella più duratura in termini ciclo di vita degli arredi (che sono quasi ventennali). Non è solo una stanza dedicata alle funzioni di preparazione del cibo ma è la culla della convivialità della casa. Senza dimenticare, poi, che proprio la preparazione dei cibi è diventata un’arte, il che si traduce in una grande attenzione alle specificità tecniche di ogni componente della cucina, nonché all’importanza sostanziale degli elettrodomestici che la compongono, dotati di tecnologie prima riservate al mondo professionale della ristorazione. “Il mondo delle cucine è sicuramente tra i più dinamici”, sottolinea Alberto Scavolini, AD di Ernestomeda, marchio premium che dal 1996 fa capo al Gruppo Scavolini (da 215 milioni di fatturato nel 2017, +3%) ,“la cucina – aggiunge – entra sempre di più nel living e questo trend, già presente da qualche anno, si sta rafforzando. Primo, perché le case italiane sono tendenzialmente più piccole e spesso chi costruisce nuove abitazioni unisce la ‘stanza’ cucina con il Living risparmiando qualche metro quadro. Secondo, perché oggi la cucina è ancora più sociale ed è un piacere condividere i momenti della preparazione dei cibi con i propri famigliari e amici. A mio avviso, da qualche anno a questa parte le aziende italiane, spinte dalla crisi, hanno accelerato sulla ricerca e sull’uso di materiali nuovi, di tecniche innovative e nuovi processi produttivi. E credo che proprio questo sia il vero punto di forza delle aziende italiane produttrici di cucine. Noi puntiamo molto sulla flessibilità, consentita anche da una buona rete di subfornitori che permettono di mantenerci dinamici di fronte alle richieste del mercato, senza doverci esporre a importanti investimenti difficilmente ammortizzabili”.La tendenza riguarda sia la fascia premium che il segmento medio-alto di mercato. Modulnova è un’azienda da 40 milioni di euro di ricavi e con una quota export del 30% (soprattutto in Europa con Gran Bretagna, Francia, Spagnla e Svizzera in testa ed anche Russia, Israele, USA e Australia), dove peraltro sta partecipando a una serie di progetti in ambito contract che vanno dagli alloggi premium in Southwark Street, a South Bank (Londra) sulla riva sud del Tamigi, alla riqualificazione di un edificio prestigioso nel centro di Londra (Golden Square, Soho) fino al progetto che interessa la parte storica di Tel Aviv con residenze di lusso dedicate a giovani coppie con buon reddito o ‘pensionati di lusso’. Secondo Dario Presotto, presidente di Modulnova, “la tendenza principale va sempre verso un prodotto dalle linee pulite ed eleganti, dal design minimale ma comunque raffinato, ma soprattutto verso sistemi e programmi in cui l’uso dei materiali, anche innovativi, e delle varie finiture consentono di realizzare un progetto ad alta flessibilità che possa rispondere perfettamente al gusto e alle esigenze dell’utente finale.Cucine, quindi, che siano sempre più ricercate e personalizzate sia dal punto di vista dei materiali utilizzati, sia dal punto di vista della cura del dettaglio per estetica e funzione”.
Le soluzioni modulabili e integrabili rappresentano un fil rouge che contraddistingue la proposta dei grandi marchi di cucina. Ne è un esempio Boffi, gruppo da 92 milioni di euro di ricavi, che all’ultima edizione di Eurocucina ha presentato il modello Combine firmata da Piero Lissoni, un ibrido tra cucina compatta e a isola. Monoblocchi combinabili tra loro formano isole specifiche a seconda della funzione: cottura, preparazione, lavaggio. Insieme alla modulabilità l’altra tendenza è quella della personalizzazione estrema, quasi tailor made. È la strada scelta da Poliform (193 milioni di euro l’aggregato 2017 del gruppo, +13%) che a Eurocucina si è presentata sotto la nuova veste di gruppo integrato al suo interno e coerente anche nel brand: d’ora in poi, infatti, il marchio Varenna è stato dismesso a favore di Poliform.“La cucina diventa, così, componente di un progetto d’arredo totale, completo e coerente, in piena continuità con il concetto di home project che contraddistingue tutte le proposte della collezione Poliform”, sottolineano dall’azienda. E la scelta non è altro che il risultato della nuova forma di condivisione degli spazi e, di conseguenze, anche degli arredi. Per Fabiana Scavolini, amministratore delegato di Scavolini, quella che ha contraddistinto le cucine non è che una “vera e propria evoluzione dettata dai contestuali cambiamenti sociali e culturali, che ha visto l’affermarsi di nuove interpretazioni di questo importante ambiente della casa, sempre più ibrido e privo di un’identità univoca”.
La conseguenza, nel caso di Scavolini, è stata quella di ampliare la proposta per andare incontro a tutte le richieste del mercato, da chi predilige una forte componente tecnologica (e per questo è nata Mia By Carlo Cracco), a chi, invece, la interpreta come il fulcro vitale della casa e, ancora, chi preferisce fondere la cucina con il living. Non solo. Sempre nell’ottica di un ulteriore avvicinamento ai consumatori, il marchio di cucine ha aperto anche un canale di e-commerce, superando così l’ultima frontiera di chi considera ancora la cucina come una parte di arredamento a sé stante. “Scavolini Shop, il nostro canale e-commerce che consente all’utente di progettare e acquistare online in pochi click la cucina desiderata, recentemente premiato con il Netcomm e-commerce Award, è nato dalla volontà di avvicinarci ulteriormente ai clienti, ai nuovi consumatori e a tutti coloro che sono abituati ad acquistare online, offrendo una shopping experience inedita nel settore cucine”, spiega Fabiana Scavolini aggiugendo che “questa importante decisione strategica è parte integrante dell’approccio omnichannel che abbiamo progressivamente adottato negli anni e che a sua volta fa parte della più ampia strategia di espansione e consolidamento, che perseguiamo sia a livello nazionale che internazionale”. Strategia che però poggia comunque le basi sui consolidati rapporto con la rete distributiva, “per noi un patrimonio importantissimo e che siamo impegnati a valorizzare. È per questo che abbiamo sviluppato l’e-commerce da noi concepito come un’evoluzione del tradizionale rapporto con i nostri punti vendita”.
di Milena Bello